2019-12-01
L’Ue: «Rinviare il Mes? Non vi conviene...»
La coalizione si spacca. Luigi Di Maio: «Non si firma al buio». Anche Stefano Fassina (Leu) chiede di evitare forzature. Ma Graziano Delrio alza il muro: «Ci giochiamo la credibilità». La Ue: «Proroga possibile, ma non vi conviene...».Dal vertice di maggioranza di oggi alle comunicazioni di Giuseppe Conte in Senato del 10 dicembre: l'iter del trattato è quasi al capolinea.Lo speciale contiene due articoli.Si mette male, anzi malissimo, per il governo giallorosso. La riforma del Mes, il fondo salva Stati, spacca la maggioranza e avvicina la crisi. Il M5s, ieri, ha ufficialmente messo nero su bianco che la riforma, così come è stata elaborata, non va bene. Giuseppe Conte vacilla: domani riferirà prima alla Camera (alle 13) e poi al Senato (alle 15 e 30) sull'argomento. Oggi, salvo imprevisti, dovrebbe tenersi un vertice di governo. Per Conte, la speranza è quella di un rinvio dell'approvazione definitiva del nuovo Mes da parte dell'Unione europea. Alcune indiscrezioni provenienti da Bruxelles, infatti, segnalano che non è solo l'Italia a sollevare questioni sulla riforma del fondo salva Stati. Fonti Ue citate dai media dicono che un rinvio è possibile, ma non è nell'interesse dell'Italia. La data cruciale è quella di mercoledì prossimo, 4 dicembre, quando i ministri dell'Economia dei Paesi dell'Unione si riuniranno: uno slittamento della ratifica dell'accordo potrebbe dare un po' di ossigeno al governo italiano. La Commissione, stando a quanto riporta l'Agi, sarebbe pronta a sostenere l'Italia sul no alla proposta tedesca di requisiti di capitale delle banche in base al rating dei titoli pubblici che detengono, giudicata inaccettabile dall'esecutivo comunitario. E anche la Francia, oltre all'Italia, è contraria.Ieri, intanto, Luigi Di Maio ha ufficializzato il veto del M5s alla ratifica del Mes così come è stata elaborata: «È bene», dice Di Maio, «che ci sia una riflessione. Il Mes ha bisogno di molti miglioramenti, non possiamo pensare di firmare al buio, quando avremo letto tutto verificheremo se conviene il pacchetto. È sano per l'Italia non accelerare, l'unione bancaria mi preoccupa più del Mes. L'assicurazione sui depositi», argomenta il ministro degli Esteri, «va messa a posto, ci sono dei negoziati in corso ed è bene che proseguano con il protagonismo dell'Italia. Visto e considerato che c'è stato un cambio di maggioranza in parlamento, che il parlamento non si è ancora espresso sul Mes, sull'Unione bancaria e sul deposito sulle assicurazioni, è bene che ci sia una riflessione. Anche il ministro Gualtieri lo ha detto: in questo momento», chiarisce Di Maio, «il negoziato ha tutte le possibilità di poter migliorare questo trattato». Anche Leu frena: «Sul Mes», dice il deputato Stefano Fassina, è autolesionistica la rappresentazione di uno scontro tra europeisti responsabili e irresponsabili sovranisti, tra chi vuole salvaguardare la continuità dell'Italia nella Ue e nell'eurozona e chi vuole rompere. Il Pd eviti forzature», prosegue Fassina, il Parlamento italiano il 19 giugno scorso si è espresso in modo molto chiaro sul Mes per consentire al Parlamento di esprimersi con un atto di indirizzo e, conseguentemente, sospendere ogni determinazione definitiva finché il Parlamento stesso non si sia pronunciato. Non vi può essere stata nessuna determinazione definitiva. Senza ulteriori drammatizzazioni», sottolinea Fassina, «il governo riconosca che non ha avuto e non ha il mandato per firmare il trattato. Il Mes non è nel programma della maggioranza».Il Pd sente aria di crisi di governo: «Sul Mes in queste ore», avverte il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, «ci giochiamo la credibilità del Paese, l'andamento dello spread e dei mercati. Non si può giocare con il fuoco: prendo per buone le parole di Luigi Di Maio e, da qui a lunedì vedremo se alle intenzioni seguiranno anche i comportamenti». Preoccupazione per la tenuta della maggioranza traspare anche dalle parole del capogruppo del Pd alla Camera, Graziano Delrio: «Siccome non ci sono elementi di merito che mettono in discussione la nostra sovranità nazionale», spiega Delrio, «è molto importante che diamo una dimostrazione di serietà e affidabilità. Io mi aspetto che le legittime critiche del nostro alleato non portino a provocare una crisi di credibilità per il paese. Questo sarebbe grave, per i cittadini e per la serietà con cui viene visto il nostro governo. Non si può stare al governo accettando compromessi su questioni che sono di grande rilevanza per la nostra credibilità. Sul Mes», avverte Delrio, «potremo avere anche molte critiche, molte sfumature diverse. Ma non si può a quattro giorni dalla ratifica di un trattato internazionale rimettere tutto in discussione e chiedere rinvii».In risposta ai dem arriva tuttavia una nota moloto