2022-06-28
«Mascherine inutili»: esperti in retromarcia
Uno studio svizzero dimostra che i bavagli non riducono i contagi. Perno, del Bambino Gesù, avverte: «L’uso eccessivo limita le capacità d’immunizzarsi». Ma il governo non molla: deciderà (all’ultimo minuto) di prorogare l’obbligo di Ffp2 sul lavoro.Vi ricordate quando Mario Draghi giurava che, con lui a Palazzo Chigi, le decisioni sulla pandemia sarebbero state prese con congruo anticipo? Quella promessa è andata a farsi benedire. L’ultimo esempio è il tavolo con i sindacati, dal quale dovrebbe venir fuori il nuovo protocollo Covid per i luoghi di lavoro. Che sarà come quello vecchio, però inasprito: laddove si stia a contatto con il pubblico, o fosse impossibile mantenere la distanza di sicurezza non già di un metro, bensì di due metri, sarà obbligatorio indossare le mascherine. E non le chirurgiche; le Ffp2. Perché in Italia le temperature sono bollenti, ma nei dicasteri si suda freddo: tutti nel panico per Omicron 5. Eppure, a fronte della sbandierata urgenza di contenere le infezioni, i paladini della salute partoriranno le sudate carte per fabbriche, uffici ed esercizi solo il 30 giugno. Ovvero, il giorno in cui scadranno le regole attualmente in vigore. Ieri si è svolta solo una prima «riunione tecnica» tra rappresentanti dei ministeri della Salute, del Lavoro, dello Sviluppo economico e dell’Inail, alla luce dell’«impennata dei contagi che ha caratterizzato le ultime settimane». Sul tavolo, altresì la richiesta di sanificare scrivanie e postazioni a fine turno e di tenere in smart working i fragili. Il verdetto è rinviato all’ultimo minuto. Nel frattempo, gli esperti finalmente cominciano a storcere il naso. Rainews cita Carlo Federico Perno, direttore dell’Unità di microbiologia al Bambino Gesù di Roma. Il luminare premette: «Sono fautore della mascherina produttiva in caso di emergenza», la quale «resta un presidio fondamentale». Nondimeno, spiega, «nella situazione attuale, nella quotidianità, il suo uso va valutato con molta attenzione. In questa fase di limitata emergenza sanitaria», udite udite, «l’uso eccessivo della mascherina riduce anche il contatto con altri germi normalmente poco pericolosi, come il virus del raffreddore, contro cui non possiamo immunizzarci». State a vedere che, dopo quella di coronavirus, inizierà a diffondersi un’epidemia di buon senso. D’altronde, se il Covid sta diventando endemico e se la pacifica coesistenza con questo microrganismo è il massimo in cui possiamo sperare, è evidente che infilarsi in una campana di vetro non ci aiuta. Un’altra spallata al feticcio delle museruole la assesta il Ticino. Lì, il deputato Paolo Pamini ha lanciato un’interrogazione al Consiglio di Stato cantonale, sfidandolo a dimostrare scientificamente i benefici delle museruole. L’onorevole, membro del partito conservatore Udc, ha allegato un faldone che passa in rassegna una bella mole di dati e studi internazionali. Conclusione: l’obbligo di mascherina è inutile.Di alcune di queste ricerche avevamo dato conto sulla Verità. Ad esempio, l’indagine comparata uscita su Cureus ad aprile e condotta in 35 nazioni europee: essa testimoniava che l’imposizione dei bavagli non aveva avuto alcun effetto apprezzabile sul contenimento del Sars-Cov-2. Analoghe evidenze, con tanto di grafici, l’analisi svizzera le trova nei dati americani. Sorprendentemente, paragonando gli Stati che hanno introdotto obblighi di mascherina a quelli libertari, si scopre che, addirittura, nel periodo di Omicron, i picchi epidemici sono stati inferiori in quelli più laschi che in quelli con norme severe. Anche le statistiche di Our world in data, riprodotte nel paper ticinese, danno risultati simili. A parte la sovrapponibilità delle curve dei contagi tra i vari Paesi del Vecchio continente, si osserva come, nella primavera 2022, le infezioni siano state molte meno in Gran Bretagna, dove circolavano liberamente persino i positivi, che nella più rigida Germania. Confrontando i numeri teutonici con quelli svedesi, peraltro, si riscontra che, nonostante oltre l’80% della popolazione tedesca utilizzasse la mascherina, contro un 2-9% di quella scandinava, tra le due nazioni non ci sono state sostanziali differenze nel tasso di diffusione della malattia. Allo scarso o nullo impatto del rito sociale di tapparsi naso e bocca, fanno poi da contraltare i potenziali effetti collaterali del bavaglio. Il documento elvetico menziona l’effetto Fögen, dall’autore di un saggio pubblicato su Medicine a febbraio, secondo il quale, in Kansas, «le contee con obbligo di mascherina avevano tassi di mortalità significativamente più elevati rispetto alle contee senza obbligo di mascherina». Come mai? Un’ipotesi è che «la reinalazione profonda di goccioline ipercondensate o di virioni puri catturati sotto forma di droplet nelle maschere facciali possa peggiorare la prognosi ed essere collegata agli effetti a lungo termine dell’infezione da Covid-19». A questa corposa bibliografia, ci permettiamo di aggiungere un elemento più prosaico, del quale forse, nelle fresche valli del Ticino, s’avverte meno l’urgenza: la torrida estate italiana, che espone chi si barda al pericolo di un collasso. Fabrizio Pregliasco, noncurante, chiede mascherine financo al mare. Ecco, a lui, magari, spedite una camicia di forza.
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L'evento organizzato dal quotidiano La Verità per fare il punto sulle prospettive della transizione energetica. Sul palco con il direttore Maurizio Belpietro e il vicedirettore Giuliano Zulin, il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, il presidente di Ascopiave Nicola Cecconato, il direttore Ingegneria e realizzazione di Progetto Terna Maria Rosaria Guarniere, l'Head of Esg Stakeholders & Just Transition Enel Maria Cristina Papetti, il Group Head of Soutainability Business Integration Generali Leonardo Meoli, il Project Engineering Director Barilla Nicola Perizzolo, il Group Quality & Soutainability Director BF Spa Marzia Ravanelli, il direttore generale di Renexia Riccardo Toto e il presidente di Generalfinance, Boconi University Professor of Corporate Finance Maurizio Dallocchio.