2019-08-08
Mega figura di carta di McDonald’s: le cannucce bio non sono riciclabili
Prodotte in 2 milioni di pezzi, si sono rivelate troppo spesse per la raccolta differenziata.Amici che odiate la plastica, rassegnatevi, le battaglie ambientaliste sono costose, complicate e possono essere dei grandi flop. Il quotidiano The Sun rivela che i quasi 2 milioni di cannucce utilizzate ogni giorno nei McDonald's di Regno Unito e Irlanda non sono riciclabili «al cento per cento», come dichiarava il colosso dei fast food ora costretto ad ammette che le paglie di carta per sorbire bibite e beveroni «devono essere smaltite nei rifiuti generali fino a nuovo avviso». Distribuite, tra il malcontento dei clienti, da settembre dello scorso anno nelle 1.361 filiali inglesi e irlandesi, le paper straws sono la classica bidonata perché scontentano chi le usa e chi lotta contro l'inquinamento ambientale. Il problema non sarebbe la carta utilizzata ma lo spessore delle cannucce, che ne impedisce il riciclo. Se non fosse uscita la nota interna di McDonald's, milioni di fan di hamburger e patatine avrebbero continuato a illudersi di essere eco friendly anche aspirando un'aranciata. Pensare che pochi mesi fa, ad aprile, 30.000 persone avevano firmato una petizione per sbarazzarsi delle nuove cannucce, sostenendo che non sono adatte. «Si dissolvono nelle bevande», «cambiano il sapore», «un frappè bevuto con la cannuccia di carta è orribile», scrivevano in centinaia di tweet di protesta indirizzati al simbolo dei fast food nel mondo. Criticati sui social per il loro atteggiamento egoista e indifferente all'inquinamento ambientale, i sostenitori della tradizionale cannuccia di plastica hanno continuato a brontolare, minacciando di cambiare hamburgeria. Oggi quei clienti hanno tutte le ragioni per sentirsi presi in giro, visto che oltre a modificare il sapore delle bevande le cannucce di carta finiscono nella spazzatura come le vituperate omologhe di plastica. La società aveva assicurato di utilizzare carta proveniente da fonti sostenibili certificate, ma nella fretta di cavalcare l'onda ecologista ha fatto male i conti con gli spessori delle cannucce, paladine dell'innovazione. Gli ecologisti verdi hanno apprezzato l'iniziativa di McDonald's, in realtà milioni di pezzi di carta hanno preso il posto della plastica nell'inquinare le terre inglesi e irlandesi. In Italia la catena di fast food continua a proporre le cannucce tradizionali, ma solo su richiesta. Dal 2021, quando saranno vietati bastoncini cotonati, piatti, cannucce, posate, miscelatori per bevande e aste per palloncini, la plastica usa e getta sparirà. Si spera con valide alternative, studiando e sperimentando nuovi materiali, riciclabili ma anche funzionali. Nel frattempo assistiamo alla gara di chi si dimostra più plastic free. Alle sagre e in spiaggia, all'università e in ufficio, ovunque sia possibile si proibiscono stoviglie, posate o bicchieri in plastica ma vengono ammesse le versioni «biodegradabili, compostabili, biobased» senza avere la certezza dei materiali utilizzati per questi nuovi prodotti sfruttati dal marketing aziendale. Nella guerra santa contro la plastica sono finiti bicchieri e bottiglie d'acqua, quando la direttiva Ue chiede invece nuovi requisiti di fabbricazione, non di bandirli. Il monouso inquinante va eliminato, comunque, anche se non è obbligatorio secondo l'Unione europea. Non si comprende come riusciremo a ridurre i rifiuti usa e getta passando a stoviglie in bioplastica. Qualche nostalgico del polipropilene sta già pagando piccole fortune per acquistare su Ebay le vecchie cannucce di plastica, anche 102 sterline per un centinaio di pezzi.
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)
Giorgia Meloni ad Ancona per la campagna di Acquaroli (Ansa)
«Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola. L'ultimo è un consigliere comunale di Genova, credo del Pd, che ha detto alla capogruppo di Fdi «Vi abbiamo appeso a testa in giù già una volta». «Calmiamoci, riportiamo il dibattito dove deve stare». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel comizio di chiusura della campagna elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. «C'é un business dell'odio» ha affermato Giorgia Meloni. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire». «Alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c'e' un business dell'odio. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare».
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