Mantiene il vantaggio con 401 seggi ma è azzoppata dalla vittoria delle destre. I prossimi passi: Consiglio il 27 giugno e plenaria il 16 luglio. Il nuovo presidente della Commissione dovrebbe arrivare dopo l’estate.
Mantiene il vantaggio con 401 seggi ma è azzoppata dalla vittoria delle destre. I prossimi passi: Consiglio il 27 giugno e plenaria il 16 luglio. Il nuovo presidente della Commissione dovrebbe arrivare dopo l’estate.Che la maggioranza Ursula abbia numericamente tenuto si può dire. Ma che tenga politicamente, è un altro paio di maniche. I nodi verranno presto al pettine, ma intanto è saggio partire dai numeri definitivi per capire che aria tirerà tra qualche giorno. Gli eurodeputati eletti sono stati 720, quindi l’asticella per controllare Strasburgo è stata fissata a quota 361. I partiti che detenevano la maggioranza nella legislatura uscente sono a quota 401: 185 Popolari, 137 Socialisti e 79 Liberali. Per quanto riguarda gli altri gruppi, l’Ecr guidato dal nostro premier Giorgia Meloni ha ottenuto 73 seggi, mentre Id, grazie all’exploit di Marine Le Pen in Francia, arriva a 58, senza i tedeschi di Afd espulsi per le dichiarazioni dello spitzenkandidat Maximilian Krah, che potrebbero però rientrare se l’eventuale cacciata di Krah venisse ritenuta dalla Le Pen e da Matteo Salvini un gesto sufficiente di ammenda. A quota 52 seggi ci sono i Verdi e a 36 la Sinistra. Ma è nei ben 100 eurodeputati non iscritti ad alcun gruppo la peculiarità della legislatura che sta per iniziare, poiché dai movimenti della galassia di formazioni afferenti al «gruppo misto» continentale (per lo più di destra) che potrebbero dipendere molti snodi importanti, a partire dalla scelta del presidente della Commissione: nel 2019 Ursula von der Leyen si salvò grazie ai liberali e anche al M5s ma stavolta, arrivando indebolita e azzoppata dal suo stesso partito, è difficile immaginare un soccorso esterno da parte di qualcuno che ritenga politicamente vantaggioso esporsi per lei. Quali altre maggioranze saranno possibili? Oltre alla Ursula, il centrodestra «all’italiana» avrebbe sulla carta 396 voti, ma bisognerebbe convincere ad appoggiarlo quella parte dei Popolari che non è disposta a fare accordi con Marine Le Pen e - cosa praticamente impossibile - convincere i macroniani a stare assieme a colei che ne sta decretando il tramonto politico. Ecco perché il ruolo del «Mistone» è importante. Si parlava di snodi: al di là delle valutazioni e delle implicazioni politiche, è bene ricordare quali saranno ora le tappe e le scadenze che porteranno alla definizione di tutti gli organismi comunitari e ne riempiranno le caselle ai vertici. Già in questi giorni sono partiti i primi passi a livello formale e burocratico per la formazione dei gruppi: i nuovi eletti provvederanno nelle prossime settimane a iscriversi a vecchie o nuove formazioni (o a non iscriversi ad alcuna) e a eleggere i vertici di ciascun gruppo. In questo caso, la scadenza sarà il prossimo 16 luglio, giorno in cui è stato fissato l’inizio della prima sessione plenaria a Strasburgo, che durerà fino al 19 luglio. Nel frattempo, a un altro livello decisionale, il 27 e il 28 giugno si terrà il Consiglio europeo che, dopo un primo vertice informale previsto per lunedì 17, inizierà a discutere delle nomine ai vertici delle istituzioni comunitarie. È verosimile che in quella sede venga fatto ufficialmente il nome di Ursula von der Leyen, che dovrà poi ottenere la fiducia dell’Europarlamento, verosimilmente dopo la pausa estiva. Tornando alla costituzione dei gruppi, ognuno di