2020-06-23
Maria Luisa d’Austria, la consorte che portò Napoleone nel baratro
Maria Luisa D'Austria (Wikimedia commons)
Bonaparte sposò la figlia dell'imperatore asburgico sperando nella legittimazione da parte dei regnanti. Ma fu un errore: il matrimonio lo costrinse all'alleanza con Vienna e lo fece cadere in un «inganno dinastico»«Ah, il mio matrimonio! Un precipizio dagli angoli ricoperti di fiori!». Napoleone pronuncia questa battuta quando è già prigioniero sullo scoglio miserevole di Sant'Elena, abbandonato da molti di coloro che aveva beneficiato, ma soprattutto da gran parte delle persone a lui più vicine. In particolare dalla seconda moglie Maria Luisa, figlia dell'imperatore d'Austria. In un momento iniziale, tuttavia, Bonaparte aveva fortemente voluto le nozze, perché intendeva fondare una dinastia personale, stabile e legittima, e sapeva che la prima moglie Giuseppina non poteva dargli degli eredi. Uno dei più gravi errori dell'imperatore, il quale non si accontenta più di essere «l'unico», «l'outsider», bensì anela a una legittimazione formale che lo consolidi di fronte alle case regnanti d'Europa. Uno gesto da parvenu perché egli, in fondo, si sente in difficoltà di fronte alle ombre del passato. «Mi do degli antenati!» proclamerà il giorno delle nozze con Maria Luisa. In seguito, definirà «il mio povero zio» il ghigliottinato Luigi Capeto. Il suo dialogo con la storia, con la posterità, con la leggenda si è fatto sempre più serrato, ma gli ha fatto perdere il senso del reale e del possibile. Gli attentati di cui è stato vittima o che lo hanno preso come punto di mira, i rischi delle continue battaglie, la consapevolezza che tutto quello che ha edificato si scioglierebbe come neve al sole, se lui morisse, l'impossibilità di designare un successore che non sia davvero suo figlio… molte cose, negli anni, hanno spinto Napoleone verso quella scelta. Senza dimenticare i suoi due cattivi geni, ovvero Charles-Maurice de Talleyrand - Périgord, ministro degli Esteri e - in minor misura - Joseph Fouché, ministro della Polizia. Fu soprattutto Talleyrand a sobillare Napoleone, facendogli prima intravedere la metaforica corona d'alloro sopra la testa, poi la necessità del divorzio da Giuseppina e infine il prestigio del matrimonio con la figlia degli Asburgo. In realtà, Talleyrand si è inteso con Metternich, perché entrambi vogliono legare le mani a Napoleone, costringerlo a un'alleanza con l'Austria che dia a quest'ultima il tempo di preparare la rivincita. E l'imperatore, pur «maestro di cinismo», non ha capito la trappola ed è caduto vittima di quello che un libro chiama «l'inganno dinastico». Non ha pensato alle molte figlie che gli Asburgo avevano sacrificato, prima fra tutte Maria Antonietta. Invece Fouché sulle prime lo ha invitato alla prudenza perché, in qualità di antico regicida, non è troppo desideroso di vedere un Asburgo in Francia. Poi, dimostrandosi come sempre «l'uomo delle circostanze», è diventato un fan dell'imeneo. Tanto che l'imperatore Francesco lo indicherà alla figlia come un interlocutore importante.Napoleone ha divorziato da Giuseppina nel dicembre 1809. Quindi ha riunito il suo Consiglio nel gennaio 1810 e si è fatto preparare una short-list di candidate prestigiose. Ha vinto Maria Luisa: Talleyrand, oliato dal denaro austriaco, se ne è fatto promotore, dichiarando che occorre operare una «riconciliazione europea». Il maresciallo Louis-Alexandre Berthier - che in quell'occasione viene soprannominato «la moglie di Napoleone» - è stato spedito a Vienna a fare la domanda di matrimonio. L'interessata è stata avvisata all'ultimo da Klemens von Metternich.E così, il 13 marzo 1810, il corteo della giovane arciduchessa sfila per le vie di Vienna e poi si muove alla volta della Francia. Luisl - come la chiamano in casa - piange, perché dalla più tenera infanzia le hanno insegnato a detestare Bonaparte, «l'usurpatore», che in Austria è detto «Krampus», il diavolo delle fiabe dei bambini, o «l'Orco». In giro si commenta: «Vienna ha sacrificato al Minotauro una bella giovenca!». Opportunista come sempre, Francesco II ha raccomandato alla figlia, prima di accomiatarsi: «Siate una buona sposa, una buona madre e cercate di rendervi gradita a vostro marito, finché egli sarà potente, fortunato e utile alla nostra casata». Una dichiarazione di intenti.Le accoglienze che attendono Luisl nel suo viaggio sono comunque