2023-08-08
Il piano B di Londra per il boom profughi: spedirli in un’isola in mezzo all’Atlantico
La chiatta Bibby Stockholm (Getty Images)
Se la Suprema Corte bocciasse l’accordo col Ruanda, Rishi Sunak li dirotterà verso l’Ascensione. A 7.000 chilometri dal regno.In un suo importante discorso d’inizio anno, il primo ministro britannico, Rishi Sunak, ha annunciato le cinque priorità del suo governo: lotta all’inflazione, crescita economica, riduzione del debito pubblico, taglio delle liste di attesa negli ospedali e, dulcis in fundo, i «barchini». In pratica, lotta senza quartiere all’immigrazione illegale che, nel Regno Unito, si manifesta appunto sotto forma delle bagnarole di fortuna con cui i clandestini attraversano il canale della Manica. Facendo questa promessa solenne ai cittadini britannici, Sunak è intenzionato ad andare fino in fondo: a metà luglio l’Illegal immigration act è stato approvato dal Parlamento di Westminster dopo settimane di dibattiti e polemiche. Si tratta di una riforma molto severa in materia di immigrazione clandestina, che ha fatto venire il mal di pancia a parecchie persone coinvolte nel «business dell’accoglienza». La norma prevede, più nello specifico, che non può rimanere su suolo britannico chiunque sia entrato illegalmente all’interno dei confini del Regno Unito. Per questo motivo, è stato siglato da tempo un accordo con il governo del Ruanda, che agisce da centro di smistamento per i richiedenti asilo giunti in Gran Bretagna con metodi illegali: se il profugo risponde ai criteri, potrà rimanere in Ruanda (dietro esborso di Londra); in caso contrario, verrà rispedito nel proprio Paese d’origine.Naturalmente, così facendo, l’esecutivo di Sunak si è messo contro un bel po’ di «umanitari». La stampa liberal e le Ong, ad esempio, hanno subito parlato di «deportazioni», anche se i voli charter per i rimpatri non sono certo paragonabili ai treni piombati o ai vagoni bestiame. Ma anche la Corte europea dei diritti umani (Cedu) e l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) hanno fatto tutto quanto era in loro potere per condannare e ostacolare la riforma tanto voluta prima da Boris Johnson e ora da Rishi Sunak. Lo scorso dicembre, tuttavia, il primo ministro aveva ricevuto un importante assist dall’Alta corte di giustizia del Regno Unito: secondi i giudici, infatti, la nuova legge sull’immigrazione non violava la Convenzione delle Nazioni Unite sui rifugiati o altre leggi sui diritti umani.Nel frattempo, però, le varie associazioni immigrazioniste non sono rimaste a guardare. Al termine di una campagna mediatica dai toni apocalittici, a fine giugno la Corte d’appello inglese ha deciso di bocciare la riforma. Il motivo? Il Ruanda non sarebbe un asilo sicuro per i presunti profughi sbarcati illegalmente su suolo britannico. Sunak, ovviamente, non l’ha prese bene: «Rispetto la Corte, ma non sono assolutamente d’accordo con le sue conclusioni», ha commentato il primo ministro. Che ha poi ribadito il cuore del suo programma: «La politica di questo governo è molto semplice. Sono questo governo e questo Paese a decidere chi arriva qui, non le bande criminali. E farò tutto il possibile perché questo accada». Nonostante l’intoppo giudiziario, tuttavia, Sunak ha voluto portare la questione di fronte alla Corte suprema, che si esprimerà il prossimo dicembre. Benché il premier confidi in un esito favorevole della vicenda, il suo esecutivo sta già vagliando tutti i possibili piani B. In prima linea, come sempre, c’è il ministro dell’Interno, la battagliera Suella Braverman (anche lei originaria dell’India come Sunak). Dopo la sentenza della Corte d’appello, d’altronde, il ministro aveva subito fatto sapere che non si sarebbe arreso: «Non faremo un solo passo indietro», aveva dichiarato, anche perché il programma del governo «è sostenuto dalla maggioranza dei cittadini britannici». In questo senso secondo The Times sarebbero in corso trattative con altri cinque paesi africani diversi dal Ruanda. Mentre proprio ieri i primi 50 richiedenti asilo sbarcati dalla Manica sono stati ospitati sulla mega-chiatta Bibby Stockholm, attraccata nel Dorset, in attesa dell’esito delle pratiche.Ebbene, tra le opzioni sul tavolo come alternativa al Ruanda, sta prendendo quota l’ipotesi di dirottare i clandestini sull’Isola dell’Ascensione. Si tratta di uno dei territori britannici d’oltremare, situato nel bel mezzo dell’oceano Atlantico meridionale, poco al di sotto dell’equatore. L’isola, che dista 1.600 chilometri dalle coste dell’Africa subsahariana e si estende su una superficie di 88 chilometri quadrati, è scarsamente abitata e pertanto si offre come una possibile destinazione per gli immigrati irregolari in caso di sentenza sfavorevole della Corte suprema. Stando a quanto riporta il Daily Mail, coloro a cui verrà concesso asilo o protezione umanitaria dal ministero dell’Interno verrebbero riportati nel Regno Unito. Non è chiaro, invece, che cosa ne sarebbe dei migranti le cui richieste venissero respinte.Questa alternativa, come facilmente intuibile, è ancora oggetto di studio, viste le difficoltà logistiche di tradurre i migranti irregolari sull’Isola dell’Ascensione. Quel che è certo, però, è che l’immigrazione clandestina è diventata una vera piaga per il Regno Unito: nel 2022, attraverso la Manica sono entrate illegalmente in Gran Bretagna circa 46.000 persone (nel 2021 se ne erano registrate 28.000). Nei primi mesi del 2023, invece, si è già arrivati a quota 15.000 e, con il favorevole clima estivo, molte altre ne dovrebbero arrivare, minacciando di toccare cifre record. Una situazione ormai insostenibile che continua a turbare la maggioranza dei cittadini britannici, che l’esecutivo conservatore di Sunak non intende in alcun modo deludere su un punto tanto qualificante del suo programma di governo.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.