2024-03-07
L’allarme di Melillo: «Striano non era solo, c’è un apparato dietro. Accessi pure da altri»
Giovanni Melillo (Imagoeconomica)
Il procuratore nazionale antimafia: «Riscontrate attività di verifica nei database fino a poche settimane fa. È un nuovo scandalo Sismi».Da un lato la prevedibile difesa della Procura nazionale Antimafia, dall’altro la conferma che, in attesa di quello che sarà l’esito del procedimento giudiziario di Perugia, Pasquale Striano, il luogotenente delle Fiamme gialle indagato per avere spiato illecitamente politici e vip, non ha agito da solo. Non solo: anche recentemente ci sarebbero stati accessi abusivi nella banca dati delle Segnalazioni di operazioni sospette. L’audizione di ieri del procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, davanti alla Commissione parlamentare antimafia guidata da Chiara Colosimo, non delude le attese. Si parte con una premessa alla quale Melillo tiene molto: «Ho chiesto di essere ascoltato», premette Melillo, «affinché vengano colti i fatti e i problemi e per allontanare il pericolo di disinformazione, di speculazione e di letture strumentali di vicende che riguardano delicate funzioni statuali. Per tacere delle punte di scomposta polemica che sembrano mirare non ad analizzare la realtà e a contribuire alla sua comprensione e all’avanzamento degli equilibri del sistema ma ad incrinare l’immagine dell’ufficio e a delegittimare l’idea di istituzioni neutrali come la Procura nazionale antimafia e magari anche la Banca d’Italia». Premessa d’obbligo, viene da commentare, dopo di che Melillo passa all’argomento del giorno, i dossieraggi che sono emersi negli ultimi giorni: «La gravità dei fatti in corso è estrema», sottolinea Melillo, «bisogna sottolineare la complessità estrema della corretta e rigorosa gestione delle banche dati dove confluiscono quelle e altre non meno delicate informazioni al fine della repressione dei reati. Nella nostra banca dati, ben lontana dall’essere un mostro nero, si ritrova un ridotto numero delle Sos generate nel sistema finanziario e trasmesse dall’unità di informazione finanziaria . Dal 2018 al 2024 tra l’8 e il 16% di tutte le Sos generate dal sistema finanziario tramite Uif e Dia». La prima notizia arriva dopo circa 20 minuti di audizione: «Risultano accessi abusivi alle Sos avvenuti anche nelle scorse settimane e quindi per mani diverse da quelle attribuite oggi», sottolinea Melillo. Il procuratore nazionale antimafia, rispondendo a una domanda, chiarisce questa circostanza: «Leggo i giornali come voi. E’ sufficiente leggere le rassegne stampa delle ultime settimane per trovare casi particolarmente rilevanti». Melillo non manca di sottolineare la vulnerabilità delle banche dati: «Nel luglio del 2022», spiega il magistrato, «ho avviato una attività di ispezione supervisionata da ispettori con stress test che hanno messo in evidenza preoccupanti vulnerabilità del sistema Ares e della banca dati ed ha avuto esiti sconfortanti. È stata rilevata», aggiunge Melillo, «una profonda difficoltà, con deficit cognitivo dell’intera struttura». Non solo: «l’ispezione ministeriale ha rilevato diverse vulnerabilità in grado di compromettere l’integrità, la confidenzialità e la disponibilità dei dati trattati». Melillo è corso ai ripari: «Prima», precisa il procuratore nazionale antimafia, «un solo magistrato era addetto al servizio Sos mentre oggi quattro magistrati partecipano alla gestione del servizio stesso. Abbiamo compiuto un profondo rinnovamento dei quadri di polizia giudiziaria addetti al servizio Sos, non perché sospettassi ma per introdurre principi di rotazione per determinate funzioni. E c’era gente che la svolgeva da 20 anni». Inquietante la rivelazione di Melillo sulla possibilità che Striano non agisse da solo: «Le condotte di Striano», argomenta Melillo, «mi paiono difficilmente compatibili con la logica della deviazione individuale. Credo ci siano molti elementi che confliggano con l’idea di un’azione concepita e organizzata da un singolo ufficiale ipoteticamente infedele. Uno dei punti centrali della Procura di Perugia sarà comprendere la figura e il sistema di relazioni di Striano. E’ una mia personale valutazione, ma ho una discreta esperienza anche come vittima di autentici dossieraggi abusivi come quelli ritrovati negli archivi paralleli della sede Sismi affidati a Pio Pompa nel 2006. Esiste un mercato di informazioni riservate, si tratta di capire se è regolato da casualità e da un numero infinito di attori non collegati tra loro, frutto magari solo della debolezza dei sistemi digitali che le contengono o se ci sono logiche più sofisticate e ampie. Credo che l’indagine di Perugia», dice ancora Melillo, «e non è l’unica, possa mettere qualche mattoncino per capire se c’è una costruzione più ampia». Altro passaggio fondamentale sulla «scoperta» del sottotenente infedele Pasquale Striano: «Il pm di Roma, dopo aver individuato le impronte digitali di Striano, ha chiesto informazioni al mio ufficio rivolgendosi non direttamente a me, ma a Laudati: da lui ho ricevuto una nota in cui veniva spiegata la condotta del sottotenente, in seguito alla quale non mancai di fare presente che si trattasse di un comportamento incauto», ha raccontato Melillo, riferendo di avere avuto con Striano «un solo colloquio ad agosto 2023, fu lui a chiedermelo. Il nostro incontro durò pochi minuti e si risolse nella mia richiesta di ricevere immediate proposte scritte: queste arrivarono pochi giorni dopo e riguardavano la richiesta di rafforzare la posizione dello stesso Striano all’interno dell’ufficio e l’affidamento del coordinamento delle segnalazioni di operazioni finanziarie sospette a un unico magistrato».