2025-07-27
Md attacca: «Democrazia a rischio»
Silvia Albano, giudice e leader di Md (Imagoeconomica)
In un’intervista al «Foglio» Silvia Albano, presidente della corrente rossa dei giudici, lancia un proclama contro il governo: «Stravolge il rapporto tra potere e cittadini».«Fermo restando che venire eletti e avere la maggioranza non significa poter disporre di un potere illimitato, ma di un potere da esercitarsi nei limiti sanciti dalle fonti sovraordinate dell’ordinamento, che costituiscono un limite anche per il legislatore, la separazione delle carriere può voler dire tante cose e non necessariamente essere tradotta nel testo di riforma costituzionale approvato. Né credo che chi ha votato potesse avere contezza delle possibili alternative sul piano tecnico per raggiungere questo obiettivo. Il cuore della riforma non riguarda, infatti, la separazione delle carriere, il vero obiettivo è invece quello di modificare alla radice la natura e il ruolo finora svolto dal Csm. Non dimentichiamo, poi, che se la riforma passerà al vaglio del referendum bisognerà riscrivere tutte le norme sull’ordinamento giudiziario attraverso le quali i pericoli che denunciamo potranno essere ulteriormente aggravati».Pronta a partecipare al dibattito pubblico e alla campagna referendaria Silvia Albano, presidente di Magistratura democratica, storica corrente progressista, che in un’intervista rilasciata al direttore de Il Foglio Claudio Cerasa mostra tutta la sua diffidenza a proposito della riforma della giustizia che il governo Meloni, come da promessa elettorale sta portando avanti a cominciare da due pilastri: separare le carriere e combattere il potere delle correnti della magistratura. Sulla terzietà dei giudici afferma: «Non credo proprio che il tema sia questo, che ci sia il timore di un giudice non imparziale perché appartiene allo stesso ordine giudiziario cui appartiene il pm. Un timore smentito dai fatti. Dipende da che sistema vogliamo. Vanno combattute le distorsioni, che sicuramente ci sono state». La Albano, che da giudie del tribunale di Roma, si schierò contro il governo contestando il trattenimento dei migranti in Albania, esterna anche su questo argomento: «La definizione di paese sicuro è contenuta nella direttiva Ue. Il potere politico è competente a stilare l’elenco, ma deve rispettare la legge e il diritto dell’Unione che prevale anche sulla legge interna. Il giudice ha il dovere di verificare la legittimità della designazione. Nessuno può esser respinto senza dargli la possibilità di chiedere asilo. Mi rendo conto che può cozzare con alcune scelte politiche, ma, ripeto, il potere della maggioranza è limitato dal diritto, altrimenti non saremmo più in democrazia. Purtroppo alla magistratura spetta il compito di farlo rispettare, anche contro il volere della maggioranza politica di turno». E sui magistrati «politicizzati» dice: «Non credo proprio che ci sia una parte della magistratura che abbia una propria agenda politica, forse bisognerebbe togliersi le lenti del preconcetto quando si guarda all’attività giudiziaria. Quando si toccano temi sensibili, quali la politica o i migranti si tende a giudicare non i fatti o il contenuto dei provvedimenti, ma a indagare su come la pensa il giudice o il pm, se è di sinistra o di destra. Salvo abbia assolto Salvini, allora nessuno discetta sull’orientamento politico del collegio giudicante. La trovo una pratica pericolosa e gratuitamente delegittimante».La presidente di Md è comunque molto chiara nello schierarsi contro l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni: «Il governo mi pare stia mettendo in pratica un progetto che visto nel suo complesso scardina gli architravi sui quali è stata costruita la nostra democrazia costituzionale. Penso all’autonomia differenziata, alla riforma del premierato, alla riforma della giustizia, alla legge sicurezza. Cambia non solo l’equilibrio tra i diversi poteri dello Stato, così sapientemente disegnato dai nostri costituenti nella preoccupazione di garantire che non si potesse più giungere a una dittatura della maggioranza, ma anche il rapporto tra potere e cittadini. Si vuole un potere assoluto della maggioranza, insofferente al conflitto, ai diritti dei singoli nel momento in cui intralciano il potere e ai controlli, che siano giudiziari o della libera stampa. Credo che ogni sincero liberale dovrebbe essere preoccupato».
lUrsula von der Leyen (Ansa)