2021-01-18
Le trame di Conte dietro le quinte
Giuseppe Conte e Gennaro Vecchione (Ansa)
Che in Parlamento ci sia un mercato delle vacche non l'abbiamo scoperto ora. Da sempre, per tenere insieme maggioranze traballanti c'è chi va a caccia di voti e per comprarli non lesina sul prezzo, che può essere politico o in natura, ma sempre di prezzo si tratta. Ricordo un onorevole con il quadro di Mussolini in anticamera che finì a fare il sottosegretario nel secondo governo di Massimo D'Alema, passando senza soluzione di continuità dalla fiamma di Giorgio Almirante alla cozza (formato piscina) di Clemente Mastella. Dunque, avendo visto giravolte di ogni tipo, tra le più note quelle di Domenico Scilipoti e di Antonio Razzi trasferitisi armi, bagagli e poltrona dalla casa di Antonio Di Pietro a quella delle Libertà di Silvio Berlusconi, non ci stupiamo di nulla. Che Giuseppe Conte sia pronto a offrire incarichi e ruoli di primo piano a parenti e amici pur di salvarsi, è nella natura delle cose. Più passano i giorni e meno tornano i numeri che devono sorreggere la maggioranza di governo, e dunque più l'asta per accaparrarsi un voto in più si fa concitata e le quotazioni del nuovo acquisto inevitabilmente salgono.Tuttavia, pur avendo ben presente che cosa accade quando i conti non tornano (famosa resta la pesca di Denis Verdini nel dicembre di dieci anni fa, quando Gianfranco Fini provò a far cadere il Cavaliere: in poche settimane il coordinatore azzurro sostituì i fuoriusciti con i cosiddetti «responsabili»), siamo comunque piuttosto sorpresi dalle notizie che filtrano dal Palazzo e che ieri alcuni giornali hanno deciso di svelare. In particolare, ci riferiamo a un editoriale di Massimo Giannini, direttore della Stampa. Il collega non è tra quelli di primo pelo: per anni ha commentato i fatti politici sulle pagine di Repubblica e poi, prima di essere rimosso con il contributo di Matteo Renzi, ha condotto Ballarò, il settimanale politico in onda su Rai 3. Giannini è insomma uno addentro alle cose e più di lui lo è Marcello Sorgi, anch'egli commentatore politico, con un passato da direttore del Tg1 e della Stampa. Tutti e due, sia Giannini sia Sorgi, ieri hanno raccontato nei loro articoli di un'intensa attività di alti ufficiali dei servizi segreti, di massoni e monsignori, per convincere, non si sa se con le buone o con le cattive, visti i personaggi, gli onorevoli riluttanti a votare la fiducia al Conte bis. Giannini scrive che alcuni parlamentari sarebbero stati contattati «da noti legali vicini al premier», facendo espressamente il nome di Guido Alpa, ossia dell'ex presidente dell'ordine forense, già collega di studio del presidente del Consiglio oltre che colui che, insieme con altri, lo mise in cattedra. Il direttore della Stampa poi cita «generali della Guardia di finanza», gli amici del capo dei servizi segreti, arcivescovi e monsignori vicini al presidente della Cei, Gualtiero Bassetti. Sorgi invece, a proposito dei reclutamenti dei cosiddetti «costruttori», oltre a cardinali e militari evoca nella sua nota gli «avvocati in odore di massoneria». Insomma, la maggioranza che domani e dopodomani dovrebbe salvare il governo dell'avvocato di Volturara Appula, evitandone le dimissioni dopo l'uscita del partito di Renzi, non nasce né sotto i migliori auspici né con la prevista trasparenza, ma anzi si va formando con un'ombra oscu ra, di pressioni e di complotti, che va oltre il mercanteggiamento di poltrone a cui siamo abituati, trasformando in giochi innocenti perfino le trattative di Denis Verdini.Ovviamente, di fronte alle accuse lanciate da Giannini e Sorgi nei loro articoli, il portavoce di Palazzo Chigi si è affrettato a smentire, rilasciando intorno alle 13 una nota in cui si definivano destituite di ogni fondamento le notizie di interventi estranei alla politica nelle trattative per la formazione della nuova maggioranza. Ovvio. Che altro poteva dire Rocco Casalino, di fronte a un editoriale e a una nota scritta da giornalisti non alle prime esperienze? La faccenda mi ha fatto tornare in mente un editoriale di Ferruccio de Bortoli di alcuni anni fa. Doveva essere il 2015 o giù di lì quando l'allora direttore del Corriere della Sera, parlando di Renzi, lo definì un maleducato di talento, aggiungendo che attorno al suo governo si respirava un «odore stantio di massoneria». L'allora presidente del Consiglio smentì e poi, se non sbaglio, querelò. Tuttavia, nonostante la nota di Palazzo Chigi e la citazione civile, un'ombra continuò ad aleggiare. Esattamente come aleggia ora sulle trame di un governo che dovrebbe occuparsi della salute degli italiani e invece si occupa, principalmente, della conservazione del proprio potere.
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Un uomo ha travolto pedoni e ciclisti gridando «Allahu Akbar» sull’isola d’Oléron, nella Francia occidentale. Dieci feriti, tre gravi. Arrestato dopo aver tentato di incendiare l’auto con bombole di gas. Indagine per tentato omicidio, esclusa per ora la pista terroristica.