2022-02-15
Maggioranza all’ultima spiaggia per salvare le concessioni balneari
Lidi, continua lo scontro tra Commissione Ue e Italia su Bolkestein e concorrenza.Alla fine, ieri alla Camera se ne è solo discusso, ma non si è votato. L’applicazione in Italia della cosiddetta direttiva Bolkestein sta infatti creando non pochi malumori. La buona notizia, però, è che, secondo indiscrezioni, con il Consiglio dei ministri di oggi potrebbero arrivare misure ad hoc proprio sulle concessioni balneari. Il problema, ad ogni modo c’è, non lo si può negare. Più in dettaglio, la norma europea riguarda il rinnovo delle concessioni balneari attraverso una gara che dovrà partire nel 2023. Sul tema, però, l’Italia non si è ancora adeguata e queste mette il nostro Paese in pre-procedura di infrazione. Per cercare di uscire da questo ginepraio, ieri l’Aula ha discusso la mozione presentata da Fratelli d’Italia. Il testo, in sostanza, chiede di escludere i balneari e gli ambulanti dalla direttiva e, in attesa di un intervento normativo ad hoc, proroga di altri 15 anni le concessioni demaniali in essere.Proprio mentre si discuteva della mozione del partito di Giorgia Meloni, sempre ieri la maggioranza ha reso nota l’intenzione di definire una possibile mozione unitaria proprio contro l’adozione della Bolkestein. Sul tema il deputato pentastellato Sergio Battelli ieri in Aula ha invocato lo stop a qualunque proroga, nella speranza di trovare una soluzione quanto prima. Alessandro Batticlocchio, di Forza Italia, nel suo intervento ha elencato gli impegni che il partito fondato da Silvio Berlusconi «chiederà di sottoscrivere alle altre forze politiche nell’ambito di una eventuale mozione. Sono le ragionevoli richieste del settore».La Lega, attraverso Matteo Luigi Bianchi, ha spiegato che sulle concessioni «è necessario un intervento di riordino, una procedura organica ampia che comprenda non solo i balneari ma anche il codice di navigazione, con una ricognizione ortografica delle aree demaniali. Le proposte della Lega sono le uniche concretamente percorribili».Dello stesso avviso, Marco Di Maio, parlamentare di Italia viva, che ieri, nel corso della discussione alla Camera ha detto che «entro poche settimane governo e parlamento devono mettere la parola fine alla vicenda delle concessioni demaniali balneari. Bisogna dare certezze agli operatori, al mercato e anche ai sistemi turistici in cui insistono le concessioni. E nel farlo, vanno rispettate le normative europee e il lavoro di chi in questi anni ha investito risorse proprie per qualificare i propri stabilimenti. Dietro a ogni concessione ci sono donne e uomini che lavorano, imprese, famiglie, indotto economico: usciamo dalle battaglie ideologiche di chi propone un mantenimento dello status quo impossibile da realizzare».Mentre in Parlamento si discute, intanto, i lavoratori sono in rivolta. La Cna Balneari, ha inviato un memorandum al governo. «Con la consapevolezza di avere contribuito a creare uno dei settori turistici più importanti del territorio nazionale, non intendiamo arrenderci alla direttiva», spiegano dalla Cna. «Per questo siamo scesi sullo stesso piano della comunità europea, con un duro lavoro di studio e ricerca nella giurisprudenza internazionale e con un memorandum preparato dagli avvocati Roberto Righi e Ettore Nesi, ci siamo seduti al tavolo della trattativa con il governo fornendo un vero e proprio strumento attraverso cui il nostro Paese può controbattere legalmente e con diritto alle delibere europee». Come ribadisce l’associazione, le regole già presenti nella comunità europea potranno contrastare la direttiva Bolkestein.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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