2024-02-27
La maxi discarica che rovina le Marche è un regalo del Pd
La multiutility Mms, lottizzata dai dem, vuol costruire l’impianto nella valle di Riceci, perla della Regione. E la sinistra va in tilt.Nel 2009 il celebre attore di Hollywood Dustin Hoffman ci aveva girato un video per promuovere la bellezza della Regione Marche. In uno spezzone dello spot cammina tra le splendide vallate nel terreno collinare di Riceci, nel comune di Petriano in provincia di Pesaro e Urbino. Sono passati più di 15 anni e adesso in questo paradiso potrebbe arrivare una delle discariche più grandi di tutta la regione, 473.000 metri quadrati (quasi 70 campi da calcio) per 5 milioni di metri cubi di rifiuti, dove dovrebbero essere interrati gli scarti di fabbriche che non si possono né bruciare né smaltire. La vicenda, che è stata oggetto anche di diverse interrogazioni parlamentari, è un classico cortocircuito interno al centrosinistra, in special modo al Partito democratico che se con la mano sinistra sostiene di favorire politiche ambientaliste, con quella destra invece favorisce progetti come quello di una discarica a cielo aperto in una delle vallate più caratteristiche d’Italia. Capita così che in questi giorni - a pochi mesi dalle elezioni amministrative (8 e 9 giugno) - sia incominciato nella zona uno scaricabarile su chi sia il vero responsabile della proposta di una discarica a Riceci. Matteo Ricci, sindaco in carica di Pesaro (responsabile dei sindaci dem), con un passato da fedelissimo di Pier Luigi Bersani e poi di Matteo Renzi quindi di Stefano Bonaccini, cerca di difendersi in tutti i modi in vista sia delle comunali sia delle europee, dove potrebbe candidarsi. Così, negli ultimi giorni ha incominciato a prendersela con la Regione Marche dove governa Francesco Acquaroli di Fratelli d’Italia. Ricci però sbaglia bersaglio. Perché sul caso di Riceci l’amministrazione regionale non c’entra assolutamente nulla. La scelta di piazzare una immensa discarica nella zona fu presa infatti dal consiglio di amministrazione di Marche multiservizi (Mms), multiutility del centro Italia lottizzata interamente dal Partito democratico. La data è il 12 dicembre 2022, quando Mms decise di acquisire il 40% del capitale sociale di Aurora per 3,2 milioni, società quest’ultima che proponeva appunto di costruire una discarica a Riceci. Va evidenziato che il cda di Marche Multiservizi è infatti composto da nove consiglieri. Quattro sono espressi da Hera spa, dove l’amministratore delegato è Orazio Iacono, scelto nel 2022 dal sindaco di Bologna Matteo Lepore. Gli altri cinque consiglieri sono espressione dagli azionisti pubblici (che detengono oltre il 53% delle quote): la Provincia di Pesaro e Urbino (8,6%), il Comune di Pesaro (25,5%), il Comune di Urbino (3,9%) e tutti gli altri Comuni della provincia (13,2%). La proposta della discarica fu presentata dall’amministratore delegato Mauro Tiviroli, nominato a sua volta da Hera. E a votarla in quel consiglio di amministrazione furono tutti quanti a parte Margherita Pedinelli, in rappresentanza dei piccoli comuni, assente durante le votazioni. I responsabili di Comune e Provincia, quindi, hanno votato compatti. In provincia c’è un altro esponente del centrosinistra, Giuseppe Paolini, sostenuto dai sindaci dem all’ultima tornata elettorale. Paolini è stato ascoltato la scorsa settimana nella commissione d’inchiesta sui rifiuti alla Camera dei deputati. E ha risposto che «non sapeva nulla» delle scelte fatte in consiglio di amministrazione. Anzi, ha deciso di ritirare il suo consigliere da Mms. Considerazioni che hanno scatenato sia la maggioranza sia le opposizioni. Tra lo stupore del senatore leghista Jacopo Morrone e le accuse della senatrice di Italia Viva Silvia Fregolent, che ha fatto notare l’incongruenza tra la sua opinione negativa sulla discarica e il voto del suo responsabile in Mms che ha deciso invece per lo stanziamento di 3,2 milioni di euro per l’acquisizione di Aurora: contraddizione che potrebbe arrivare sul tavolo della Corte dei Conti. Lo stesso Ricci durante un consiglio comunale della scorsa settimana ha detto di non sapere nulla del progetto e che comunque non si farà. Ma la cittadinanza che si oppone alla discarica non si fida, anche perché a confronto di Paolini, Ricci non ha ritirato né il presidente né il consigliere che rappresentano il comune nella multiutility. Il timore è che la situazione si fermi fino alle elezioni e che poi, a campagna elettorale conclusa, alla fine la maxi-discarica si faccia. «Rispetto a questo colossale investimento dove la progettazione di un impianto di discarica di prima grandezza è stato deciso in presenza di attori politici e dai politici nominati oggi, quest’ultimi, si rifugiano nei “non c’ero, non sapevo e non conoscevo”, affermazioni queste che ci lasciano letteralmente basiti» dice il consigliere comunale di Fdi Daniele Malandrino. «Non è in alcun modo concepibile il tentativo di emendarsi da colpe, da parte di coloro che hanno una rappresentanza politica e dirigenziale nel consesso dei consigli di amministrazione e che, attraverso squallidi voltafaccia, negano oggi quello che avevano avallato solamente ieri».
Abdel Fattah Al-Sisi e Donald Trump (Ansa)
Volodymyr Zelensky (Ansa)