trionfali, riecheggiano quelle per Maria Antonietta, anzi ricopiano completamente il protocollo di quello sposalizio. Il che non è proprio di buon augurio. L'intrigante Carolina Bonaparte, regina di Napoli, è incaricata di accogliere la giovane cognata e presentarla alla corte. Si è anche occupata di tutto il corredo, i regali di nozze che Napoleone ha destinato alla sposa, che sono di un lusso e di un costo eccezionale. L'imperatore vuole far colpo sulla giovane moglie, piacerle, riuscirle simpatico e forse essere amato. Le nozze vengono consumate a Compiègne, prima del matrimonio vero e proprio, che del resto è stato celebrato per procura a Vienna. «Questa notte voglio dormire con voi» dichiara Napoleone. «Molto bene», è la risposta compiacente.Contro ogni aspettativa, il ménage è per Maria Luisa una piacevole sorpresa, l'imperatore si mostra molto affettuoso, addirittura tenero, la colma di regali, la accontenta in tutto. Il 20 marzo 1811 nasce il sospirato erede, Napoleone Francesco Carlo Giuseppe re di Roma. Bonaparte è al settimo cielo: «Lo invidio, la gloria lo attende, mentre io ho dovuto correrle dietro! Io sono stato Filippo, lui sarà Alessandro. Per afferrare il mondo, non dovrà che tendere le braccia». Le cose, si sa, non andranno così e l'Aiglon, a cui tanto era stato promesso all'inizio della vita, si ritroverà a soli tre anni senza niente o quasi. Chiuso nella dorata prigionia viennese, morirà a 21 anni di tisi, abbandonato da quasi tutti.Sono, per l'imperatore, gli ultimi anni di apogeo. Già prima del matrimonio aveva cominciato a commettere errori, in particolare la campagna di Spagna e il blocco commerciale ai danni dell'Inghilterra. Il vero disastro, però, è la campagna di Russia, a proposito di cui Talleyrand commenta: «È l'inizio? La fine? Io credo che sia l'inizio della fine». Quando incontra nuovamente Metternich per arrivare a un armistizio con l'Austria, Bonaparte trova l'atteggiamento molto cambiato e gli chiede: «Ditemi, sono stato uno sciocco a sposare una principessa austriaca?» «Io credo - è la risposta - che Napoleone, il grande conquistatore, ha commesso uno sbaglio… Siete perduto, sire. Lo presumevo arrivando, ma ora ne sono certo».Dopo Lipsia e la battaglia delle Nazioni, Bonaparte deve tornare a combattere per difendere la Francia, ma gli alleati riusciranno a entrare nel Paese, nonché arrivare a Parigi. Nel frattempo Maria Luisa sarà già fuggita con il bambino. Rientrata a Vienna, sotto l'equivoca protezione del padre, assisterà al Congresso del 1814/ 1815 e allaccerà un intrigo sentimentale con il barone Adam von Neipperg, intrigo probabilmente ideato da Metternich, che vuole impedirle a ogni costo di ricongiungersi al marito e riportare il bambino in Francia. A nulla serve che, dopo i Cento giorni, Napoleone abdichi in favore di Napoleone II. Condotto nel definitivo esilio di Sant'Elena, non riceverà mai più notizie della moglie e soprattutto del figlio, se non in modo indiretto. Molte volte contemplerà la miniatura del bambino sospirando: «Mio povero diavoletto», e morirà ricordandolo.Quanto a Maria Luisa, con gli accordi del Congresso di Vienna viene nominata duchessa di Parma e Piacenza, dove si reca all'inizio del 1816 con Neipperg, da cui avrà due figli e che poi sposerà. Quella che ormai è chiamata Maria Luigia lascerà un buon ricordo di sé come amministratrice, anche se il merito è probabilmente di Neipperg. Nel frattempo, l'Aiglon è rimasto a Vienna, la madre lo rivedrà sporadicamente e distrattamente. Colui a cui avevano impedito di parlare francese e ricordare suo padre, deve accontentarsi del titolo fittizio di duca di Reichstadt e vivere una triste prigionia. In una lettera del 1814, Napoleone aveva scritto alla moglie: «Preferirei che mio figlio fosse sgozzato, piuttosto che vederlo allevato a Vienna e prigioniero dei nemici della Francia». Non è stato esaudito.Pur sapendo che il figlio è malato, Maria Luisa comparirà solo all'ultimo per dire addio nel luglio 1832. L'avventura imperiale, per lei, è dimenticata e con essa i protagonisti del dramma. Dopo la morte di Neipperg l'ex imperatrice, incapace di stare senza un uomo al fianco, sposerà il conte Charles-René de Bombelles. Si spegnerà, ultima fra gli attori di quell'epopea, nel dicembre 1847. Una volta, l'Aiglon aveva detto: «Mio padre sarebbe dovuto rimanere sposato con Giuseppina». Forse aveva ragione.
Vladimir Putin e Donald Trump (Ansa)