2022-11-21
Maurizio Pistocchi: «La Fifa ha tradito il pallone. Tifosi, spegnete le televisioni»
Nel riquadro, Maurizio Pistocchi (Ansa)
Il giornalista: «Qatar e Russia cercano di pulirsi l’immagine ospitando il Mondiale. Gianni Infantino fa come tutti i presidenti prima di lui: chiude gli occhi e intasca».Ieri è iniziato il Mondiale in Qatar. L’assegnazione della coppa del mondo a questo piccolo Paese è molto discussa, soprattutto perché molti diritti sono negati dallo Stato e oltre 6.500 operai hanno perso la vita per costruire gli stadi. Maurizio Pistocchi, lei è stato uno dei primi a dare la notizia sui divieti che saranno imposti: alcol, omosessualità, espressioni volgari, comportamenti non rispettosi… È possibile giocare un Mondiale in un Paese in queste condizioni?«Non è la prima volta che la Fifa diventa partner di un sistema totalitario. Dagli anni Settanta, precisamente dal 1974, quando ne divenne presidente il brasiliano João Havelange, la Fifa ha stretto degli accordi sia con i governi sia con gli sponsor che hanno trasformato il calcio da uno sport molto fair play, con regole che venivano fatte unicamente per valorizzare lo sport del calcio, a un prodotto industriale. Basti pensare a quello che è stato per esempio il Mondiale in Argentina del 1978. È vero che fu assegnato prima dell’avvento della dittatura di Videla, che risale al 1976, ma è altrettanto vero che la gestione di quell’evento fu il primo clamoroso esempio di sportwashing, tecnica con cui i governi totalitari si ripulivano l’immagine sfruttando lo sport». Sia Russia sia Qatar sono emblemi di sportwashing, dunque.«Sono state entrambe due designazioni arrivate attraverso le stesse persone, uno su tutti l’ex presidente della Fifa Sepp Blatter, e dietro le quali sono avvenuti numerosi episodi molto discutibili. Pochi giorni prima della designazione del Qatar come Paese ospitante del Mondiale 2022 c’è stato un incontro riservato all’Eliseo a Parigi, in cui erano presenti Sarkozy, Platini e Al Thani, in rappresentanza del Qatar. In quell’occasione furono presi accordi andati oltre le politiche sportive, ma fu anche decisa l’acquisizione del Psg».Si parla anche di armi, no?«Si parla di armi, ma anche del canale Bein Sports che avrebbe avuto la gestione dei diritti in una particolare zona del mondo. L’assegnazione del Mondiale risale al 2 dicembre 2010. Non possiamo svegliarci adesso e dire: “Ah però”. Gran parte degli appassionati non si interessano molto di quelli che sono gli aspetti sostanziali che sono dietro la macchina del calcio. I milioni di dollari transitati in tangenti, in contratti plurimiliardari, in sponsor… Dal 1974, quando Dassler, patron dell’Adidas, divenne praticamente socio della Fifa, abbiamo visto l’ingresso di sponsor come Coca-cola o Adidas. Uno sport fino a quel momento quasi amatoriale si è trasformato in un gigante che fattura miliardi. Il potere della Fifa è diventato un potere politico praticamente sovranazionale che dura per decenni in casi come Havelange o Blatter». Sostanzialmente la Fifa ha tradito il gioco del calcio?«Assolutamente. La Fifa ha tradito il gioco del calcio. Ma lo hanno tradito anche i personaggi che si sono prestati a farlo, come lo stesso Platini che è stato usato da Blatter per la sua immagine internazionale». Di fronte alle frasi di Khalid Salman o alle 6.500 morti per la costruzione degli stadi, quell’«Ah però» dei tifosi verrà spontaneo.«Dovrebbe essere spontaneo. Il tifoso non si interessa solitamente a quello che c’è dietro la macchina. Si interessa alla partita, al gioco, vive con passione l’evento domenicale. Quando scoppiò lo scandalo dei dirigenti della Fifa arrestati, dopo una settimana praticamente la botta si esaurì, la stampa cominciò a parlare d’altro e la gente si dimenticò di tutto quello che è successo. Certo, il nome chiave del sistema calcio è stato sicuramente Blatter, che prima da segretario generale della Fifa e poi da presidente ha trasformato la federazione in una macchina da soldi pazzesca. Oggi è veramente molto difficile potersi svegliare e dire “no, non ci va bene”. Dovevamo dirlo prima. La stampa doveva fare il suo dovere come cane da guardia del potere». È uscita da poco su Netflix la serie Fifa Uncovered. «Consiglio a tutti di vederla, perché permette di capire tantissime cose. Si capisce come il denaro, la corruzione siano dietro a questo gigantesco meccanismo che produce denaro e nel quale i tifosi e gli appassionati sono la parte più innocente e subiscono in maniera passiva tutto ciò che viene loro proposto».In questo contesto trova scandalose le parole di Gianni Infantino, il successore di Blatter, quando suggerisce di concentrarsi sul calcio? «Infantino dice le identiche parole che pronunciò Havelange mentre si disputava il Mondiale in Argentina e la finale tra Olanda e i padroni di casa veniva giocata a 500 metri di distanza dalla scuola della marina militare argentina dove sono stati torturati e uccisi migliaia di oppositori. Non è cambiato niente, il potere calcistico sta con il potere politico. In questo caso, il Qatar attraverso la sua società chiave Qatar sports investments ha investito talmente tanto denaro su questo Mondiale che ovviamente Infantino fa quello che la Fifa ha sempre fatto: chiude gli occhi e intasca».I giocatori cosa possono fare?