2025-05-18
Merz per ora depone le armi. «Soldati al fronte? È presto. L’Italia è partner essenziale»
Giorgia Meloni e Friedrich Merz (Ansa)
Il cancelliere a Chigi: «Brava Meloni, ha influenza su Trump». Il premier: «Bene che non si parli di inviare contingenti». Poi punge Emmanuel Macron: «Mina la nostra unità».Tre bilaterali in poche ore per il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ieri pomeriggio ha ricevuto a Palazzo Chigi il presidente della Repubblica libanese, Joseph Aoun, il primo ministro del Canada, Mark Carney, e il cancelliere tedesco, Friedrich Merz. Tre incontri con leader di tre continenti, a Roma per l’inaugurazione del pontificato di papa Leone XIV. Ultimo ma il più atteso il bilaterale con il neo cancelliere Merz. Il leader di Berlino, in conferenza stampa, ha confermato che il tema dell’invio di truppe in Ucraina non è stato discusso nei recenti vertici ai quali ha partecipato, compreso quello dell’altro ieri a Tirana con Emmanuel Macron, Keir Starmer, Donald Tusk e Volodymyr Zelensky, che si sono sentiti al telefono con Donald Trump: «Non c’è nessuna discussione», ha sottolineato Merz, «sull’invio di truppe in Ucraina, è fuori di ogni realtà politica, non c’è nessun motivo di parlare di questo adesso. Noi in questo momento ci adoperiamo perché si arrivi a un cessate il fuoco, vogliamo che tacciano le armi». Una dichiarazione che ha suscitato la soddisfazione della Meloni: «Prendo atto che l’invio di truppe non è più un tema sul tavolo», ha detto la nostra premier, «ho espresso più volte perplessità sull’efficacia di una iniziativa di questo tipo. La priorità è arrivare ad un cessate al fuoco incondizionato. Continuiamo a essere disponibili a partecipare a qualsiasi formato con i nostri partner europei e occidentali per raggiungere l’obiettivo di una pace giusta e duratura in Ucraina». Non è mancata una staffilata a Macron: «Alcuni personalismi», ha sottolineato la Meloni, «rischiano di minare l’unità dell’Occidente». Quello con Merz, ha argomentato Giorgia Meloni, «è stato un incontro molto aperto, cordiale, ma soprattutto molto operativo, concreto, che credo rappresenti la smentita più efficace alla presunta assenza di interesse del governo tedesco a un rapporto con l’Italia. La solidità e la profondità delle nostre relazioni sono impossibili da mettere in dubbio». «Italia e Germania», ha confermato Merz, «sono unite da una profonda amicizia da decenni. Entrambi siamo paesi fondatori dell’Ue, uniti da una cooperazione di decenni che voglio che vada avanti e si intensifichi. LItalia è un partner strategico irrinunciabile nella politica estera», ha aggiunto il cancelliere tedesco, «siamo due grandi nazioni industriali». Piena sintonia, come prevedibile, sullo stop al Green deal esasperato: «Sull’automotive», ha sottolineato la Meloni, «Italia e Germania possono fare la differenza. Il settore è stato schiacciato da un approccio eccessivamente ideologico. La Commissione europea ha avviato alcuni correttivi anche su impulso italiano ma non è ancora abbastanza, crediamo che si possa fare di più. Deve essere affermato pienamente il principio della neutralità tecnologica, è un passaggio indispensabile». Significativo il passaggio in cui Merz ha fatto i complimenti a Giorgia Meloni per il successo della visita alla Casa Bianca: «È stata la prima a incontrare Trump», ha detto Merz, «il presidente del Consiglio italiano ha influenza ed è uno dei protagonisti principali in Europa per consentire che possiamo rimanere a fianco degli Usa, perché sappiamo che non sono sostituibili». La Meloni ha poi approfondito il tema dei negoziati per l’Ucraina: «Abbiamo parlato degli sforzi comuni per arrivare a una pace giusta e duratura in Ucraina. Se oggi ci sono le condizioni perché si svolgano colloqui di pace», ha sottolineato la Meloni, «è grazie alla tenacia del popolo ucraino ma anche al sostegno dell’Occidente. Non c’è stato l’incontro Zelensky-Putin ma è comunque positivo che le delegazioni si siano viste, grazie anche all’azione della Turchia e dell’America». Più duro Merz: «I colloqui diretti Russia-Ucraina a Istanbul», ha sottolineato il cancelliere tedesco, «non hanno soddisfatto le nostre aspettative nonostante i negoziatori ucraini avessero mostrato la massima disponibilità. La Russia non ha accettato la proposta di una tregua ampia e incondizionata. Putin non è andato in Turchia e gli attacchi continuano», ha aggiunto il leader tedesco, «aumenteremo la pressione sulla Russia approvando il diciassettesimo pacchetto di sanzioni dell’Ue, in particolare contro la flotta ombra russa». Sulle indiscrezioni giornalistiche, poi smentite, secondo le quali la Spd voleva escludere l’Italia dall’elenco dei parter strategici della Germania, Merz è stato nettissimo: «Per quello che riguarda gli accordi di coalizione», ha chiarito il cancelliere, «in nessun momento, né da parte della Cdu né della Spd, c’è stata una discussione sul nostro rapporto con l’Italia». Piena sintonia anche sull’immigrazione: «Abbiamo fatto il punto su una collaborazione già in atto nel quadro del Processo di Roma. Io riscontro grandissima sintonia con il cancelliere Merz», ha detto la Meloni, «e penso davvero che lavoreremo molto bene insieme per consolidare quel cambio di approccio che si è affermato in questi anni in Europa e che ritiene prioritaria la lotta ai trafficanti di esseri umani, la difesa dei confini esterni, il rispetto della legalità, il rafforzamento dei rimpatri e una cooperazione da pari a pari, nuova, un nuovo modello di cooperazione con i paesi africani, con i paesi di origine, con i paesi di transito». Merz ha annunciato contatti tra i ministri dell’Interno dei due Paesi: «Vogliamo trovare intese e soluzioni appropriate, collaborare con Stati terzi. Crediamo che le iniziative italiane con i Paesi rivieraschi abbiano avuto successo», ha detto Merz, «dobbiamo avere una politica europea comune sui rifugiati in piena corrispondenza con il diritto europeo».
Sergio Spadaro e Fabio De Pasquale (Imagoeconomica)