2023-03-07
Mattarella, sinistra, Ue e Cei assaltano il governo sfruttando la strage di Cutro
Sergio Mattarella ai funerali dei migranti morti a Cutro lo scorso 26 febbraio (Ansa)
Esecutivo stretto in una morsa: il mantra è «serve accoglienza». Da Angelo Bonelli, Ilaria Cucchi e Nicola Fratoianni esposto alla Procura di Roma.Come annunciato da Giorgia Meloni, il Consiglio dei ministri di dopodomani, giovedì 9 marzo, si svolgerà a Cutro, in provincia di Crotone, dove si è consumata la strage di migranti dello scorso 26 febbraio. Una scelta molto forte, simbolica, quella della Meloni, che si trova in queste ore a fronteggiare un vero e proprio assalto al governo. «Sulle coste della Calabria», dice il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, «si è verificata un tragedia che ha coinvolto e commosso il nostro Paese. I profughi afgani ci hanno fatto tornare in mente quanto il nostro Paese ha fatto due anni fa, con la presa del potere dei talebani, per portare in Italia tutti i cittadini che hanno collaborato con la nostra missione. Nessuno è stato lasciato lì, tutti sono stati accolti in Italia. Ci tornano in mente le scene dei cittadini che all’aeroporto imploravano un passaggio e ci fanno comprendere perché intere famiglie cercano di lasciare la loro terra per cercare un futuro altrove. Di fronte all’evento drammatico avvenuto sulle coste calabresi», aggiunge Mattarella, «il cordoglio deve tradursi in scelte concrete, operative, da parte di tutti, dell’Italia e della Ue, perché questa è la risposta vera». Scende in campo anche il Vaticano: «L’accoglienza», sottolinea al Sir il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana, «è l’unico messaggio possibile. Chi non ha casa, va accolto. Dobbiamo metterci sempre nei panni degli altri. Chi ha perduto tutto e deve scappare, deve trovare accoglienza, non ci sono alternative. Quello all’emigrazione era un diritto garantito per tutti gli uomini, prima che sorgessero muri e nascessero paure. Tanto più per chi scappa da guerra, violenza o fame. Mettere in contrapposizione questo con il nostro futuro», aggiunge Zuppi, «significa non volere il futuro. L’accoglienza apre al futuro, la chiusura fa perdere anche il presente». Più sfumata la posizione del segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin: «Oggi», argomenta Parolin, «c’è un grande nemico dell’accoglienza: la paura, e l’opinione pubblica sembra trovare motivi sempre validi per alimentare questa paura, che arriva a condizionare le scelte politiche di governi e istituzioni. È di queste ore il dibattito, non sempre costruttivo e proficuo, che si è generato a partire dalla tragedia consumatasi al largo di Cutro, dove il 26 febbraio scorso è terminato il viaggio di 180 migranti, con un bilancio gravissimo e tristissimo di vittime e dispersi, molti dei quali sono bambini. Quella disgrazia è un monito alle nostre coscienze». E le parole di papa Francesco, che ha insistito sulla necessità di fermare il traffico di esseri umani? «Credo che siamo tutti d’accordo», riflette Parolin, «c’è stato un commento anche da parte del presidente del Consiglio, si è detta molto d’accordo col Papa, le persone che hanno un pochino di buon senso e di buona volontà convergono su questo richiamo, credo che le soluzioni vadano trovate a livello politico e, sopratutto, attraverso la collaborazione tra tutti gli Stati europei». Così come Mattarella, dunque, anche Parolin evidenzia come il problema della migrazione non può che essere affrontato a livello europeo. A proposito di Europa: «La Commissione europea ha ricevuto la lettera inviata alla presidente Ursula von der Leyen dalla premier Giorgia Meloni e risponderà presto», sottolinea la portavoce dell’esecutivo Ue per gli Affari interni, Anitta Hipper, «concordiamo sulla necessità di agire e per questo la presidente ha esortato a raddoppiare gli sforzi per attuare il patto sulle migrazioni. Nello stesso tempo dobbiamo continuare l’attuazione del piano di azione per il Mediterraneo Centrale». La risposta, quindi, ci sarà. Vedremo se, finalmente, Bruxelles passerà dalle parole ai fatti.Per quel che riguarda l’apertura di un fascicolo da parte della Procura di Roma, la stessa Procura precisa che non indaga sul naufragio di Cutro, ma che ha ricevuto un esposto da un gruppo di parlamentari (tra cui Angelo Bonelli, Ilaria Cucchi e Nicola Fratoianni). L’esposto è stato iscritto come «modello 45», ossia senza indagati o ipotesi di reato. I parlamentari hanno chiesto ai pm di valutare le responsabilità ministeriale in relazione alla macchina dei soccorsi. La Procura sta valutando il documento e l’eventuale invio a Crotone. Lo stesso Bonelli, leader di Europa Verde, attacca la Meloni: «Tenere il Consiglio dei ministri a Cutro», sottolinea, «non è altro che triste propaganda da parte di chi ha approvato leggi che ostacolano i soccorsi come il decreto Ong. Ribadiamo la richiesta di dimissioni del ministro Matteo Piantedosi, non solo per le sue parole disgustose, ma anche perché non sono stati ordinati i soccorsi». Sulla stessa linea anche il deputato del Pd Alessandro Zan: «Dopo aver approvato», twitta Zan, «decreti che di fatto ostacolano il salvataggio di vite in mare, dopo aver colpevolizzato le vittime di un naufragio, dopo un silenzio di una settimana su quasi 100 morti, convocare il Consiglio dei ministri a Cutro è pura ipocrisia». Critiche paradossali, soprattutto perché provengono da chi ha attaccato la Meloni per non essere andata a Cutro. Ma le sinistre continuano a strumentalizzare la tragedia dal punto di vista politico.
Francesca Albanese (Ansa)
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)