2024-10-05
Per certi medici la libertà è a targhe alterne
Guido Giustetto e Papa Francesco (Ansa)
Il presidente dell’Ordine di Torino frigna dopo le parole di Francesco sui «sicari» e chiede addirittura al governo di intervenire. Eppure, quando i suoi colleghi si opponevano al diktat vaccinale, censurava i loro dubbi e li esortava persino a cambiare lavoro.Guido Giustetto, presidente dell’Ordine dei medici di Torino, pare intenzionato a fare sfoggio di tutta la combattività di cui è dotato. Un furore invidiabile che lo ha spinto a rivolgersi addirittura al Papa e al governo italiano, che egli ha chiamato in causa direttamente con una lettera e con una serie di dichiarazioni di fuoco rilasciate alla Stampa. Il presidente dell’Ordine è letteralmente indignato per quanto Francesco ha dichiarato giorni fa a proposito dei medici che praticano aborti, definendoli «sicari». A ben vedere non è la prima volta che il pontefice utilizza questo termine, e infatti si era già attirato gli strali di Giustetto già nel 2018. «Come mediche e medici», dice ora il presidente, «rispettiamo i diritti riconosciuti dallo Stato, rispettiamo sempre e non giudichiamo le decisioni assunte dalle persone sulla propria salute. Rinnoviamo dunque la sorpresa e il dispiacere che esprimemmo direttamente al Papa nell’ottobre del 2018, quando già allora appellò pubblicamente con il termine sicari i medici non obiettori».Alcuni anni fa, infatti, l’Ordine torinese indirizzò un messaggio al Papa, che non rispose, mentre adesso si rivolge all’esecutivo. A cui chiede un intervento «a tutela dell’indipendenza sovrana dell’Italia e delle sue norme». «Come sanitari, incaricati di pubblico servizio, tenuti all’osservanza delle leggi del nostro Paese», recita il testo del comunicato, «chiediamo di valutare una ferma presa di posizione nei confronti dello Stato della Città del Vaticano». L’ordine esprime anche «dispiacere per il marchio di infamia impresso, con le parole del Pontefice, sulla categoria medica, affermazione al limite dell’ingerenza nella legittimità di una norma di legge del nostro Stato».Insomma Giustetto ci è andato giù pesante. E chissà, magari dal suo punto di vista ha persino ragione: a suo dire sta difendendo la scelta libera di una parte dei suoi colleghi; ribadisce di agire per tutelarne la professionalità e l’onore e per fare rispettare la legge. Supponiamo dunque che sia molto soddisfatto di aver incassato l’immediato sostegno di Elly Schlein, la quale si è schierata con convinzione a fianco dell’Ordine di Torino. «L’aborto è un diritto fondamentale regolato da una legge dello Stato ma è un diritto ancora troppo negato in questo Paese, con un’altissima percentuale di medici obiettori e la carenza di strutture», ha detto la segretaria del Pd. «Proprio per questo le parole sono importanti e decisive. Non si può criminalizzare chi adempie a una legge dello Stato. Piena solidarietà ai medici che attuano la 194. Per questo capiamo e siamo accanto all’Ordine dei medici di Torino. Siamo certi che i ministri interpellati sapranno rispondere tutelando la dignità e il ruolo dei medici». Posto che l’aborto è consentito dalla legge e non è in senso stretto un diritto, ovviamente anche la Schlein sceglie legittimamente il campo in cui collocarsi. «Capiamo e siamo accanto all’Ordine dei medici di Torino», dice la segretaria, «che si è sentito giustamente toccato da parole che non corrispondono al proprio ruolo professionale a servizio dei diritti riconosciuti dallo Stato. Siamo certi che i ministri interpellati sapranno rispondere tutelando la dignità e il ruolo dei medici. In ogni caso non permetteremo che si calpestino i diritti di donne e ragazze che cercano di accedere al percorso di interruzione volontaria di gravidanza».Tutto questo interesse per i diritti è senz’altro commovente, sia quello manifestato dalla Schlein sia quello dimostrato dall’Ordine dei medici. Resta solo una nota stridente. Quando si è trattato di tutelare un altro tipo di diritti e di difendere gli iscritti all’Ordine in circostanze diverse e un filo più opprimenti, il presidente Giustetto è apparso leggermente meno battagliero e decisamente meno coinvolto sul piano emotivo. Ci risulta infatti che negli anni del Covid egli - invece di solidarizzare con i colleghi in procinto di perdere il lavoro - fosse tra i più convinti censori dei medici contrari al vaccino. «Il rifiuto di vaccinarsi da parte di questi colleghi», scrisse in un comunicato ufficiale, «va contro, oltre che alle evidenze scientifiche, a diversi principi e precetti del nostro codice deontologico, che pone il medico in posizione di garanzia nei confronti dei cittadini che a lui si rivolgono. È paradossale», concludeva Giustetto, «che proprio un medico possa diventare fonte di malattia per i suoi pazienti. Vi è il diritto di non vaccinarsi? Bene, allora questi colleghi si tolgano il camice e cambino lavoro».Interessante. Il presidente dell’Ordine torinese oggi scrive al governo e attacca il Papa per difendere i medici abortisti, ma invocava sospensioni ed espulsioni per i colleghi che esercitavano il diritto a rifiutare o semplicemente a criticare l’iniezione di massa. Sembra dunque che l’antico adagio «il corpo è mio e lo gestisco io» valga, al solito, soltanto per chi è intenzionata a interrompere la gravidanza. E pazienza se in quel caso non si gestisce il proprio corpo ma quello di un altro. Quando si tratta del vaccino, in compenso, ogni garanzia costituzionale deve essere sospesa: chi è contrario merita di mollare il camice e cambiare mestiere. Quando si tratta di offrire il braccio alla patria, l’Ordine dei medici di Torino non accetta scuse: i dissidenti, benché regolarmente iscritti, non possono pensare in autonomia, ma devono obbedire altrimenti non vengono tutelati (anzi, sono versati prima di tutto dai loro presunti rappresentanti). Alla luce di tutto ciò, suona grottesca una frase che il presidente dell’Ordine torinese ha inserito nel suo attacco al Papa, quella con cui afferma: «Non giudichiamo le decisioni assunte dalle persone sulla propria salute». Ah davvero? Non giudicano? Pensa se giudicassero...Ci auguriamo soltanto che Giustetto e soci non decidano di dare la caccia agli obiettori come la diedero ai non vaccinati. Considerato l’amore che nutrono per i diritti di alcune minoranze, non è totalmente da escludere.
Robert Kennedy Jr e Orazio Schillaci (Ansa)
Pierluigi Bersani e la t-shirt Frocia Italia