2024-04-03
Zizou-Allegri e i casi Inzaghi e Motta. Mezza serie A vuole un nuovo mister
Zinedine Zidane (Getty Images)
Se la Juve silurasse Max, la suggestione è il francese. Per l’interista sirene dall’estero, mentre a Napoli Adl ha contattato Conte. L’uomo del «miracolo Bologna» piace al Milan, De Zerbi sogna i blaugrana. «È la città che licenzia l’allenatore, il presidente gli dà solo la cattiva notizia». Il motto preferito di Alex Ferguson, che non corse mai quel rischio, vale zero nell’era dei social. Più un tecnico è «out» sul web, più si imbullona alla panchina. Sta accadendo ai due chiacchierati speciali dalle tifoserie, Massimiliano Allegri e Stefano Pioli, dai quali è necessario partire per le previsioni di primavera di quello che sarà il più fantasmagorico ballo dell’estate pallonara: la quadriglia (altro che valzer) degli allenatori in Italia e all’estero.Allegri è sotto assedio da quando, tre anni fa, è tornato a Torino per rilanciare la Juventus con 7 milioni di stipendio a stagione: fallimento assoluto, non bisogna avere la chioma Apache di Daniele Adani per vederlo. Nessun exploit europeo, tre campionati da dimenticare (il primo chiuso a 16 punti dal Milan, il secondo a 18 dal Napoli, in questo è a -20 dall’Inter), top player come Dusan Vlahovic e Federico Chiesa deprezzati, gioco da provinciale e tifosi che fischiano allo Stadium. In questi casi un tecnico è definito «al capolinea» ma il livornese Max tiene botta: costringerebbe i dirigenti a sborsare un altro anno di contratto per cacciarlo ed è, da sempre, un grande allenatore di giornalisti dietro le quinte. Se vince la Coppa Italia e rimane aggrappato alla zona Champions potrebbe perfino rimanere. «Abbiamo grande fiducia in lui, stiamo lavorando insieme per trovare la chiave», ha detto l’ad Maurizio Scanavino citando La Bohème. In attesa delle «notti di luna» la Signora però si guarda attorno, anche perché l’Allegriout rimane in tendenza sui social e la tifoseria minaccia di non rinnovare gli abbonamenti. Un’opzione facile sarebbe Raffaele Palladino del Monza, con Alberto Gilardino in Brianza. Una più difficile il ritorno a casa di Antonio Conte (John Elkann è di nuovo favorevole a questa soluzione), ma il sogno notturno rimane Zinedine Zidane. L’ex fuoriclasse bianconero, vincitore di tre Champions League con il Real Madrid, era stato corteggiato già tre anni fa, prima di Allegri, ma disse no perché aveva voglia di staccare la spina. Ora è fuori dal giro, rigenerato e con il desiderio di rientrare da protagonista nella Torino che lo aveva lanciato e lo adora. L’operazione è fattibile, con una sola incognita che costringerà gli juventini a tifare Kylian Mbappè e perfino Marcus Thuram in giugno: se Didier Deschamps buca l’Europeo, il marsigliese è il candidato numero uno alla panchina per lui irrinunciabile, quella della Francia.Il destino di Pioli è differente nell’approccio ma potrebbe essere identico negli effetti. Dopo i disastri invernali (fuori dalla Champions, quinto derby consecutivo perso, preparazione sbagliata con infortuni muscolari da Guinness dei primati) il tecnico rossonero sta vivendo una primavera di resurrezione. Ora il Milan è una macchina da guerra, è secondo comodo in campionato e può arrivare in fondo all’Europa League. «Pioliout» aleggia sempre sui settori nobili di San Siro, soprattutto per non essere riuscito a cementare attorno a un fuoriclasse come Rafael Leao una squadra competitiva nel lungo periodo. Ma gli applausi della curva e le carezze di Zlatan Ibrahimovic («Siamo felici, deve continuare così, sta facendo un gran lavoro») sembrano convincere Gerry Cardinale