2022-11-08
Manovra, meno tasse su partite Iva ma inevitabili i tagli alle detrazioni
Federico Freni, sottosegretario all’Economia (Imagoeconomica)
Ampliamento della flat tax fino a 85.000-90.000 euro. Per trovare le risorse si interverrà sulle agevolazioni già dai 60.000 euro. Provvedimenti per sbloccare i superbonus. Novità: introduzione del quoziente familiare.Il governo Meloni è completamente concentrato sulla manovra, un cantiere a cielo aperto che lavora all’impazzata. Ed è proprio dai cantieri del superbonus che si riparte una volta esaurito il capitolo energia. «Ci sarà un nuovo intervento sui crediti, qualcosa per sbloccarli in maniera definitiva» parola di Federico Freni, sottosegretario all’Economia. Infatti, oltre al taglio dal 100% al 90% della detrazione fiscale, si pensa anche a scongelare i lavori bloccati dal susseguirsi di strette arrivate nell’ultimo anno. Le imprese da mesi non riescono più a incassare i crediti acquisiti. «C’è una sola cosa che non possiamo più accettare: che ci siano imprese con cassetti fiscali pieni di crediti che non riescono a scontare», continua Freni. «Non è accettabile che questa normativa cambi ogni mese e mezzo, non ce lo possiamo più permettere. Troveremo una soluzione per dare respiro a queste aziende, anche se questo respiro non può essere un bagno di sangue per le casse dello Stato». La data fissata, secondo alcune indiscrezioni, dovrebbe essere quella del prossimo 31 dicembre. Sul tavolo anche la possibilità di ampliare il periodo di assorbimento, permettendo alle banche e ai destinatari del credito di scontarlo non in cinque anni ma in sette o otto anni. «Il passaggio dal 110% al 90% di detrazione è più di un’ipotesi», secondo il sottosegretario, «ed è allo studio l’estensione per le unifamiliari per cui c’era il termine del 30 settembre, termine che si può riaprire per le fasce di reddito che ne hanno realmente bisogno». Nella manovra di bilancio come già spiegato dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, tutto il deficit andrà a sostegno del caro energia e quindi per gli altri provvedimenti sarà necessario trovare altri tipi di coperture. Tra le priorità del governo c’è l’ampliamento della flat tax. Si comincia con autonomi e partite Iva, innalzando la soglia da 65 fino a 85.000 euro (forse 90.000). Non si arriverà a 100.000 come auspicato all’inizio, proprio perché non c’è spazio di manovra.Questa misura però non potrà arrivare gratis, c’è bisogno di un riordino delle spese fiscali per consentire che venga attuata. Si parla di detrazioni come quelle per lo sport dei figli, le spese di istruzione o per le spese assicurative: la situazione attuale prevede che dopo i 120.000 euro di reddito, la detrazione venga riconosciuta ma a percentuali minori rispetto a chi percepisce meno. La detrazione poi scala mano a mano che i redditi salgono fino ad annullarsi per chi dichiara più di 240.000 euro l’anno. Il governo per finanziare la flat tax sta valutando l’ipotesi di dimezzare queste soglie: in sostanza le detrazioni si abbasseranno già a partire dai contribuenti che percepiscono dai 60.000 euro annui in su, fino ad annullarsi a 120.000 euro. L’indiscrezione non è stata smentita ma potrebbe costituire un punto critico perché potrebbe esser vista come un innalzamento delle tasse per il ceto medio: insomma per fare la flat tax si leva e si dà agli stessi contribuenti. Sull’agenda di governo in manovra dovrà anche rientrare la riforma del cuneo fiscale. Andrà a beneficio per due terzi dei lavoratori, in modo da aumentare gli stipendi, e per un terzo a beneficio dell’impresa, perché l’impresa affinché possa assumere di più e creare più lavoro. Approccio che sarebbe condiviso sia da Confindustria che dai sindacati. L’incontro con questi ultimi il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, lo avrà domani e si capirà quindi se questa posizione verrà confermata o meno. Sul tema è intervenuto anche il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso: «Il taglio del cuneo fiscale va fatto gradualmente con le risorse che riusciamo a mettere in campo e deve consentirci di aumentare lo stipendio dei lavoratori». Urso ricorda che «il reddito di cittadinanza va mantenuto soltanto per chi non può lavorare». Sono molti i cambiamenti in vista per questo sussidio. Sarà rinnovabile per periodi sempre più brevi e chi rifiuterà anche solo un’offerta di lavoro perderà il diritto ad incassare l’assegno. Le persone devono essere incentivate a lavorare, questo l’obiettivo del governo. L’esecutivo punta a recuperare soldi dal reddito di cittadinanza per aumentare la flessibilità e finanziare quota 102. Il sussidio non si abolirà del tutto, ma sarà sempre più stringente e secondo Claudio Durigon, sottosegretario del Lavoro e delle politiche sociali, «colpirebbe un percettore su tre». Il sostegno alla famiglia e alla natalità è al centro dell’azione di questo governo. In manovra si tradurrebbe con il finanziamento del quoziente familiare. Una novità per il sistema fiscale italiano, ma ben conosciuto oltralpe dove infatti i figli si fanno di più. Nella riforma il reddito non sarebbe più considerato sulla persona, ma sul nucleo familiare e più figli ci sono e meno tasse si pagherebbero. Infine, l’Iva: si parla di una riduzione al 5% per tutti quei beni di prima necessità che riguardano l’infanzia come latte in polvere e pannolini. La speranza del governo è che questa misura dia la spinta per aumentare la natalità in Italia, ai minimi storici negli ultimi anni secondo i dati Istat. Le coperture per queste riforme però ancora non sarebbero state individuate.
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