2022-09-09
Sicilia piena, gli immigrati scaricati in Puglia
Migranti a bordo della Ocean Viking (Ansa)
I taxi del mare delle Ong vengono dirottati dal Viminale a Taranto: in due mesi la città ha accolto 2.300 clandestini. Il sindacato di polizia lancia l’allarme: «Gestione critica, ricadute sulla sicurezza». Nel Messinese e in Sardegna proseguono i mini sbarchi.Da quando i centri d’accoglienza siciliani non hanno più un posto libero, il Viminale sta dirottando tutti i taxi del mare verso Taranto. Ieri è approdata la Geo Barents di Medici senza frontiere con 267 passeggeri tirati a bordo nei giorni scorsi. È il settimo taxi del mare che puntava verso la Sicilia e che, negli ultimi due mesi, ha dovuto allungare la sua percorrenza verso Taranto. Città che ha già le sue criticità, alcune delle quali (come quelle ambientali e industriali) particolarmente pesanti. Ma che ha dovuto assorbire i 459 sbarcati il 3 settembre con la Ocean Viking, i 106 del 24 agosto di Geo Barents, i 659 del 5 agosto ancora una volta su Geo Barents, i 438 che viaggiavano sulla Sea Watch 3 e approdati il 28 luglio, i 314 del 13 luglio su Geo Barents e i 65 del 3 luglio, sempre su Geo Barents. Per un totale di 2.308 sbarcati in due mesi. E dopo aver riempito la Sicilia, che ormai scoppia, con 9.281 persone nei centri d’accoglienza (ovvero quasi il 10 per cento di tutti gli sbarcati dell’ultimo anno), hanno deciso di scaricare sulla Puglia. Attualmente la Regione governata da Michele Emiliano è a quota 4.841 ospiti, divisi così: 309 in hotspot, 1.772 nei centri d’accoglienza e 2.810 nella rete del Sai, il Sistema di accoglienza per rifugiati, richiedenti asilo e minori stranieri non accompagnati. Si tratta del 5% del totale. Ma se nei centri d’accoglienza sparsi sul territorio c’è ancora posto, nell’hotspot di Taranto, che si trova a pochi metri dall’ingresso del porto commerciale della città e a ridosso della gigantesca area industriale, è già suonato qualche campanello d’allarme. Il Sap, Sindacato autonomo di polizia, l’altro giorno ha denunciato «criticità nella gestione». Il segretario provinciale Pasquale Magazzino ha fatto presente «le precarie condizioni igienico-sanitarie e le ricadute negative anche sotto il profilo dell’ordine e della sicurezza pubblica». E ha lanciato randellate sul ministro dell’Interno Luciana Lamorgese: «Come poliziotti ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni e da un ministro che dovrebbe tutelarci e rappresentarci». Proprio come a Lampedusa, gli agenti vengono «impiegati in massacranti turni che non consentono il recupero psicofisico e creano problemi per la stessa sicurezza degli operatori di polizia nelle operazioni di sbarco». Il sindacalista ha ricordato anche di aver sollecitato «l’adeguamento della struttura, protocolli scritti di intervento nel caso di tentativi di fuga, nonché di trasferire alla questura di Taranto un adeguato numero di poliziotti da destinare esclusivamente ai servizi di sicurezza dell’hotspot».Oggi il deputato della Lega e sottosegretario all’Interno Nicola Molteni sarà a Taranto per un sopralluogo all’hotspot e un incontro con le forze di polizia: «Non è accettabile che Taranto sia diventata centro di sbarco delle Ong straniere, soprattutto norvegesi», ha commentato Molteni, «come accaduto con l’arrivo di altre 267 persone». E ha aggiunto: «Ocean Viking e Geo Barents, in particolare, impegnate in interventi in acque Sar straniere, continuano a far sbarcare i migranti in Italia. Accettare passivamente tutto questo non è serio per la dignità del nostro Paese». E infine ha fatto riferimento ai decreti sicurezza: «La sfida del prossimo governo sarà colmare l’assenza di una seria politica di contrasto all’immigrazione irregolare. La priorità è introdurre quei decreti sicurezza che bene hanno funzionato nel 2018 e nel 2019». Matteo Salvini ha subito precisato: «In caso di vittoria, una cosa gratis nel primo Consiglio dei ministri che faremo è riapprovare i decreti sicurezza. Costa zero, hanno funzionato e significherebbe riportare un po' di sicurezza in più nelle città. Poi non occorrono passaggi, sono già scritti, il Pd li ha tolti e nel primo Consiglio dei ministri li rimetteremo in vigore». Nel frattempo continuano anche i mini approdi. L’altra notte 55 afghani sono sbarcati sulla spiaggia di Sant'Alessio Siculo, sul litorale jonico messinese. La barca a vela sulla quale viaggiavano si è incagliata nella barriera sommersa realizzata per proteggere la spiaggia e molti si sono buttati in mare. Sono dovute intervenire due motovedette della Capitaneria di porto di Messina. Altri 52, provenienti dall’Algeria, sono approdati alla spicciolata sulle coste del sud Sardegna. Un primo gruppo di quattro uomini è stato individuato dai carabinieri a Giba, nel Sulcis. Un secondo, di 15 persone, a Capo Spartivento, nel territorio di Teulada. Erano già sulla spiaggia e si stavano allontanando.Il reparto aeronavale della Guardia di finanza ha poi scortato al porto di Sant'Antioco due imbarcazioni intercettate a circa dieci miglia da Capo Spartivento, una con 17 e l’altra con 16 persone a bordo. Gli stranieri sono finiti tutti nel centro di prima accoglienza di Monastir, in provincia di Cagliari, dal quale, come denunciato a luglio dal sindaco, spesso partono raid contro gli esercizi commerciali.
L'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri Kaja Kallas (Ansa)
(Ansa)
Il Comando ha ringraziato i colleghi della Questura per il gesto e «la cortesia istituzionale dimostrata in questo tragico momento». A Gorizia invece un giovane di 20 anni ha reso omaggio ai caduti, deponendo un mazzo di fiori davanti all'ingresso della caserma. Il giovane ha spiegato di aver voluto compiere questo gesto per testimoniare gratitudine e rispetto. Negli ultimi giorni, rende noto il Comando isontino, sono giunti numerosi messaggi di cordoglio e attestazioni di affetto da parte di cittadini, associazioni e rappresentanti delle istituzioni.
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