2019-05-11
Mezza veneta, mezza del Nebraska. Cattolica galoppa senza fare finanza
Warren Buffett ha il 9% delle assicurazioni veronesi che puntano su polizze danni e vita (raccolta in crescita) e non sul business del risparmio gestito. Il dg Enrico Mattioli: «Non è un caso che a Omaha piaccia la tradizione».In quel di Verona e di Omaha, in Nebraska, le assicurazioni funzionano puntando ancora sulle care e vecchie polizze danni e vita. È il caso di Cattolica assicurazioni la cui filosofia è nata nel 1896 e i risultati diffusi dimostrano crescita e al tempo stesso continuità. D'altronde, è anche il motivo per cui uno che di assicurazioni se ne intende, Warren Buffett (è ad e presidente di Berkshire Hathaway è il più grande riassicuratore mondiale), a gennaio di quest'anno ha deciso di diventare il primo azionista del gruppo veronese con il 9% delle quote. L'oracolo di Omaha di solito ci vede giusto: la società guidata dall'amministratore delegato Alberto Minali ha chiuso il primo trimestre riportando un utile netto in crescita tendenziale del 10,5% a 26 milioni di euro. Niente finanza, quindi. L'idea di Cattolica è quella di schiacciare l'acceleratore sul ramo danni e su quello vita e, più ingenerale, su tutto quello che riguarda il mondo delle polizze non automobilistiche. Il mercato delle quattro ruote, spiegano da Verona, sta andando incontro a grandi rivoluzioni come quelle della guida autonoma e del car sharing e le polizze Rc auto saranno sempre meno. Basta dare uno sguardo ai risultati per capirlo. Il gruppo ha registrato nel periodo un aumento sia sul fronte della raccolta del ramo danni - salita a 0,49 miliardi - sia sul vita (+17,2% a 1,012 miliardi). Non a caso, invece, il segmento auto ha il segno meno. Al contrario e secondo la «ricetta» di Cattolica, mentre il comparto «non auto» segna un progresso del 17,1% a 0,22 miliardi. Anche il risultato operativo segna una significativa crescita del 33,2% a 60 milioni di euro grazie soprattutto al consolidamento deli nuovi accordi con Banco Bpm sul tema della bancassicurazione. Lo staff di Minali non vorrà quindi prodotti dalla natura troppo finanziaria, ma in realtà la finanza a Verona la si conosce bene. Il gruppo ha ottenuto rendimenti da quanto investito di 118 milioni di euro. Non male su 32,1 miliardi di investimenti totali.«Non è un caso che Warren Buffett abbia scelto di investire in un gruppo come il nostro», spiega Enrico Mattioli, vice direttore generale e direttore finanziario del gruppo. «Uno dei più grandi investitori al mondo non si è mai intromesso nel nostro business non essendo attivista, ma ha da sempre una predilezione per le assicurazioni dal business più tradizionale. In pratica è vicino alle nostre idee, particolarmente per quanto riguarda tutti i nostri prodotti sui rischi speciali come quelli legati allo sport o all'arte», spiega. «Siamo un player domestico e la nostra intenzione è quella di crescere soprattutto nel settore dei prodotti “non auto" e nella componente vita. Inoltre, vogliamo migliorare la redditività dei rischi industriali e quella di particolari settori a noi storicamente vicini come l'agricoltura o agli enti religiosi». Insomma, saranno i capitali che l'oracolo di Omaha ha portato nelle casse della storica assicurazione veronese, ma le prospettive del gruppo per il 2019 sembrano rosee. Cattolica Assicurazioni è fiduciosa di riuscire a conseguire un utile operativo «almeno a singola cifra alta» su base tendenziale, ha spiegato Mattioli. La strada del gruppo è quindi tutta spianata. A differenza di altri colossi assicurativi, il gruppo ha confermato che lo sviluppo del risparmio gestito non è una priorità del piano industriale. «Avremmo bisogno di risorse molto rilevanti e, per poter competere in questo settore, ci sarebbe bisogno di investimenti che abbiamo preferito riservare al mondo delle polizze che è il nostro business di riferimento», ribadisce Mattioli. «Per sbarcare sul mercato del risparmio gestito avremmo dovuto fare acquisizioni o accordi importanti perché crescere organicamente in questo mondo è molto difficile e, visto il nostro posizionamento, non sarebbe stata una mossa che avrebbe aggiunto valore», dice il manager.Sempre in termini di accordi, invece, il gruppo ha ribadito l'interesse per l'accordo distributivo con Ubi. La scadenza dell'accordo distributivo su Lombarda Vita «scadrà nel 2020 e c'è pertanto tutto il tempo per discutere varie opzioni», ha concluso Mattioli.Insomma, c'è sempre tempo. Come dice l'oracolo di Omaha, «il nostro periodo di investimento ideale è per sempre».
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