
La Francia contro il Fatca, trattato che impone alle banche europee di comunicare a Washington i redditi delle persone con doppia cittadinanza per costringerle a pagare le tasse anche negli Usa. La misura costa ogni anno 10 miliardi di dollari.Canada, Parigi e il Parlamento europeo sul piede di guerra contro il Foreign account tax compliance act (Fatca), la normativa americana che regola lo scambio univoco dei dati dalle amministrazioni fiscali estere verso quella americana. Misura voluta dagli Usa nel 2010 dopo lo scandalo delle banche svizzere. Queste avevano infatti aiutato i contribuenti americani a evadere il fisco nazionale. Da allora 100 Paesi, tra cui l'Italia, hanno firmato il Fatca, per porre fine all'evasione fiscale dei cittadini americani residenti all'estero. Misura che obbliga, dunque, i Paesi firmatari a consegnare ogni anno all'Agenzia delle entrate Usa tutti i dati fiscali dei cittadini americani residenti sul loro territorio. Chi ha una doppia cittadinanza americana e vive fuori dagli Usa ogni anno è obbligato a pagare le tasse federali americane oltre alle imposte relative al Paese in cui vive e lavora. Le tasse federali vengono calcolate in base al reddito e gli scaglioni variano da un minimo del 10% a un massimo del 39,6%. Nel caso in cui si volesse rinunciare alla cittadinanza americana lo si può fare pagando 2.350 euro. Somma che è aumentata (inizialmente era pari a 400 dollari) qualche anno dopo l'introduzione del Fatca, viste le numerose richieste di annullamento della cittadinanza americana. Per questi motivi un gruppo di cittadini francesi con la doppia cittadinanza americana si è rivolto alla Corte suprema amministrativa francese per ottenere l'annullamento del Fatca. Entro dicembre 2018 la Corte dovrà infatti decidere se considerare il Fatca incostituzionale oppure no. I due principali argomenti presentati dall'avvocato Patrice Spinosi riguardano la reciprocità dei trattati e la protezione dei dati personali. La Costituzione francese richiede infatti che tutti i trattati a cui la Francia partecipa siano bilaterali. Principio che viene violato dal Fatca per sua stessa natura. Per quanto riguarda invece i dati personali, la Spinosi ritiene che il Fatca violerebbe le leggi europee e francesi sulla protezione dei dati personali. «Per vincere la causa», sottolinea la Spinosi, «basta che la Corte accolga una delle due argomentazioni». La questione degli accidental americans (americani per sbaglio) è molto sentita in Francia, tanto che il Parlamento francese ha deciso di formare un comitato bipartisan per esaminare le mosse che il governo può intraprendere per difendere gli accidental americans francesi. «Non dovemmo agire come degli ausiliari delle autorità fiscali degli Stati Uniti», dichiara Marc Le Fur, deputato francese. «Le banche», conclude Le Fur, «sono terrorizzate dalla relazione con gli Stati Uniti». Ma, oltre a essere terrorizzate, già da diversi anni si sono rivolte ai tribunali francesi per opporsi al Fatca. E dunque all'obbligo di comunicare i dati finanziari dei loro correntisti con la doppia cittadinanza. A dar forza alla posizione francese c'è il Parlamento europeo con il suo studio sul Fatca commissionato dal Dipartimento tematico diritti dei cittadini e affari costituzionali. Secondo il report, pubblicato il 14 maggio, il Fatca viola la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. Ma soprattutto, secondo le stime pubblicate, le operazioni di identificazione comporterebbero un esborso, per le banche europee, di circa 10 miliardi di dollari. La Francia, però, non è il primo Paese che decide di muoversi contro il Fatca. Negli anni passati altri due Stati ci avevano provato: il Canada e Israele. Nel 2011 l'ex ministro delle finanze canadese, Jim Flaherty, dichiarò: «il Canada non è un paradiso fiscale. Le persone non si trasferiscono in Canada per evadere le tasse». Contro il Fatca cercò di coinvolgere altri politici canadesi, senza però ottenere i risultati sperati. Nel 2014 l'organizzazione Alleanza per la difesa della sovranità canadese intentò una causa contro il governo canadese per il ruolo giocato nel Fatca. Il tutto finì nel nulla, dato che il tribunale non gli diede ragione. In Israele la situazione anti Fatca è stata invece portata alla luce da ex cittadini americani che avevano deciso di trasferirsi e non volevano più pagare le tasse americane, dato che erano soggetti già a quelle israeliane. In un primo momento, nel 2016, l'Alta corte di giustizia decise di bloccare momentaneamente il Fatca per i cittadini con la doppia cittadinanza. Decisione che fu revocata nel giro di qualche giorno e ribadita il 2 gennaio 2018. La Corte suprema ha infatti respinto la petizione, con cui veniva contestata la legittimità costituzionale del Fatca. Secondo la Corte, il Fatca non risulta essere incostituzionale. Dopo la sentenza, il governo israeliano ha voluto più volte sottolineare che Israele vuole mantenere buoni rapporti con gli Usa. Il Canada e Israele non sono dunque riusciti a fermare il Facta, chissà se invece la Francia di Emmanuel Macron ci riuscirà.
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