questi deve essere composto da almeno 23 deputati, eletti almeno in sette Stati diversi. Nella plenaria del 16 sarà eletto il presidente del Parlamento (probabilmente ci sarà il bis di Roberta Metsola), di ben 14 vicepresidenti e di cinque questori. A questo punto, saranno costituite le commissioni e i relativi uffici di presidenza.Veniamo ora alla parte più «succosa» di tutta la storia, e cioè l’elezione del presidente della Commissione: cinque partiti hanno scelto di presentare uno spitzenkandidat, vale a dire un candidato di bandiera, ma come è noto la scelta del nome definitivo sarà il prodotto di trattative politiche che potrebbero prendere una direzione diversa da quella prevista, o cadere su nomi a sorpresa o last minute. La fatidica elezione dovrebbe avvenire all’inizio di settembre, con questa procedura: il candidato proposto dal Consiglio europeo dovrà esporre il proprio programma politico all’emiciclo, che quindi procederà al voto (a scrutinio segreto) dopo la discussione. Per eleggere il presidente occorre la maggioranza assoluta dei membri (361), se questa soglia non viene raggiunta al primo scrutinio il presidente del Parlamento chiede al Consiglio europeo di proporre un altro candidato entro un mese. Quando sarà stato eletto il nuovo leader Ue, la palla passerà di nuovo al Consiglio europeo per la nomina formale, per un mandato quinquennale. Dopo, sarà la volta della nomina dei commissari, designati sempre dal Consiglio europeo e soggetti a un voto di approvazione parlamentare, che coinvolge anche la figura dell’Alto rappresentante per la politica estera, anch’essa proposta dal Consiglio europeo che - vale la pena ricordarlo - rappresenta gli Stati nazionali.
Gattuso e la Nazionale lasciano San SIro al termine del match perso per 4-1 contro la Norvegia (Ansa)
Necessarie misure serie: una quota per gli extracomunitari e almeno cinque azzurri in campo di norma. L’ennesimo Mondiale è a rischio, Gravina si prenda la responsabilità. E i settori giovanili vanno ripensati.
Questo non è un pezzo nostalgico anzi è un pezzo che guarda al futuro perché mi sono semplicemente rotto le scatole di una Nazionale scialba, viziata e perdente. E - chiedo scusa a Gattuso perché adesso tocca a lui fare da parafulmine - mi innervosiscono quelle dichiarazioni stupidamente ottimiste del tipo: «Bisogna ripartire dai primi 45 minuti», perché durante il primo tempo la Norvegia era in modalità «turismo»; quando si è svegliata ci ha preso a pallonate.
(Arma dei Carabinieri)
I Carabinieri del Comando Provinciale di Vicenza hanno portato a termine l'operazione «Marshall». Arrestati 20 cittadini di nazionalità nigeriana gravemente indiziati di appartenere a un gruppo criminale transnazionale dedito al traffico di cocaina ed eroina.
L’organizzazione era strutturata per assicurare un costante approvvigionamento e una capillare distribuzione della droga nelle principali piazze di spaccio del capoluogo e della provincia, oltre che in Veneto e Lombardia. Il canale di rifornimento, rimasto invariato per l’intero periodo dell’indagine, si trovava in Olanda, mentre la gestione dei contatti e degli accordi per l’invio della droga in Italia era affidata al capo dell'organizzazione, individuato nel corso dell’attività investigativa. L’importazione della droga dai Paesi Bassi verso l’Italia avveniva attraverso corrieri ovulatori (o “body packer”) i quali, previa ingestione degli ovuli contenenti lo stupefacente, raggiungevano il territorio nazionale passando dalla Francia e attraversando la frontiera di Ventimiglia a bordo di treni passeggeri.