netta dei grillini che invita il Pd a non alzare i toni e puntualizza che se qualcuno vuole «metterla sul tema della credibilità, a noi sembra che la credibilità come Stato in tutti questi anni l'abbiamo persa proprio quando si firmava qualsiasi cosa per compiacere sempre qualche euroburocrate, piuttosto che tutelare gli interessi dell'Italia e degli italiani. Bene, quell'epoca è finita. Consigliamo al Pd di lavorare con noi ad un punto di intesa. Tutti sanno che il Mes è modificabile ed emendabile». Da parte sua, Matteo Salvini, continua a incalzare Conte: «Rispondo», risponde Salvini a chi gli chiede un'opinione sulla riforma del Mes, «con le parole del governatore di Bankitalia che non è un pericoloso leghista: rappresenta un enorme rischio. Si rischia di usare i soldi dei risparmiatori italiani per salvare le banche tedesche e io penso che i soldi degli italiani vadano usati per aiutare altri italiani. Per come è scritta ruba ai poveri per dare ai ricchi, ai risparmiatori italiani, per dare alle banche francesi e tedesche. Dico a Conte: se hai firmato qualcosa senza il consenso degli italiani dimettiti e chiedi scusa. Lunedì (domani, ndr) andrò a sentire Conte che deve intervenire in Parlamento per spiegare gli italiani se ha svenduto i risparmi della sovranità italiana e sono proprio curioso di sentire cosa avrà da dire. Mi aspetto che dica una cosa strana, la verità».<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/mezzo-governo-vuol-fermare-il-mes-ma-per-il-pd-non-si-puo-ridiscutere-2641484536.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="si-decide-tutto-in-10-giorni-ecco-la-corsa-a-ostacoli-dellesecutivo-giallorosso" data-post-id="2641484536" data-published-at="1758062691" data-use-pagination="False"> Si decide tutto in 10 giorni. Ecco la corsa a ostacoli dell’esecutivo giallorosso Alla vigilia dei discorsi che domani, lunedì 2 dicembre, terrà alla Camera (alle 13) e al Senato (alle 15 e 30) per riferire sulla riforma del Mes, il premier Giuseppe Conte si mostra ottimista e fiducioso: «Lunedì (domani, ndr) non ci sarà nessuna battaglia», ha detto ieri Conte, «è una informativa doverosa al Parlamento da parte del presidente del Consiglio che ogni volta che è stato chiamato, ogni volta che ha avuto e avrà la possibilità di informare, dialogare con i membri del Parlamento lo fa e lo farà. Come sapete», ha aggiunto il premier col ciuffo, «la sovranità appartiene al popolo, i parlamentari rappresentano il popolo quindi mi confronterò, informerò. Mi è stato chiesto e sarà sempre così». Ai giornalisti che gli hanno chiesto se la tenuta del governo sia a rischio sulla vicenda Mes, il premier ha risposto così: «No. Ogni volta, a ogni passaggio un po' delicato, si ragiona sempre del rischio per il governo. Questo governo andrà avanti», ha sottolineato Conte, «per un motivo semplice: perché il Paese ha tante urgenze, ha tanti problemi anche strutturali da risolvere. Noi offriamo delle risposte concrete. Lo abbiamo già dimostrato e lo stiamo dimostrando con questa manovra finanziaria. E ancor di più lo dimostreremo appena l'avremo approvata con un piano di riforme strutturali e con un cronoprogramma serrato, molto impegnativo, al quale lavoreremo con tutte le nostre forze dalla mattina alla sera. Noi», ha argomentato Conte, «offriamo un progetto politico, un futuro sostenibile e credibile a questo paese. È per questo che non andremo a casa. Lunedì (domani, ndr) sarò in Parlamento e metteremo tutti i tasselli al loro posto e inizieremo a spazzare via tutte le fesserie che sono state dette, ne ho ascoltate tante. Sono molto paziente ma il momento in cui dovremo spazzare via le chiacchiere che sono state fatte, sarà lunedì. Ci confronteremo serenamente con il Parlamento», ha sottolineato ancora Conte, «come è giusto che sia, nel rispetto delle Istituzioni sovrane e dei cittadini. Ricordatevi sempre che se la politica anziché con la P maiuscola si comporta con la p minuscola, poi cala la fiducia nella classe dirigente, nella classe politica. Questo non riguarda solo la maggioranza ma anche le opposizioni. Alle opposizioni chiedo sempre di essere serie, dure anche, aspre con il governo e con le forze di maggioranza, ma sempre di essere credibili. Quando ci sono menzogne», ha concluso Conte, «queste fanno male a loro stesse e a tutta la politica, alla democrazia». Dunque, oggi dovrebbe tenersi (condizionale d'obbligo) il vertice di governo sul Mes; domani le informative di Conte alla Camera e al Senato; mercoledì, 4 dicembre toccherà ai ministri finanziari dell'Eurozona riunirsi. Sempre mercoledì, il governatore di Bankitalia Ignazio Visco sarà ascoltato in audizione alla commissione Bilancio alla Camera. Conte riferirà nuovamente in Senato il 10 dicembre, a ridosso del Consiglio europeo di mercoledì 13 chje dovrà sancire l'approvazione del trattato.