2023-06-29
Senza il Mes non casca il cielo, anzi ci sono cose interessanti
Giorgia Meloni (Getty Images)
C’era chi annunciava spread in rialzo, la revoca dei fondi del Pnrr e altre sciagure. Invece la mancata approvazione della riforma dell’ex fondo salva Stati permette al nostro Paese di porre condizioni sul futuro Patto di stabilità e sugli equilibri interni alla Bce.Hanno provato in tanti a tirarle la giacchetta e in tutti i modi, minacce comprese. Prima le opposizioni e i giornaloni, i quali dall’alto dei loro errori hanno spiegato al presidente del Consiglio che non ratificare il cosiddetto Mes era un colossale sbaglio, che rischiava di mettere il nostro Paese in difficoltà. Poi le pressioni affinché Giorgia Meloni mettesse la firma sotto all’accordo europeo sono arrivate direttamente da Bruxelles, con un messaggio chiaro: senza la sottoscrizione, l’Italia non riceverà i soldi che le spettano del Pnrr. Visto che neppure questi avvertimenti hanno sortito effetto, ecco piovere i «consigli disinteressati» di chi avvisava che senza un’intesa sarebbero stati dolori su altre questioni care a Palazzo Chigi, migranti compresi. Insomma, il nostro Paese sarebbe stato tagliato fuori dalle decisioni che contano, trasformato in una specie di Cenerentola della Ue. Così almeno dicevano i quotidiani di casa nostra, che per spingere il premier a rivedere le sue decisioni sul Mes hanno usato ogni argomento. La risposta è arrivata ieri, ma non è stata quella che i tanti sostenitori dell’urgenza di adottare il nuovo meccanismo europeo di stabilità si aspettavano. Giorgia Meloni ha infatti ribadito il suo no al Mes. «Non ho cambiato idea», ha detto in Parlamento. «Sono sempre stata abituata ad assumermi le mie responsabilità e questo farò per difendere al meglio possibile l’interesse nazionale italiano. Discutere adesso questo provvedimento non è nell’interesse dell’Italia». Chiaro no? Nonostante in tanti abbiano minacciato sfracelli, per ora - e sottolineo per ora - il governo non firma. Del resto, i finanziamenti che avrebbero dovuto essere tagliati se non ci fosse stata la tanto attesa ratifica, al momento non risultano essere stati sospesi, anche se la sigla non c’è stata. E i contraccolpi sullo spread tanto temuti e minacciati non si sono visti, perché il differenziale fra i nostri titoli di Stato e quelli tedeschi continua a essere al minimo. Per di più si segnalano alcune aperture anche su altri fronti, ossia su quelli cari al centrodestra, a cominciare dai migranti, su cui ieri il presidente del Consiglio ha insistito, rilanciando il piano Mattei, ovvero un robusto progetto di investimenti in Africa per cercare di fermare le partenze dei clandestini con lo sviluppo economico. Se l’industria di alcuni Paesi che si affacciano sul Mediterraneo cresce, è il ragionamento del capo del governo, non c’è bisogno di accogliere migliaia di persone, perché le prospettive di lavoro possono offrire a tanti migranti l’occasione per rimanere a casa loro. Insomma, non soltanto sul Mes tira diritto nonostante abbiano fatto di tutto per farle cambiare idea, ma usa anche la mancata firma del Meccanismo europeo di stabilità che tanto interessa alla Germania (per salvare le sue banche sull’orlo del crac a causa dei colossali buchi di bilancio) per ottenere ciò che il Paese non ha mai ottenuto. Dunque, sebbene spesso i giornaloni ci dipingano come se fossimo isolati e ricattati a causa dell’enorme debito pubblico, si segnalano alcune aperture mai viste prima. Sarà perché le elezioni europee si avvicinano e alcuni politici hanno la necessità di essere confermati oppure di ottenere il tanto desiderato avanzamento di «carriera», sta di fatto che al momento Giorgia Meloni appare molto meno isolata di quanto ci fosse da aspettarsi prima del voto di settembre. Ricordate? A quei tempi c’erano gli allarmi di tutte le cancellerie per la possibilità di vittoria della leader di Fratelli d’Italia. A distanza di nove mesi, nessuno all’estero parla più di rischi per la tenuta democratica di uno degli Stati fondatori dell’Unione. Né si discute di default del Paese che sembrava inevitabile se lo spread fosse andato a quota 500 come alcuni ipotizzavano.Insomma, tener duro, non farsi tirare per la giacchetta né da Gentiloni né dai giornaloni per approvare il Mes è servito e probabilmente servirà. C’è chi dice che alla fine Giorgia Meloni, dopo aver ottenuto alcune modifiche ai vecchi meccanismi contenuti nell’accordo di stabilità, acconsentirà alla sigla, ma solo in cambio di qualche cosa. Forse l’obiettivo è ottenere la sostituzione di Fabio Panetta nel consiglio di amministrazione della Bce. L’economista lascerà il board perché prenderà il posto di Ignazio Visco e i tedeschi avrebbero voluto piazzare un amico loro, ma se vogliono ottenere il Mes forse saranno costretti a cedere. Per Meloni sarebbe una vittoria importante, ma soprattutto sarebbe il segnale che l’Italia non è più un Paese disposto a sopportare gli sgambetti o gli accordi sottobanco di qualcuno, pronto a svenderci pur di sedere al tavolo con i grandi.
Francesca Albanese (Ansa)
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)