2021-01-24
Mentre il governo ci chiudeva in casa hanno preso d’assalto i nostri porti
Nel 2020, nonostante l'emergenza Covid, sono stati registrati 34.154 arrivi via mare. Persino l'Onu parla di un «aumento significativo» rispetto agli 11.471 del 2019. E altri 374 sbarcheranno dalla Ocean Viking.Siamo alle solite: la nave delle Ong Ocean Viking - che ha a bordo 374 passeggeri, tra i quali 131 minori non accompagnati, 21 sono neonati e 35 bambini - fa sapere di aver chiesto un porto sicuro alla Libia. In assenza di risposta, fanno sapere, avrebbero contattato Malta. Ma alla fine, come al solito, l'approdo sarà in Italia. La Guardia costiera ieri ha già evacuato una donna incinta di otto mesi, dopo una segnalazione dell'Ong Sos Mediterranée, per una gravidanza a rischio che ha reso necessarie cure a riva. E siccome il mare comincia a farsi molto mosso, con elevata probabilità si andrà verso l'ok allo sbarco. Altri 145 migranti ieri hanno allertato Alarm Phone, segnalando di trovarsi al largo della Libia su un gommone alla deriva. Luca Casarini, l'armatore di Mediterranea saving humans ha chiesto alle navi militari italiane in zona «di intervenire subito», perché l'unica Ong nel Mediterraneo è la Ocean Viking, che dopo le sue tre operazioni in due giorni ha lasciato in mare il quarto barcone per puntare verso l'Italia. Con i 374 migranti da far sbarcare che andranno ad aggiungersi agli oltre 34.000 giunti nel 2020. I dati forniti dall'Unhcr certificano che gli arrivi si sono moltiplicati. A dicembre in 1.591 sono arrivati via mare nelle regioni meridionali dell'Italia, la maggioranza proviene dalla Tunisia e, in misura minore, da Iraq, Iran, Costa d'Avorio ed Egitto. Alla fine del 2020, nonostante l'emergenza per il Covid-19, in Italia sono stati registrati 34.154 arrivi via mare. «Ciò rappresenta un aumento significativo rispetto agli 11.471 registrati nel 2019», sostengono dall'Unhcr, «con le partenze dalla Tunisia che sono quadruplicate». I tunisini rappresentano il gruppo nazionale più diffuso tra gli arrivi, pari al 38 per cento del totale. E sono arrivati quasi tutti con sbarchi fantasma. «Solo circa 4.500 migranti sono stati soccorsi dalle autorità o dalle Ong in alto mare», certifica l'Unhcr, «gli altri sono stati intercettati dalle autorità vicino alla costa o sono arrivati inosservati». Ma bisogna tenere in conto che «in tutto il 2020 c'è stata una presenza limitata di Ong che conducono operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale. Alla fine dell'anno, operava solo la Open Arms». L'isola di Lampedusa, da sola, ha raccolto oltre il 60 per cento degli arrivi via mare del 2020. Al 31 dicembre, 79.938 persone erano ospitate in strutture di accoglienza in tutto il Paese, di cui 54.343 nei centri di prima accoglienza e 25.574 nelle strutture di secondo livello. Ma tra l'1 gennaio e il 31 dicembre sono state avanzate solo 26.551 domande di asilo. E lo status di rifugiato o la protezione sussidiaria è stata concessa al 21 per cento dei richiedenti. E visto che il sistema delle espulsioni tanto propagandato dal ministro dell'Interno Luciana Lamorgese ancora non decolla, c'è una buona fetta di immigrati che resta a spasso per le città italiane in clandestinità. Molti lasciano il Paese. Solo nella prima metà di dicembre, prima che entrassero in vigore le misure più restrittive relative al Covid-19, ricostruiscono dall'Unhcr, «un numero maggiore di rifugiati ha raggiunto Ventimiglia, vicino al confine tra Italia e Francia, nella speranza di entrare nel Paese transalpino. Si stima che 200 persone dormissero in pessime condizioni a causa della mancanza di alloggi». La prova che la tanto propagandata accoglienza buonista giallorossa fa acqua da tutte le parti. Proprio mentre da Parma arriva l'ennesima brutta storia: un giro di pratiche agevolate per il rilascio di permessi di soggiorno che ha portato all'arresto di 12 persone. In carcere è finito Mandeep Jalph, chiamato Rommy, 41 anni, indiano. Ai domiciliari, invece, Serafina La Placa, 56 anni, assistente capo della polizia di Stato, in servizio all'Ufficio immigrazione della Questura di Parma e il marito Filippo Pignato, 57 anni. Gli altri arrestati sono tutti indiani, pachistani, albanesi, una tunisina e un cinese. Secondo la Procura avrebbero avuto il ruolo di intermediari con il marito della poliziotta. Sono tutti indagati, con specifici e distinti ruoli, per il reato di corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio. La Placa, sostiene l'accusa, avrebbe agevolato la trattazione delle pratiche di rilascio e rinnovo dei titoli di soggiorno di cittadini stranieri che le venivano commissionate dagli altri indagati attraverso il marito. Era quest'ultimo a gestire il tariffario: oltre a capi di abbigliamento, buoni spesa in esercizi commerciali e pranzi, i cittadini stranieri dovevano pagare, sostiene l'accusa, 400 euro per una pratica «molto bloccata» e 200 per una pratica ordinaria. In più c'era la tassa per la consegna: 100 euro per il disturbo.Finché è arrivata una segnalazione in Procura da una utente dell'Ufficio immigrazione che nell'estate 2019 si era rivolta allo sportello per il rilascio del permesso di soggiorno delle proprie sorelle. La donna era stata ricevuta dalla poliziotta che, presa in carico la pratica, le aveva spiegato che lei sarebbe stata «l'unica» a cui rivolgersi per accelerare l'iter e le aveva fornito un numero di telefono da chiamare in caso di problemi, spiegando che all'utenza avrebbe potuto rispondere anche il marito. Ottenuti i permessi di soggiorni delle sorelle, però, quello che si era presentato come il marito della poliziotta e con cui si era sentita più volte a telefono, aveva cominciato a chiamarla con insistenza, pretendendo una remunerazione. Ma questa è solo una delle patologie del sistema italiano d'accoglienza.
Bologna, i resti dell'Audi rubata sulla quale due ragazzi albanesi stavano fuggendo dalla Polizia (Ansa)