2025-06-24
Veggenti, fedeli, scienziati. Medjugorje si «rafforza»: chi ha visto Maria non mente
Dopo 44 anni la cittadina bosniaca continua ad accogliere fiumi di pellegrini. La Chiesa ammette: «Qui frutti spirituali buoni a prescindere dalle apparizioni».È cominciata così, sulle pendici del Crnica (oggi noto come il Podbrdo, «la collina delle apparizioni»), dove alcuni ragazzi si sono spinti per un’escursione. Provengono dai casali di Bijakovici, uno dei cinque villaggi che costituiscono la parrocchia di Medjugorje; è il pomeriggio di mercoledì 24 giugno 1981, festa di San Giovanni Battista. La prima a scorgerla è Ivanka, quindici anni compiuti da tre giorni. La sua attenzione viene attirata lontano da una figura avvolta di luce. «Guarda, la Gospa! (Madonna, in croato, nda)», grida d’impulso a Mirjana, l’amica sedicenne che l’accompagna. […]Da quel giorno fermando il contagiri alla fine del 2022, il sito ufficiale del santuario riferisce che, nel mondo, sono ben oltre 5.000 i gruppi di preghiera ispirati da Medjugorje; e quasi 47.500.000 le Comunioni distribuite nelle Messe nella parrocchia di San Giacomo a Medjugorje (calcolate peraltro solo dal 1985 e non dall’inizio delle apparizioni), grazie anche alle presenze di 1.060.799 sacerdoti celebranti registrate a partire dal 1986, mentre la spiritualità del luogo ha fatto rinascere nella Chiesa la pratica del digiuno, che era scomparsa. […] Mai nella storia si era presentato un caso analogo: che delle «apparizioni» proseguissero così a lungo con una cadenza quotidiana, coinvolgendo un gruppo di veggenti tanto numeroso. Il sommarsi di queste due circostanze ha richiamato l’attenzione degli scienziati (medici di varie discipline, psichiatri e psicologi, esperti di teologia e di mistica), cattolici e non, offrendo un’opportunità unica per lo studio. […]A oggi si registrano cinque organiche analisi delle apparizioni, condotte da équipe di medici di diversa specializzazione, affiancati in alcuni casi da teologi. Due di queste indagini, guidate rispettivamente dal professor Henri Joyeux nel 1984 e dal dottor Paolo Frigerio nel 1985, hanno potuto valutare il fenomeno nella compresenza dei sei veggenti. In seguito hanno studiato i ragazzi, singolarmente o in gruppi distinti, prima una commissione italo-francese (1986), poi lo staff del neurofisiologo Marco Margnelli (1998) e infine, nel 2005, la squadra diretta dal noto neurologo francese Philippe Loron.Joyeux e i suoi collaboratori esaminano le reazioni interne dei veggenti prima, durante e dopo le estasi e la sincronizzazione delle loro reazioni oculari, uditive, cardiache e cerebrali. I risultati sono eloquenti: mostrano che l’«oggetto» d’osservazione è esterno ai veggenti e che è da escludere ogni manipolazione dal di fuori e ogni mutuo accordo tra di loro. L’osservazione clinica e sperimentale permette di affermare che questi giovani sono sani di corpo e di mente. Durante l’apparizione sono desti, non sognano. Gli esami non mettono in luce nessuna modificazione patologica di elettroencefalogramma, elettrooculogramma, elettrocardiogramma, potenziali uditivi. Escluso pertanto scientificamente in ciascuno dei sei ragazzi ogni sintomo di epilessia, isteria o di nevrosi, si conclude che il fenomeno non è imputabile né a catalessi (perché durante l’estasi i muscoli della mimica non sono inibiti, ma funzionano normalmente), né ad allucinazione uditiva o visiva (dal momento che le vie uditive e visive sono normali), né tantomeno parossistica, perché i ragazzi dichiarano di vedere tutti le stesse cose e non presentano le confusioni mentali tipiche nell’evoluzione delle demenze atrofiche. […] Alle stesse conclusioni perverranno i medici e gli scienziati che sono venuti dopo, fra i quali Margnelli - che precisa: «Non sono credente e sono andato a Medjugorje con spirito critico, ma i ragazzi