2019-06-20
Milano spende 500.000 euro per i corsi Lgbt nelle scuole
L'annuncio dell'assessore Pierfrancesco Majorino del Pd alla presentazione degli eventi arcobaleno: «Un bando per portare in classe l'educazione sessuale».Nell'ambito della presentazione, avvenuta martedì a Palazzo Marino, del Milano Pride 2019, è intervenuto con un videomessaggio anche l'assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino, il quale ha approfittato dell'occasione per effettuare una serie di annunci. Quello che ha fatto più notizia è stato quello relativo all'inaugurazione, in programma per inizio luglio, di Casa Arcobaleno, il primo di diversi alloggi destinati all'accoglienza di giovani discriminati dalle famiglie di origine per il loro orientamento sessuale o per il percorso di transizione avviato. Si è inoltre parlato di un nuovo «help center» contro tutte le discriminazioni attivo su quattro ambiti: la disabilità e la fragilità, la violenza di genere, le migrazioni e l'orientamento sessuale.C'è però stato anche un terzo annuncio assai significativo, passato quasi in ordina eppure rilevante: quello della volontà, del Comune di Milano, di destinare la bellezza di 500.000 euro per campagne di informazione ed educazione sessuale nelle scuole volte «a sostenere la cultura della prevenzione per combattere le malattie sessualmente trasmissibili». L'ingente somma sarà presa dai fondi della legge 285/1997, con cui, come noto, si è istituito il Fondo nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, volto «alla realizzazione di interventi per la promozione dei diritti, la qualità della vita, lo sviluppo, la realizzazione individuale e la socializzazione dell'infanzia e dell'adolescenza».Da quanto è dato capire dalle parole di Majorino, il mezzo milione di euro non verrà impiegato per campagne scolastiche in modo diretto, ma sarà istituito un apposito bando tramite il quale, come di norma accade, potranno essere presentati diversi progetti fra i quali verrà poi scelto dal Comune di Milano quello ritenuto più valido. Ciò nonostante, benché quindi l'idea della Giunta di Beppe Sala sia ancora allo stadio embrionale, sono già molti gli elementi che, di questa proposta, lasciano perplessi.Tanto per cominciare la tempistica di un annuncio su future iniziative scolastiche che, come si è detto, è stato guarda caso diffuso proprio lo stesso giorno della presentazione del Milano Pride 2019: solo una coincidenza? Non si direbbe. Probabile invece che quello di Palazzo Marino sia stato un segnale politico, nella fattispecie una strizzata d'occhio - l'ennesima - al mondo arcobaleno. In seconda battuta viene spontaneo chiedersi per quale ragione impiegare la stellare cifra di mezzo milione di euro per corsi sull'educazione sessuale che quasi ovunque, all'estero, si sono dimostrati inefficaci se non perfino controproducenti. Lo dimostrano studi imponenti, come quello apparso nel 2016 sul Cochrane Database of Systematic Reviews con il quale i ricercatori - esaminati i dati di oltre 55.000 adolescenti seguiti da uno a 7 anni dopo essere stati sottoposti a programmi di salute sessuale e riproduttiva in Africa sub-sahariana, America Latina e in Europa - hanno concluso che detti corsi non hanno sortito «alcun effetto sul numero di giovani persone infette da Hiv ed altre malattie sessualmente trasmissibili».In Inghilterra le cose sono andate addirittura peggio, con gli studiosi che, a seguito di attenti monitoraggi, in un articolo pubblicato sul Journal of Health Economics nel 2017 sono stati costretti a sottolineare le insidie che la frequenza dei corsi di educazione sessuale comporta, con i giovani che vi prendono parte che, rispetto agli altri, tendono ad anticipare l'età dei primi rapporti sessuali, ad averne in maggior numero e ad adottare comportamenti sessuali maggiormente a rischio. Ma se le cose stanno così, se cioè non è il bigottismo di qualcuno ma l'esperienza internazionale a smontare l'effettiva utilità dei corsi di educazione sessuale nelle scuole, perché quale motivo Majorino intende finanziarne di nuovi, peraltro con un mare di quattrini? Forse il Comune di Milano intende sperimentare progetti innovativi e di provata efficacia? C'è vivamente da augurarselo, ma sfortunatamente i precedenti non fanno ben sperare. Anzi. Non si può infatti dimenticare come, nel dicembre 2018, alla presenza dell'immancabile Majorino, sia stato presentato «Be.st - Beyond stereotype», una sorta di test preliminare utile a elaborare un modello esportabile in altri istituti. Di cosa si trattava esattamente? Di un metodo a punti per abbattere gli «stereotipi di genere» a cura di esperti che combattono «patriarcato e misoginia». In estrema sintesi, era un progetto con chiare finalità d'indottrinamento.Ebbene, con questo tipo di precedenti, e considerando la comprovata vicinanza tra Palazzo Marino e il mondo Lgbt, non occorre certo un indovino per scorgere, nell'annunciato mezzo milione di euro per campagne di educazione sessuale nelle scuole, il rischio di una grande operazione propagandistica a scapito dei giovani, iniziati sin dai banchi scolastici al verbo arcobaleno e ai suoi diktat.
Il cpr di Shengjin in Albania (Getty Images)