2024-02-17
Macron vuole in cella chi ostacola i vaccini
In cantiere la legge che punisce chi induce ad astenersi da trattamenti medici. A rischio il dibattito scientifico.La legge appena passata in prima lettura all’Assemblée Nationale francese che introduce il reato di «istigazione ad abbandonare o astenersi dal seguire un trattamento medico terapeutico o profilattico» costituisce, nell’ambito delle legislazioni occidentali, un importante precedente che per la prima volta mette in discussione il principio fondamentale della libertà individuale. Il Ddl, presentato dalla deputata Brigitte Liso del partito Renaissance di Emmanuel Macron, è dedicato, sulla carta, alla lotta contro le derive settarie e formalmente punta a rafforzare la tutela dei cittadini contro gli abusi e le manipolazioni da parte di ciarlatani, guru e sette. Intento lodevole, se non fosse per un articolo che ha scatenato accese discussioni in Aula tra «la macronie» - la maggioranza del presidente Macron - e l’opposizione di Marine Le Pen (Rn) e di altri partiti come la coalizione ecologista Nupes e la corrente repubblicana Lr di Nicolas Sarkozy. L’articolo 4 stabilisce infatti che è punita con un anno di reclusione e 15.000 euro di multa l’induzione all’astensione dal seguire un trattamento medico, «quando tale astensione è presentata come benefica per la salute “delle persone interessate” e quando è, allo stato delle conoscenze mediche, manifestamente suscettibile di comportare per loro, data la patologia di cui sono affetti, gravi conseguenze per la loro salute fisica o psichica». Non quella della collettività, dunque, ma proprio quella individuale: un precedente importante e finora inedito negli ordinamenti occidentali, dove il diritto del singolo di sottoporsi o meno a cure sanitarie - a patto di non ledere l’interesse della collettività - è sempre stata un pilastro costituzionale, così come quella di rifiutare la prevenzione e, volendo, diventare obeso, diabetico o alcolista. Tornando alla legge francese, per chi non avesse afferrato il concetto, il testo decreta di fatto che se la «scienza ufficiale» stabilisce che un determinato trattamento medico si deve fare, chi dissente e rema contro va in carcere per un anno e deve anche pagare 15.000 euro di multa, che salgono a 45.000 euro e tre anni di reclusione se il tentativo di convincere alla disobbedienza riesce. L’articolo ha sollevato le proteste di chi ha voluto leggere, tra le righe, l’imposizione ex lege dei trattamenti a mRna che rappresentano la nuova frontiera della tecnologia medica, soprattutto in campo oncologico. Nella fattispecie Olivier Véran, ex ministro della salute in epoca pandemica, ha voluto politicizzare il dibattito con la scusa che la legge «serve a difendersi da gente come il ciarlatano di Canebière», vale a dire il professor Didier Raoult, ex direttore dell’Ihu di Marsiglia, un tempo qualificato come uno dei massimi esperti mondiali in microbiologia e infettivologia, h-Index 176, ormai messo alla gogna dalle autorità francesi per aver osato applicare sui suoi pazienti metodi di cura del covid alternativi, come ad esempio l’idrossiclorochina. Marine Le Pen, presente in Aula, non si è lasciata sfuggire l’occasione di ricordare a Véran che ministri, sindaci e governatori sono stati curati con successo (ma quasi di nascosto) da Raoult, omaggiato anche, a inizio pandemia, dal presidente della Repubblica: «E adesso invece lo trascinate nel fango».Sull’articolo 4 aveva espresso perplessità anche il Consiglio di Stato francese, che rilevava il rischio che il nuovo reato metta in discussione «la libertà del dibattito scientifico. Il Consiglio di Stato riteneva inoltre che impedire «la promozione delle pratiche sanitarie cosiddette "non convenzionali" sulla stampa, su Internet e sui social network costituirebbe un attacco all’esercizio della libertà di espressione». Il testo prevede inoltre che, in caso di sanzione disciplinare verso un sanitario, il pubblico ministero debba informare immediatamente gli ordini interessati (medici, farmacisti, infermieri, massaggiatori-fisioterapisti, eccetera) delle decisioni giudiziarie adottate nei confronti dei professionisti coinvolti. Il rischio è che, così come durante il Covid, chi oserà discostarsi dallo scientismo ufficiale sarà censurato e punito. Va da sé che il sottile passaggio dalla scienza (approccio che oggettiva i fatti, li misura e tenta di stabilire nessi causali tra loro) allo scientismo (che trasforma la scienza in credenza e in Verità assoluta) è ormai realtà.