non mentono, altrimenti reagirebbero alle provocazioni sensoriali e dolorifiche inferte». […]Dal 1981 sul soglio petrino si sono succeduti tre pontefici [quattro considerando ora papa Leone XIV, ndr]. Che San Giovanni Paolo II abbia creduto a Medjugorje non fa mistero […] il santo papa, pur non interferendo mai con gli organi della Sede Apostolica deputati allo studio, a titolo personale manifestava la sua fede in Medjugorje. […] Benedetto XVI si è sempre distinto per la più assoluta discrezione. Ma ciò non toglie che sul caso Medjugorje abbia avuto un ruolo fondamentale, per la sua decisione di avocare alla Santa Sede il discernimento e per la costituzione di una Commissione di inchiesta. […] Quanto a papa Francesco, in molti pensavano che egli nutrisse, almeno a titolo personale, un parere sfavorevole. Quando, il 14 maggio 2017, di ritorno da Fatima, dichiarò che «la Madonna è Madre e non il capo di un ufficio del telegrafo che dispensa ogni giorno messaggi», i detrattori degli eventi dell’Erzegovina esultarono. Tuttavia, per voce di Chiara Amirante, la fondatrice di Nuovi Orizzonti, il papa volle in seguito correggere il tiro di quell’affermazione facendo sapere che lui considera innegabili e tiene a cuore gli innumerevoli frutti spirituali attestati a Medjugorje e che è grazie a lui se è stato salvaguardato l’evento.A distanza di quasi sei anni da queste dichiarazioni del novembre 2018, il Dicastero per la Dottrina della fede e la Diocesi di Mostar-Duvno, cioè gli istituti deputati in via ordinaria a questo genere di discernimenti, hanno espresso il giudizio che conferma l’anticipazione del papa. In data 19 settembre 2024, durante una conferenza stampa affollata come non mai e seguita in diretta streaming da oltre tremila persone, il cardinale Fernández ha reso pubblica la Nota Regina Pacis, redatta dal Dicastero da lui amministrato, e il conseguente decreto di Nihil obstat promulgato dal vescovo di Mostar-Duvno, monsignor Petar Palić. […]L’autorità della Chiesa, che rispetto a tutte le valutazioni riguardanti apparizioni e fenomeni mistici ha fissato nuove regole che non si curano della determinazione certa della soprannaturalità, riconosce che nell’esperienza di Medjugorje non ci sono elementi contro la dottrina e la morale e rinviene anzi frutti spirituali abbondanti e buoni per i quali i fedeli non sono tenuti a credere ma altresì possono credere e approfondire l’evento mediante i pellegrinaggi e meditando e facendo propri i contenuti edificanti dei messaggi. […]Quando sono arrivato a Medjugorje ho trovato una realtà esternamente diversa da quella che mi aveva descritto chi c’era stato negli anni Ottanta: il villaggio contadino di un tempo ha lasciato il posto a una cittadina moderna e florida, che si è dotata di alberghi, pensioni, negozi, banche, punti di ristoro, bancarelle e oreficerie, come è normale che sia in un posto che attira ogni anno milioni di persone. Tuttavia, addentrandomi nella vita del posto, ho compreso nell’intimo che lì l’attrazione scatenante è un’altra e rimane la stessa dal 1981. […]Ben oltre quarant’anni sono passati, i veggenti si sono tutti sposati, fra loro c’è chi ha vissuto e chi vive anche altrove, ma questo posto, nella sua essenza, non è cambiato: Medjugorje ha pregato tutto questo tempo, è stata inginocchiata davanti al Santissimo e alla Croce. Medjugorje ha continuato a salire a piedi nudi al Podbrdo e al Krizevac. Medjugorje è tornata ogni giorno con Vicka ad accogliere migliaia di pellegrini sulle scale di una vecchia casa di Bijakovici; dal 1981 fino a oggi Medjugorje ha ascoltato la parola di Maria, perché Lei «appare» ancora e in alcuni messaggi lo ha anche detto: «Io sono qui!».
Operazioni di soccorso dopo il crollo ai Fori Imperiali (Getty Images)
Una donna in preghiera in una chiesa nei pressi di Lagos, Nigeria (Getty Images)