2022-05-10
Macron vede Scholz e non bastona Mosca: «Occhio a umiliarla»
Emmanuel Macron e Olaf Scholz (Ansa)
Si rinsalda l’asse franco-tedesco. Il leader di Parigi: «Niente revanscismi. Ucraina nell’Unione? Ci vorranno decenni». Mario Draghi vola a Washington da Joe Biden, mentre l’Europa cerca di ritrovare una compattezza intorno ai suoi due pilastri, Francia e Germania. Sarà un caso, ma proprio ieri sera, 24 ore prima della visita alla Casa Bianca del nostro presidente del Consiglio, il leader francese Emmanuel Macron e quello tedesco Olaf Scholz si sono incontrati a Berlino. È stata la prima visita ufficiale dopo la sua rielezione, quella di Macron, con l’obiettivo di rinsaldare l’asse franco-tedesco. In mattinata, il presidente francese ha pronunciato a Strasburgo un discorso per la cerimonia di chiusura della Conferenza sul futuro dell’Europa. Le parole di Macron sulla guerra in Ucraina sono state tutt’altro che banali: «Non dobbiamo cedere», ha detto Macron, «alla tentazione dei revanscismi. Domani avremo una pace da costruire e dovremo farlo con Ucraina e Russia attorno al tavolo. Ma questo non si farà né con l’esclusione reciproca, né con l’umiliazione e nemmeno con lo spirito di rivincita, che già troppo, in passato, hanno saccheggiato i sentieri della pace». Evidente, cristallina la differenza dei toni utilizzati da Macron rispetto a quelli di Usa e Gran Bretagna, e del resto l’atteggiamento di chi sente di avere una responsabilità di leadership a livello europeo non può che essere diverso da quello della cosiddetta anglosfera. Una leadership europea che Draghi, nelle prime settimane del suo mandato da premier italiani, sembrava essere pronto a ereditare da Angela Merkel, considerata la stima di cui godeva per le sue capacità professionali. Sembrava: in questi mesi di guerra, Draghi ha preferito indossare i panni del fedele alleato americano. «Continueremo ad adottare le sanzioni contro la Russia», ha precisato Macron, «per fermare la guerra ma agiremo anche responsabilmente per evitare che il conflitto si espanda oltre. La pace va anche costruita portando al tavolo la Russia e l’Ucraina: con quali termini, lo decideranno loro. Non siamo in guerra contro la Russia», ha argomentato ancora Macron, «lavoriamo per la preservazione dell’integrità dell’Ucraina, per la pace nel nostro continente. Ma sta solo all’Ucraina definire i termini dei negoziati con la Russia. Nostro dovere è essere al suo fianco per ottenere un cessate il fuoco e poi costruire la pace». All’insegna del realismo anche la riflessione di Macron sull’ingresso dell’Ucraina nella Ue: «L’Ucraina», ha precisato il presidente francese, «con la sua lotta e il suo coraggio è già oggi membro del cuore della nostra Europa, della nostra famiglia, della nostra Unione, ma anche se le accordassimo domani lo status di Paese candidato, e spero che si vada veloci, sappiamo tutti perfettamente che il processo che consentirebbe loro l’adesione prenderebbe più anni, probabilmente decenni». In serata, Macron è volato a Berlino e ha incontrato il cancelliere tedesco Scholz, che in mattinata aveva avuto un colloquio in videoconferenza con il leader cinese Xi Jinping. «Siamo insieme al fianco dell’Ucraina», ha detto Scholz nel corso della conferenza stampa congiunta con Macron, «come parte della famiglia europea. In Europa», ha aggiunto Scholz, «le frontiere non possono essere cambiate con la violenza», ha detto ancora il cancelliere tedesco, «vogliamo andare insieme su questa strada. Putin ha fatto male i conti quando ha invaso l’Ucraina», ha sottolineato Scholz, «poiché la Ue e la Nato si sono unite nel sostenere l’ex repubblica sovietica contro Mosca». Scholz ha sottolineato che Germania e Francia continueranno a sostenere l’Ucraina, «che appartiene alla famiglia europea», anche con le forniture di armi, e che Parigi e Berlino appoggeranno l’adesione di Kiev alla Ue e daranno una accelerazione ai progetti di difesa comune. «Siamo di fronte a una sfida per la nostra generazione», ha aggiunto Macron, «per il nostro continente, dobbiamo stare al fianco dell’Ucraina e allo stesso tempo proteggere le nostre popolazioni da un conflitto più ampio». L’immagine di Macron e Scholz a Berlino ha un significato politico importante, quello di una Europa che, dilaniata da posizioni contrastanti come quelle ad esempio sulle sanzioni alla Russia, cerca di ricompattarsi intorno all’asse franco-tedesco. Scholz ha detto anche di ritenere «interessante» l’idea di Macron di una Comunità politica europea che vada oltre i confini della Ue, «una nuova organizzazione europea», ha spiegato il leader francese, «che consentirebbe alle nazioni europee democratiche che aderiscono ai nostri valori fondamentali di trovare un nuovo spazio per la cooperazione politica, la sicurezza e la cooperazione». Si tratterebbe di una Ue allargata a paesi come Ucraina, Georgia, Moldova, e nella quale «anche la Gran Bretagna», ha sottolineato Macron, «può trovare il proprio posto». È stato Macron, ancora una volta, a esporsi per la pace: «In effetti oggi», ha detto il presidente francese a un giornalista che gli ha chiesto di commentare il discorso mattutino di Vladimir Putin, «non abbiamo avuto una escalation verbale. Serve subito una tregua». «Il coraggio dimostrato dai Paesi dei Balcani occidentali», ha sottolineato Scholz, «nel loro percorso verso l’adesione all’Ue non deve essere deluso. Germania e Francia portano avanti il processo di integrazione europea, per un’Ue forte e sovrana».