Lo schema operativo si ripeteva con regolarità, secondo una cadenza settimanale: ogni corriere trasportava circa 1 chilogrammo di droga (cocaina o eroina), suddiviso in ovuli termosaldati del peso di circa 11 grammi ciascuno. Su ogni ovulo era impressa, con pennarello, una sigla identificativa dell’acquirente finale, elemento che ha permesso di tracciare la rete di distribuzione locale. Tutti i soggetti interessati dal provvedimento cautelare risultano coinvolti, a vario titolo, nella redistribuzione dello stupefacente destinato alle piazze di spaccio cittadine.
Dopo due anni di indagini, i Carabinieri sono stati in grado di ricostruire tutta la filiera del traffico di stupefacenti: dal fornitore olandese al promotore che in Italia coordinava la distribuzione alla rete di corrieri che trasportavano la droga in ovuli fino ai distributori locali incaricati dello spaccio al dettaglio.
Nel corso delle indagini è stato inoltre possibile decodificare il linguaggio in codice utilizzato dagli indagati nelle loro comunicazioni: il termine «Top» era riferito alla cocaina, «Spa» all’eroina, «Pantaloncino»alle dosi da 5grammi, mentre «Fogli di caramelle» si riferiva al contante. Il sequestro di quaderni contabili ha documentato incassi giornalieri e movimentazioni di denaro riconducibili a un importante giro d’affari, con pagamenti effettuati tramite bonifici internazionali verso conti correnti nigeriani per importi di decine di migliaia di euro.
Il Gip del Tribunale di Venezia ha disposto la custodia cautelare in carcere per tutti i venti indagati, evidenziando la «pericolosa professionalità» del gruppo e il concreto rischio di fuga, considerati anche i numerosi precedenti specifici a carico di alcuni appartenenti all’organizzazione.
L’esecuzione dei provvedimenti restrittivi e delle perquisizioni è stata condotta con il concorso di Carabinieri di rinforzo provenienti da tutti i Comandi Provinciali del Veneto, con il supporto dei Reparti Mobili e Speciali dell’Arma, delle Unità Cinofile Antidroga e del Nucleo Elicotteri Carabinieri, che hanno garantito la copertura aerea durante le operazioni.
L’Operazione «Marshall» rappresenta un importante risultato dell’attività di contrasto al narcotraffico internazionale e alle organizzazioni criminali transnazionali, confermando l’impegno costante dell’Arma dei Carabinieri nel presidio del territorio e nella tutela della collettività.
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Gli operai di Prato protestavano per le condizioni di lavoro nel distretto del fast fashion.
La donna cinese, che sta lì davanti ai capannoni con i capi, a un certo punto urla preoccupata: «Quella no, quella è polizia!». Troppo tardi. L’agente della Digos in borghese è stata scaraventata a terra da una squadretta di padroncini cinesi del Consorzio Euroingro di Prato, impegnata in una spedizione punitiva ai danni di un gruppo operai pakistani che stanno manifestando pacificamente contro le condizioni di lavoro da semi-schiavitù. Due i poliziotti feriti. In serata, la Procura di Prato ferma tre cittadini cinesi, accusati di resistenza a pubblico cinese e lesioni, ma le indagini sono ancora in corso e la polizia sta identificando uno a uno tutti i partecipanti al blitz.
Sul cartello c'è scritto: «Per il futuro dei nostri bambini» (Getty)
Il colosso tedesco manderà a casa 35.000 lavoratori entro il 2035. Stellantis chiede pietà a Ursula von der Leyen. Salta la gigafactory di Termoli?
La politica green di Bruxelles continua a mietere vittime nell’industria dell’auto. In attesa del piano sul settore che sarà presentato dalla Commissione europea, il prossimo 10 dicembre, si allunga il bollettino dei caduti sotto i colpi della crisi. Da questo appuntamento non ci si attende uno stravolgimento delle scadenze per l’elettrificazione dell’industria dell’automotive, con la data ultima del 2035 ancora segnata sul calendario di Bruxelles e considerata incontestabile, ma alcuni aggiustamenti.






