2023-09-19
Migranti in fuga dal centro, risse e un agente ferito. Porto Empedocle è nel caos
Cento stranieri sfondano e parte l’assalto al paese. Il sindaco: «Girano in gruppi, fanno paura». A Lampedusa gli arrivi continuano. L’hotspot è di nuovo al collasso.Porto Empedocle. I locali all’improvviso si sono allagati di liquami e gli ospiti sono stati ammassati all’esterno della tensostruttura che può contenere al massimo 250 persone. Le forze dell’ordine hanno fatto sedere i migranti su due file, per permettere il passaggio e per garantire che le operazioni di pulizia continuassero. Ma le recinzioni sono basse e solo 20 operatori delle forze di polizia sono risultati pochi. Quando i migranti hanno percepito che i tempi per il loro trasferimento si sarebbero allungati, visto che le aziende di trasporti hanno risposto picche, dopo l’incidente mortale della scorsa settimana sull’A1, vicino Roma, che è costato la vita a due giovani autisti, hanno cominciato a protestare. Circa 100 persone hanno schiacciato il cordone di poliziotti che tentava di impedire la fuga di massa. Un agente è rimasto ferito, riportando lesioni e la lussazione di una spalla. Le recinzioni, poi, si sono dimostrate di un’altezza inadeguata. E la presenza di oltre 1.300 migranti sulla banchina sembra aver scosso i residenti. «Le persone che riescono a riversarsi per strada e che si aggirano in gruppetti mettono paura anche ai meno impressionabili, è una situazione insostenibile», afferma il sindaco, Calogero Martello. Il Viminale è al lavoro per cercare di alleggerire la struttura e ha previsto l’invio a Porto Empedocle di un traghetto da 600 posti e di sei autobus, alcuni dei quali dell’esercito e della polizia. Mentre nella giornata di oggi un altro traghetto di linea dovrebbe raggiungere il porto. Nel weekend si è potuto contare sui mezzi dell’Ast, la partecipata regionale dei trasporti, che la Regione ha impiegato per i trasferimenti dei migranti, scusandosi con gli utenti per eventuali disservizi. Durante la settimana, però, quei mezzi servono i pendolari e le tratte turistiche interne e i privati hanno negato la disponibilità. I migranti se ne sono andati quindi in giro per la città alla spasmodica ricerca di cibo e acqua. Secondo il sindaco, «tutti lamentano di non mangiare né bere e restano per ore sotto il sole, in condizioni disumane». Martello attende risposte e non esclude proteste eclatanti: «Siamo pronti alle barricate». «È assolutamente necessario e prioritario, proprio come sostiene il ministro Matteo Piantedosi, creare degli hotspot in ogni singola regione», ha affermato il segretario generale del sindacato di polizia Coisp, Domenico Pianese, che ha aggiunto: «Solo in questo modo sarà possibile evitare situazioni esplosive come quelle di questa notte; attraverso gli hotspot, infatti, diviene molto più semplice e immediata la ricollocazione di tutti coloro che vi transitano». Con Porto Empedocle, nel caos a soffrire è anche Lampedusa. L’hotspot di contrada Imbriacola è di nuovo sovraffollato e gli approdi non si fermano. Con sette barconi sono arrivati nel giro di 24 ore in 464, portando il numero degli ospiti dell’hotspot a quota 1.300. Gli ultimi 209 hanno salutato i bagnanti che si trovavano tra la spiaggia e il tratto di mare della Guitgia. «La maggior parte del viaggio l’abbiamo fatto a bordo di un peschereccio, di circa dieci metri, di colore bianco e rosso. Vicino alla costa siamo stati messi su un gommone e abbiamo proseguito con quello», hanno raccontato i migranti, che hanno anche riferito di essere partiti dalla Libia. Sulla banchina alcuni stranieri di diverse nazionalità che erano in coda per le identificazioni sono venuti alle mani. La lite, ancora una volta, si è innescata per il mancato rispetto della fila. I tafferugli sono stati sedati dalla polizia. Una persona è rimasta ferita e nella struttura è arrivata un’ambulanza. Il migrante è stato medicato in infermeria e non è stato necessario il trasporto al poliambulatorio. Anche il centro d’accoglienza di Catania soffre. Qui è stato smistato il traghetto con 600 migranti che inizialmente doveva approdare a Porto Empedocle. Il flusso ha mandato in tilt l’ex hub vaccinale di San Giuseppe La Rena, che può contenere non più di 900 persone. Gli operatori della Protezione civile hanno cominciato, però, a montare un altro tendone da 300 metri quadrati per ampliare il numero di posti. Nella strategia del Viminale per fronteggiare l’accoglienza ci sono poi le nuove misure approvate nel corso del Consiglio dei ministri di ieri: il prolungamento a 18 mesi del tempo massimo di trattenimento per il rimpatrio e la previsione di nuovi Cpr. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha spiegato che con il nuovo provvedimento si dà «mandato al ministero della Difesa di realizzare nel più breve tempo possibile le strutture per trattenere gli immigrati illegali», da realizzare «in località a bassissima densità abitativa e facilmente perimetrabili e sorvegliabili». I criteri per individuare le aree interessate, a quanto si apprende, saranno definiti da un dpcm di prossima uscita. «Stiamo lavorando», ha annunciato il presidente Meloni, «ad alcune norme per prevedere dei canali differenziati per donne, bambini e under 14, ai quali sarà garantita ogni tutela. Inoltre, in accordo con il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, saranno convocati gli ambasciatori di quei Paesi che rappresentano le più consistenti nazionalità dichiarate al momento dello sbarco dagli immigrati sulle nostre coste. L’Italia chiederà loro la massima collaborazione per l’immediato rimpatrio degli irregolari, rappresentando che, sulle altre questioni di reciproco interesse, offrirà loro il medesimo grado di collaborazione ricevuta sul tema immigrazione».
Antonella Bundu (Imagoeconomica)
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