«Il fatto che i calciatori vengano invitati a non assumere atteggiamenti di critica politica è a mio modo di vedere un atteggiamento compatibile con le esigenze del business che non può permettere che ci siano manifestazioni pubbliche di dissenso nei confronti del regime. Però c’è la libertà individuale che non può essere costretta da nessuno. Quindi sono curioso di vedere quello che faranno i giocatori, ma a mio modo di vedere ha ragione Jürgen Klopp, allenatore tedesco del Liverpool, quando dice che oggi è troppo tardi. Dovevamo svegliarci tutti quando nel 2010 ci fu l’assegnazione di questo Mondiale. Oggi l’unica cosa che sarebbe da fare è spegnere le televisioni e non guardare le partite del Qatar». Una decisione radicale…«Ovviamente è più facile dirlo nel momento in cui l’Italia è esclusa dal torneo. Nello stesso tempo mi faccio spesso questa domanda e mi chiedo cosa farò. Oggi le direi che non guarderò le partite, ma poi ce la farò veramente? Prenderà il sopravvento la passione che ho per questo gioco e per questo lavoro che mi ha coinvolto per 40 anni della mia vita?».È la trappola del tifoso appassionato.«Il calcio è una prosecuzione della propria infanzia, quello che facevi da bambino nel cortile della scuola o nel campo della parrocchia ti è entrato talmente dentro che fai fatica a farne a meno da adulto. Ed è su questo che però si basa il potere del calcio usato dalla politica e a fini commerciali, sulla passione. In Italia abbiamo avuto lo scandalo calcistico più grosso della storia mondiale in cui sono stati coinvolti dirigenti delle società e delle federazioni, arbitri in attività e loro capi; eppure sono passati 16 anni e c’è quasi un senso di rimozione dal punto di vista del tifoso. Abbiamo poco fa scoperto che il procuratore arbitrale dell’Aia è un narcotrafficante, ma questa notizia è stata evidenziata marginalmente. Tutto questo si gioca sul fatto che la passione della gente è superiore a qualsiasi evento che possa far pensare che esiste qualcosa di marcio in questo sistema». Vede un problema nelle cattedrali nel deserto? Gli stadi costruiti in mezzo al niente, con annesse città, possono essere un’opportunità?«Ma chi giocherà in quelle infrastrutture? L’85% della popolazione del Qatar è composto da stranieri lavoratori. A cosa serviranno queste cattedrali nel deserto? Il Mondiale è stato trapiantato in un Paese in cui non c’è una tradizione calcistica o una storicità; è un evento fatto per promuovere il Paese all’estero. Pensare che 6.500 operai sono morti per costruire questi stadi mi fa rabbrividire. Non riesco ad accettare che il Mondiale si giocherà sul sangue della gente. Pochi giorni fa il governo ha fatto sgombrare i quartieri in cui erano presenti tutti gli operai, linfa vitale di queste cattedrali nel deserto». Perché?«Si voleva ripulire l’immagine di Doha agli occhi dei turisti che arriveranno. Il costo del pernottamento per i tifosi varierà dai 265 ai 430 dollari a notte. Paradossale, perché gli stipendi medi dei lavoratori che hanno contributo al Mondiale corrispondono in pratica a una notte di pernottamento dei turisti. Siamo totalmente fuori dai parametri di normalità. A questo punto non si può più fare niente. Ribadisco che le parole di Klopp sono giustissime: dovevamo svegliarci tutti prima, soprattutto chi aveva la possibilità di far sentire la propria voce».Che lei lo guardi o no, chi vincerà questo Mondiale? «Mi piacerebbe lo vincesse un outsider, una squadra africana, come il Senegal, o una Serbia. Insomma, una squadra che non viene favorita. Alla fine penso lo vincerà l’Argentina». Non la Francia? «No, ha perso moltissimo con gli infortuni di Kanté e Pogba, centrocampo titolare campione del mondo, non ha in quel settore altri bravi come loro. Penso che le favorite siano Brasile e Argentina. Il Brasile è la squadra che in assoluto crea più azioni da gol, con un potenziale offensivo straordinario. Considerando quanto ci siamo detti, la finale più probabile sarà Argentina-Brasile».