a dargli ancora fiducia. Il piano B però è pronto. Difficile Antonio Conte, che si sarebbe proposto e verrebbe di corsa ma costa sui 20 milioni a stagione. Più semplice ottenere il sì di Thiago Motta che sta facendo volare il Bologna e viene definito l’uomo ideale per aprire un ciclo «da Milan».Ormai blindato Daniele De Rossi alla Roma dopo la stupefacente rincorsa all’Europa che ha decretato il tramonto di Josè Mourinho, anche la Lazio sembra a posto: Igor Tudor ha firmato fino al 2025, ha il carattere per interiorizzare i valori dell’aquila e a scanso di imprevedibili terremoti potrà soddisfare le ambizioni giochiste di Claudio Lotito. Sugli scenari italiani, per panchine di medio cabotaggio aleggiano anche i nomi di Fabio Pecchia (oggi leader in serie B con il Parma) e del sorprendente Francesco Farioli che lavora con profitto a Nizza. Il baricentro del toto-allenatori top si sposta per forza a Napoli, dove Aurelio De Laurentiis sta preparando l’ennesima rivoluzione. Con i 120 milioni dalla cessione di Victor Osimhen, il presidentissimo potrà contare sul budget perfetto per convincere Conte e per accontentarlo nelle consuete richieste da Wanda Osiris. I due si stimano, si sentono (De Laurentiis aveva provato a ingaggiarlo dopo lo sfascio di Rudy Garcia), sono anche andati in vacanza insieme. Il colpo dell’estate è tutt’altro che una chimera. E in caso di intoppi l’alternativa è Vincenzo Italiano. Il piccolo Sarri ha dato una dimensione internazionale alla Fiorentina, fa giocare calcio champagne ed è in scadenza di contratto: caratteristiche che piacciono al gran visir partenopeo.I piani sono questi, ma sul luna park incombe una grande incognita che arriva dall’estero: fra due mesi Bayern Monaco, Barcellona, Liverpool e probabilmente Manchester United saranno senza allenatore. Non è pizza e fichi, soprattutto dopo il no di Xabi Alonso a spostarsi dalla sorpresa Leverkusen. Quelle panchine sono come una pastiera a Pasqua, fanno gola. Jurgen Klopp è l’utopia del Bayern, ma dopo i trionfi e gli stress di Anfield Road vorrebbe andare in vacanza in camper. A Barcellona l’uscita di scena di «piangina» Xavi lascia un vuoto che un certo ex ct in esilio dorato in Arabia Saudita potrebbe riempire: Roberto Mancini. In alternativa c’è una sicura promessa come Roberto De Zerbi, soprattutto se al piccolo mago Merlino verrà dato tempo di assemblare in modo meno circense il gruppo di giocolieri.L’intrigo internazionale risucchia inevitabilmente il prezzemolo del momento, Antonio Conte. Sia in Baviera, sia sulle Ramblas, sia nella Manchester depressa che guarda vincere Pep Guardiola sarebbe perfetto, e senza alcun problema di soldi. I guerrieri da inseguire urlando mentre corrono sulla fascia laterale ci sono già. Nella maionese impazzita può perfino rientrare Simone Inzaghi. L’allenatore che sta facendo volare l’Inter tratta il prolungamento fino al 2027, Beppe Marotta gli ha proposto 6,5 milioni e lui sarebbe felice di completare l’opera prima dell’auto-pensionamento dell’ad. Ma mentre gli Zhang nuotano nei debiti, dal punto di vista societario Liverpool e Bayern sono tentazioni formidabili, piazze pazzesche, sfide che cambiano la vita. E che valgono un paio di scudetti.
L'esercito polacco ispeziona il sito dopo che un drone russo ha danneggiato il tetto di un edificio residenziale a Wyryki, nella Polonia orientale (Ansa)
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast dell'11 settembre con Flaminia Camilletti
Il caffè di ricerca e qualità è diventato di gran moda. E talvolta suscita fanatismi in cui il comune mortale si imbatte suo malgrado. Ascoltare per credere.