2024-10-17
Sconfitte, litigi e polemiche. Il Mancio ricoperto d’oro spernacchiato dai sauditi
Roberto Mancini, ct della nazionale saudita (Getty Images)
Via dall’Italia in estasi da petrodollari, l’ex tecnico azzurro colleziona flop e ora rischia l’esonero. Ecco cosa accade a buttarsi tra le braccia di un Paese senza cultura sportiva.Non è tutto oro quel che luccica. Nemmeno i petrodollari dell’Arabia Saudita che negli ultimi 15 mesi hanno ribaltato gli equilibri del calciomercato, sia dei giocatori che degli allenatori, e che ora si stanno rispecchiando per quel che effettivamente sono: una grossa bolla di sapone utile soltanto ad abbellire l’immagine di un Paese dove la cultura calcistica è praticamente pari a zero. Ne sa qualcosa anche Roberto Mancini. Il tecnico di Jesi che, sedotto proprio da quei petrodollari aveva abbandonato la nostra Nazionale nell’agosto del 2023 per sedersi sulla panchina saudita, è da tempo nell’occhio del ciclone della stampa e dei tifosi locali. Motivo? Gli scarsissimi risultati ottenuti in proporzione al suo ingaggio: 25 milioni di euro all’anno ne fanno il ct più pagato al mondo. Sette vittorie, cinque pareggi e sei sconfitte in 18 partite ne fanno un bilancio tutt’altro che soddisfacente, tra amichevoli, match di Coppa d’Asia (con tanto di eliminazione agli ottavi) e qualificazioni ai prossimi Mondiali in programma nel 2026 in Canada, Messico e Stati Uniti. Sono proprio gli ultimi due incontri casalinghi disputati a Gedda dalla nazionale dei Green Falcons ad aver alimentato la tensione tra il Mancio e la critica che si attende molto di più. Prima la sconfitta per 2-0 contro il Giappone dello scorso 10 ottobre; poi lo scialbo pareggio a reti bianche di due giorni fa contro il non irresistibile Bahrain, nonostante l’occasione dagli undici metri fallita dalla «stella» di casa, quel Salem Al-Dawsari, che nel mondiale del 2022 in Qatar segnò il gol del 2-1 con cui l’Arabia Saudita batté all’esordio l’Argentina (che poi divenne campione del mondo). «Il problema? Il problema è solo uno: se non segniamo non vinciamo» - aveva detto Mancini in conferenza stampa alla fine della partita -. Poi se a ogni partita sbagliamo un rigore, tutto diventa ancora più difficile. Come risolverlo? Non lo so». Una dichiarazione, specie quest’ultima, che assomiglia più a un’ammissione di impotenza a fronte di una rosa che ha chiari limiti di qualità, soprattutto quando deve confrontarsi con le nazionali asiatiche più quotate, dallo stesso Giappone alla Corea del Sud, passando per l’Iran o l’Australia, prossima avversaria sulla strada per i Mondiali, ora in salita visto che l’Arabia si trova al secondo posto in classifica del gruppo C appaiata a quota 5 punti proprio con Australia e Bahrain, dietro al Giappone, primo a 10 punti, e davanti alla coppia formata da Cina e Indonesia, ferme a 3. Detto che le prime due andranno direttamente negli States, per la terza e la quarta saranno necessari gli spareggi, una situazione che a Mancini ha già detto male con l’Italia il 24 marzo 2022, quando la sconfitta per 1-0 a Palermo con la Macedonia del Nord ci costò la partecipazione alla rassegna iridata.Tuttavia, a far più discutere in questi giorni la stampa araba e non solo, sono state le reazioni del ct italiano alle critiche. La prima, in conferenza stampa dopo la sconfitta con il Giappone, quando Mancini ha interrotto la domanda di un cronista nipponico - «Ricevi uno stipendio molto alto e la tua squadra non si comporta bene in campo» - rivolgendogli con stizza un «vuoi vedere il mio conto in banca?». La seconda, subito dopo il fischio finale dello 0-0 con il Bahrain, dove l’allenatore si è interfacciato direttamente con un tifoso che lo contestava dalla tribuna, rivolgendogli un chiaro gesto di nervosismo. Un nervosismo che ha messo in mostra tutta la frustrazione per una serie di risultati negativi sui quali il ct marchigiano sa di non poter incidere. In Arabia si rincorrono già le voci circa un suo esonero. Il numero uno della Saudi Arabian Football Federation, Yasser Al-Meshal, dopo aver chiesto scusa ai tifosi, ha dichiarato: «È una situazione inaccettabile, abbiamo fatto due punti nelle ultime tre partite casalinghe». Poi la chiosa: «Prenderemo una decisione». Insomma, a Riyad e dintorni, ogni passo falso della nazionale saudita è diventato un buon pretesto per rinfacciare a Mancini il suo lauto stipendio. Guardando la faccenda esclusivamente da un punto di vista tecnico, aver lasciato l’Italia, complice una gestione tutt’altro che perfetta del presidente federale Gabriele Gravina, per approdare in Arabia Saudita da profeta del calcio, petrodollari a parte, non è stata una buona mossa. Perché i calciatori che può convocare in nazionale non si chiamano né Cristiano Ronaldo, né Sergej Milinkovic-Savic, né Marcelo Brozovic, tanto per citarne alcuni ingaggiati dalla Saudi Pro League. Del resto lo ha ammesso Mancini stesso: «Tre anni fa i giocatori sauditi giocavano tutte le partite. Oggi, dal 50 al 60% di loro non gioca. Questo è il primo problema, anzi l’unico problema che abbiamo in questo campionato».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.