2022-11-21
Caro Draghi, ci risparmi il Di Maio d’Arabia
Caro Mario Draghi, come sta? È un po’ che non ci sentiamo e temevo sentisse la mia mancanza. Perciò le scrivo questa cartolina, sperando che non si arrabbi troppo. Volevo ringraziarla per il regalo, dopo 20 mesi e 9 giorni di governo.Non solo un’inflazione alle stelle, le bollette impazzite, la crisi energetica irrisolta, ma anche Luigi Di Maio come inviato Ue nel Golfo Persico, con il modico stipendio di 12.000 euro netti al mese. Pare infatti che la cosa ormaiia fatta. E pare che sia stata opera sua. Del resto, si sa, lei a livello internazionale è sempre riuscito a farsi ascoltare. E quest’idea di mandare Giggino nei Paesi arabi per non dovergli pagare il reddito di cittadinanza mi pare geniale. Solo che mi viene un dubbio: è proprio sicuro che se lo meriti? E soprattutto: ci faremo bella figura?Lei, caro Migliore, ha sempre giocato tutto sulla credibilità. E non capisco perché abbia deciso di metterla così alla prova. Passi per i pasticci del suo governo, passi per le liti nella maggioranza, passi (con molta fatica) per Roberto Speranza alla Salute e Luciana Lamorgese all’Interno, passi (con moltissima fatica) per le dichiarazioni farlocche sulle inoculazioni («Chi si vaccina non si contagia»). Ma Luigi Di Maio inviato Ue? Davvero pensa di riuscire a sopportare anche questa? Non sarà la picconata definitiva al suo prestigio? Ci pensi: può permettersi di essere ricordato come il mandante di Giggino in versione Totò d’Arabia? Peraltro si dice che lei avrebbe fatto tutto ciò per «risarcirlo» della scissione dai 5 stelle con cui cercò, inutilmente, di sostenere il suo governo. Roba indegna anche della peggior Dc di un tempo: davvero si possono distribuire delicatissimi incarichi internazionali in questo modo provinciale? Da retrobottega della politichetta? E davvero vuole mescolare il suo nome a un’operazione di questo tipo?Ora, lei è giustamente chiuso nel silenzio del suo casale di Città della Pieve. Dicono che stia aspettando l’ora di poltrone alla sua altezza: o quella di Jens Stoltenberg alla Nato, o quella di Ursula von der Leyen a Bruxelles, o più probabilmente quella di Charles Michel alla presidenza del Consiglio Ue. Le auguriamo ogni bene sperando che non le venga in mente, poi, di nominare Toninelli come mediatore fra Cina-Taiwan e Topolino per la crisi ucraina. Nel frattempo ci permettiamo di segnalarle che l’Italia non è ancora sprofondata, per nostra fortuna, nonostante quello che era stato annunciato dai suoi sostenitori: i mercati non sono crollati, lo spread non è alle stelle e incredibilmente Giorgia Meloni non è stata presa a calci nel sedere né a Bruxelles né al G20 dove i nostalgici dei Migliori paiono, incredibilmente, già spariti. Avanti di questo passo, alla fine qualcuno cambierà opinione su di lei e comincerà a pensare che forse non è così necessario e forse nemmeno così credibile come si pensava. Si affretti a smentirli. Rompa il silenzio e rinneghi la paternità dell’incarico a Di Maio. Lo faccia per il suo bene, se non per il nostro.
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