«Tutti gli insegnanti saranno al loro posto», propaganda nelle ultime ore il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. «Mancano 200.000 insegnanti», stimano invece i sindacati. La realtà è che, soprattutto al Nord, nella scuola primaria, sul sostegno, in lettere e matematica alle medie e in fisica alle superiori i posti ancora vacanti fanno drizzare i capelli ai dirigenti scolastici. Il ministro, spavaldo, a poche ore dalla prima campanella oggi a Bolzano (poi progressivamente si partirà in tutta Italia) se ne è uscito così: «Stiamo lavorando per garantire a coloro che verranno la tavola apparecchiata e si può iniziare a servire la cena». Nessun accenno al rischio di orari ridotti nel Lazio, alle cattedre scoperte in Campania, alle graduatorie pubblicate alle 14 e sospese tre ore dopo in Molise. «In molte Regioni», ha detto il ministro, «abbiamo fatto le supplenze, quest’anno non ci saranno le 40.000 legate al Covid. Quindi non è che mancano, ma non ci sono perché erano legate al Covid».
Su Radio 1 Rai, inoltre, solo qualche giorno fa aveva aggiunto: «Quest’anno abbiamo fatto tanti concorsi, oltre 50.000 insegnanti li abbiamo assunti o li stiamo assumendo». Stando a un’indagine di Tuttoscuola, però, il 56% delle cattedre che dovevano essere coperte proprio con gli ultimi concorsi rimarranno vuote.
Il che comporterà un numero di supplenti di molto superiore a quello previsto. Per quanto riguarda le prove, il concorso ordinario per la secondaria (che risale a più di due anni fa) prevedeva 26.871 cattedre da assegnare: quelle coperte sono solo 13.743, ovvero il 51%. Quello per le materie scientifiche ne ha assegnate solo 582 delle 1.685 bandite.
E il secondo straordinario per la secondaria è andato a vuoto su 11.227 cattedre. L’unico nel quale sembra essere andato tutto liscio è quello ordinario per l’infanzia e la primaria. Ma anche qui i posti coperti sono 7.252 a fronte dei 12.863 previsti. La roulette russa del solito algoritmo delle supplenze riuscirà a mandare per tempo i precari della scuola nelle aule? «Iniziamo l’anno scolastico con migliaia di precari, tante cattedre vuote e tanti posti scoperti tra collaboratori scolastici e personale di segreteria», ha spiegato Francesco Sinopoli della Cgil ieri al Corriere della sera. I sindacati, infatti, lamentano anche l’assenza di circa 15.000 amministrativi e collaboratori scolastici e di 500 presidi, oltre al mancato rinnovo dell’organico Covid. Ma di Covid Bianchi, dopo le chiusure per la pandemia e le lezioni a distanza, non vuole sentirne nemmeno parlare. Come dell’ipotesi di studenti in Dad per far fronte ai rincari energetici. E nega che il governo abbia messo sul tavolo questa idea tra le opzioni per stringere sui consumi. L’esecutivo «non ha mai parlato della possibilità di fare un giorno in Dad per via del caro energia», ha detto il ministro. Poi ha aggiunto: «In ogni caso la mia posizione è chiarissima. Di fronte ai problemi che tutti conosciamo, la scuola deve essere l’ultima a essere toccata». Ma, dopo i disastri degli ultimi due anni, nessuno sembra pronto a metterci la mano sul fuoco.





