2025-08-10
Oltre la vicenda Almasri, la mappa delle milizie libiche
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Le forze del Ministero della Difesa libico presidiano la zona di Abu Salim a Tripoli in seguito allo scontro tra le forze di sicurezza libiche e il gruppo di miliziani denominato «Apparato di supporto alla stabilità» (Getty Images). Nel riquadro il capo del gruppo Rada Abdel Raouf Kara
La Libia resta divisa tra milizie rivali che controllano Tripoli. Tra queste, il gruppo Rada di Abdel Raouf Kara domina l’aeroporto e quartieri chiave, mentre il governo di Dbeibah si regge su alleanze fragili e mutevoli.La Libia resta al centro degli equilibri del Mediterraneo e la sua stabilità è fondamentale per la gestione dei flussi migratori e per l’approvvigionamento energetico dell’Europa. Il Paese arabo rimane spaccato a metà e la capitale Tripoli e addirittura di vivere in fazioni e quartieri dove decine di milizie detengono il potere.Usāma al-Maṣrī Nağīm, noto semplicemente come Almasri in Italia, è il vicecapo di una di queste milizie, probabilmente la più potente e radicata sul territorio. Le Forze speciali per il contrasto al terrorismo e al crimine organizzato, note semplicemente con l’acronimo Rada, sono un gruppo paramilitare che controlla l’aeroporto internazionale di Mitiga. Questa milizia., fondata dal salafita. Abdel Raouf Kara, agisce come polizia giudiziaria ed oltre all’aeroporto, controlla direttamente diversi quartieri della capitale, compreso Al Dahra dove si trova l’ambasciata italiana e che si affaccia sulla parte più interna del vitale porto di Tripoli, dove alcuni moli vengono controllati dagli uomini di Kara. Ma il mosaico tripolitano è molto complesso e le alleanze cambiano spesso.Lo stesso premier Abdul Hamid Dbeibah può essere considerato un capo milizia perché direttamente o indirettamente a lui rispondono la brigata 444, la brigata 111 e alcune milizie di Misurata che si occupano della difesa del quartiere governativo. Formalmente la brigata 444 rappresenta le forze speciali dell’esercito del Governo di unità nazionale di Tripoli (Gnu), ma in realtà rispondono soltanto a Mahmoud Hamza, l’uomo che permette a Dbeibah di restare al potere. Sono stati loro, insieme ai loro alleati, a eliminare Abdel Ghani al Kikli, il capo del potente Apparato di Supporto alla Stabilità (Ssa), attirandolo in un’imboscata e trucidando lui e tutti i suoi ufficiali. Questo gruppo armato, teoricamente dipendente dal ministero della difesa, era diventato un nemico del primo ministro e controllava il grande quartiere meridionale di Abu Salim e la via di accesso al Fezzan,, la regione meridionale della Libia. Dbeibah dopo il successo contro Ssa ha pensato di colpire anche la milizia Rada che ha respinto a cannonate l’attacco delle brigate fedeli al governo.L’attuale primo ministro nel 2022 aveva già colpito alcune milizie di Tripoli che stavano diventando troppo potenti come la Brigata al Nawasi e la brigata Bab Tajjura che insieme componevano la Tripoli Protection Force, un’alleanza determinate nelle guerre cittadine e nell’abbattere il regime di Gheddafi. Quella volta i governativi avevano avuto successo sequestrando armi e riprendendo il controllo del porto e della parte occidentale della capitale. Ma ci sono milizie che cambiano alleati con estrema rapidità d così il Libya Shield Force è passato da Dbeibah ad al Kikli combattendo al suo fianco negli ultimi scontri, per poi unirsi al gruppo Rada nella parte orientale della città con tutti i mezzi pesanti rubati all’Apparato di Supporto alla Stabilità, oramai dissolto. Oltre che dalle brigate 444,111 e dalle truppe di Misurata, l’attuale governo è protetto dalle Forze Riunite di Zintan, la milizia privata dell’attuale ministro degli Esteri. Più complesso il ruolo dei gruppi armato provenienti dalla città di Zawiya, snodo chiave per il controllo del confine con la Tunisia. Qui la milizia Kabawat guidata da Othman Allahib, che è anche il comandante della Battaglione 103, combatte per il governo, mentre la milizia Ghwailat comandata da Mohammed Bahroun sembra pronta a passare con i suoi nemici. Entrambi questi gruppi controllano i quartieri più occidentali di Tripoli e non permettono l’accesso alla città se non dopo il loro assenso. Nella parte più meridionale della provincia della maggiore città libica agiscono anche le tribù del deserto come i Tebu, i Warfalla ed i berberi imazighen, uomini duri ed abituati ad usare la violenza per imporre il proprio dominio. In una situazione confusa come quella della Libia occidentale il loro ruolo è cresciuto creando delle free zone dove si sostituiscono allo stato centrale in cambio di una fragile ed illusoria alleanza.Ma Tripoli rimane un luogo di incertezza dove Gheniwa, il nome di battaglia di al Kikli, prima di essere eliminato controllava l'agenzia di sicurezza interna, ed aveva piazzata i suoi fedelissimi nella distribuzione dei trasferimenti di denaro dalla Banca Centrale, dove i suoi miliziani agivano come poliziotti. Tutto quello che è valido oggi in questa Libia nessuno può garantire che sia valido anche domani.
Un modello Keqiao SS 2026 durante la Milano Fashion Week. Nel riquadro, Ruan Chuping
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Plastico del Ponte sullo Stretto (Imagoeconomica)
Nel riquadro, Andrea Baccarelli, preside della T.H. Chan school of public health di Harvard. (IStock)