2020-02-15
Macron dai gilet gialli alle luci rosse. Il suo candidato cade sui video porno
Emmanuel Macron, Benjamin Griveaux/Ansa
L'ex portavoce del governo si ritira dalla corsa a sindaco di Parigi per En Marche. Ad abbatterlo, le immagini hard propalate online da un russo. Non un oscuro hacker di Vladimir Putin, ma un suo oppositore con asilo in Francia.Un video osé ha escluso i rappresentanti ufficiali di Emmanuel Macron dalla corsa per la poltrona di sindaco di Parigi. Protagonista della sequenza pornografica: Benjamin Griveaux, fedelissimo macronista della prima ora, ex portavoce del governo e ormai anche ex candidato sindaco della capitale francese. Ieri mattina ha ufficializzato la sua rinuncia con un video inviato al canale d'informazione Bfm Tv. «Ho deciso di ritirare la mia candidatura all'elezione municipale - ha dichiarato Griveaux - non voglio esporre ulteriormente la mia famiglia e me quando, ormai, tutti i colpi sono permessi». All'origine dello scandalo c'è Piotr Pavlenski, un artista dissidente russo al quale la Francia ha concesso l'asilo politico nel 2017, creatore e animatore del sito pornopolitique.com. Il sito è stato creato per denunciare l'ipocrisia di funzionari e personalità politiche che predicano bene e razzolano male, soprattutto sulle questioni legate alla morale e ai costumi. Rispondendo in mattinata al canale d'informazione Lci, Pavlenski si è detto «sicuro al 100% e persino 1.000%» dell'attendibilità della fonte dei video. Questa sarebbe «una persona che aveva una relazione consenziente con Benjamin Griveaux». Ma perché questi video - nei quali si vede un uomo intento a masturbarsi e vari sms dal contenuto pesante - sono stati resi pubblici? Il militante anti governo russo ha voluto contestare il fatto che l'ex candidato sindaco utilizzasse «in permanenza la sua famiglia, sua moglie, i suoi figli per la propria immagine pubblica, mentre fa tutto il contrario». Tuttavia se, ieri mattina, l'artista rifugiato, aveva promesso di continuare a pubblicare video e foto compromettenti dei protagonisti della politica, a fine giornata, secondo il quotidiano Libération, si era già rimangiato le proprie parole. Questo ha alimentato i sospetti di un colpo basso politico.Il passo indietro di Griveaux è uno schiaffo al presidente della Repubblica francese. In primis perché sembra anticipare una sconfitta nella capitale, dove, invece, vincere doveva essere quasi una passeggiata. D'altra parte, i risultati ottenuti da Macron e da En Marche alle presidenziali e alle legislative del 2017, nonché alle europee del 2019, sono stati estremamente positivi. In secondo luogo, questo scandalo ha evidenziato una volta di più l'incapacità, da parte dell'inquilino dell'Eliseo e del governo, di trovare alleati e collaboratori affidabili. Era già accaduto, ad esempio, con Alexandre Benalla, il bodyguard presidenziale sospettato di custodire dei segreti di Stato, pizzicato due anni fa a manganellare dei manifestanti. La stessa cosa è avvenuta con Sylvie Goulard, la candidata commissaria europea bocciata dal parlamento di Strasburgo. Inoltre, non va dimenticato che il putiferio scoppiato attorno all'ex candidato macronista arriva pochi giorni dopo l'espulsione da En Marche del matematico Cédric Villani, il candidato «dissidente» alla carica di sindaco parigino. Dopo i fatti di ieri, tra i collaboratori del presidente in molti si stanno probabilmente mordendo le mani e vorrebbero forse tornare indietro nel tempo, prima dell'espulsione del matematico. Questo anche perché, già nelle scorse settimane, Griveaux non era messo bene nei sondaggi. Secondo quello realizzato da Odoxa nel gennaio 2020, il candidato ufficiale di monsieur le président si attestava al terzo posto (16%) dietro al sindaco uscente Anne Hidalgo (23%) e a Rachida Dati, l'ex ministro della giustizia di Nicolas Sarkozy. Dopo la diffusione del video, i politici di vari partiti hanno espressamente condannato il mancato rispetto della vita privata di Griveaux e gli hanno comunicato la propria solidarietà. Tra questi, anche vari candidati sindaco a Parigi che forse, in privato, si fregano le mani per l'uscita di scena del concorrente. A questo punto, infatti, si dovrà capire chi recupererà i voti di Benjamin Griveaux. Forse l'altra lista macronista? Oppure gli ecologisti di David Belliard, che piacciono molto ai radical chic parigini? O, ancora, le due signore in testa nei sondaggi? La partita è aperta e non sono da escludere nuove sorprese.Oltre ai risvolti nazionali, il caso del video osé potrebbe avere un impatto anche sull'immagine di Macron a livello internazionale. Questo mentre il presidente cerca di costruire una leadership francese in vari settori. Sarebbe bello sapere se, leggendo le notizie in arrivo ieri da Parigi, Vladimir Putin si sia fatto una bella risata: il Paese sempre pronto a difendere le vittime di dittature, vere o presunte, si è portato in casa un artista russo - che nel 2016 si era inchiodato lo scroto sulla Piazza Rossa per protestare contro il potere in Russia - all'origine di uno scandalo che colpisce il partito di governo. Inoltre, al Cremlino, ci si deve essere ricordati delle decisioni prese proprio da Griveaux quando era portavoce del governo: l'esclusione dalla sala stampa dell'Eliseo dei giornalisti (francesi) della filiale transalpina del canale Russia Today.