2019-09-09
Fiumi di soldi per manifestazioni gay. Solo a Napoli speso 1 milione di euro
Comuni e università italiane sempre più generosi. Parecchi finanziamenti arrivano dall'Unione europea. In Regione Emilia Romagna si dedicano al protocollo sull'omotransnegatività e si scordano di Bibbiano.Lo scorso 19 aprile nella Sala Tricolore del municipio di Reggio Emilia è stato sottoscritto il Protocollo operativo per il contrasto all'omotransnegatività e per l'inclusione delle persone Lgbt, pensato per sancire operativamente (e onerosamente) l'impegno delle istituzioni nella promozione dei diritti delle persone Lgbt. Qualche settimana fa lo stesso principio, cioè la necessità di ribadire e tutelare con azioni concrete e quanto più possibili istituzionali i diritti di questa categoria, è stato per ben tre giorni (51 ore complessive) oggetto del dibattito nell'aula assembleare della Regione Emilia Romagna. La seduta era stata convocata anche per discutere dei fatti di Bibbiano e per istituire la commissione regionale su quelle mostruosità, passata totalmente in secondo piano rispetto all'impegno profuso dall'aula nei confronti dei diritti degli omosessuali in favore dei quali la Regione intraprenderà, come ha intrapreso in passato, concrete azioni «volte all'inclusione».Per confermarsi città capofila dell'Italia gay friendly il Comune di Napoli ha appena stanziato 100.000 euro per progetti di inclusione dedicati al mondo Lgbt. Da anni la città di Luigi De Magistris investe preziose risorse sulle politiche di inclusione delle categorie che ritiene a rischio discriminazione, per esempio attraverso il progetto pluriennale Napoli Divercity che ha affidato a una Ati (a titolo oneroso) il compito di realizzare servizi di formazione in questo ambito.La Regione Toscana, dal canto suo è, da tempo, coordinating partner del progetto Grundtvig small scale learning partnership ares «Artistic education system for social inclusion of young lesbian, gay, bisexual and transgender adults», iniziativa promossa dalla Commissione europea attraverso il programma Lifelong learning, con attività svolte da un partenariato di associazioni e organizzazioni di diversi Paesi Europei per la diffusione di strumenti educativi quali il cinema, il teatro e la letteratura a tematica Lgbt, per favorire la diffusione e l'analisi critica dei contenuti.Un elenco piuttosto dettagliato di finanziamenti pubblici alle iniziative pro gay si trova su Wikipink, sedicente web enciclopedia «gay friendly» aggiornata da volontari, in stile Wikipedia. Le prime tracce di soldi pubblici spesi in questo ambito risalgono al lontano 1997, quando il Comune di Firenze finanziò per la prima volta un festival promosso da Azione gay e lesbica, che fino a quel momento aveva utilizzato forme di finanziamento private. Cinque anni dopo, nel 2003 Arcigay Milano incassò 5.000 euro dalla Provincia di Milano per mettere in piedi il diciassettesimo Festival internazionale di cinema gaylesbica e il finanziamento si ripeté identico l'anno successivo e quello dopo ancora. Nel 2006 la cifra crebbe a 15.000 euro per il Festival internazionale di cinema gaylesbico e queer culture; in quello stesso anno, 30.000 euro arrivarono ad Arcigay Roma dal Comune di Roma per l'attivazione della linea Sos omofobia. Da allora a oggi i finanziamenti pubblici alla categoria per le più disparate iniziative sono aumentati in numero e in entità, fino ad arrivare a cifre importanti come i 55.000 euro elargiti, a partire dal 2008, dalla presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento per le politiche giovanili e le attività sportive per il Rome gay & lesbica games, o i 300.000 euro messi a disposizione dal Comune di Napoli nel 2009 per «iniziative concrete volte alla promozione dell'identità delle persone omosessuali e transessuali» o i 112.800 euro del Dipartimento per le pari opportunità - presidenza del Consiglio dei ministri, impiegati nello stesso anno per uno «Studio trasferimento buone prassi orientamento sessuale e identità di genere». O, ancora, i 490.000 euro messi a disposizione dalla Commissione europea per il progetto Daphne III, presentato e condotto dall'università Federico II di Napoli. E ancora di seguito, nel 2011, Arcigay ha ricevuto 148.709 euro dal Dipartimento per le pari opportunità per la «Costruzione banche dati sulla discriminazione», 115.950 euro dal ministero del Lavoro per interventi di contrasto alla discriminazione e all'esclusione in ambito sociosanitario dei pazienti Lgbt e altri 141.600 euro sono andati alla Rete Lenford, Avvocatura per i diritti Lgbt sempre dal Dipartimento per le pari opportunità.Nel 2012 l'associazione Gay Center ha ottenuto 80.000 euro messi a disposizione dalla Regione Lazio per promuovere il numero verde antiomofobia (Gay Help) Line; nel 2013 Rights on the move-Rainbow families in Europe ha ottenuto 620.000 euro di cofinanziamento della Commissione europea per creare il Libro bianco delle indicazioni legislative per uniformare le normative a livello comunitario, garantendo alle famiglie arcobaleno la mobilità dentro i confini dell'Unione e altri 200.000 euro sono arrivati dall'Unione europea ad Arcigay Bologna per «creare opere coreografiche che raccontino le nuove forme dell'identità contemporanea a un pubblico ampio e trasversale», mentre nel 2013 l'Unar avrebbe destinato 250.000 euro a varie iniziative del movimento Lgbt italiano, e nel 2014 la Regione Lazio ne aveva messi in palio altri 120.000 per il Laboratorio contro la discriminazione verso le persone Lgbt.Nello stesso anno la Open society foundation di George Soros ha versato oltre 250.000 dollari a sostegno di progetti che promuovessero, all'interno del territorio italiano, oltre all'integrazione di rom e migranti, anche quella delle comunità Lgbt con l'intento di canalizzare e amplificare la voce e le richieste della comunità Lgbt italiana e dei suoi simpatizzanti alle elezioni europee 2014. Più recentemente, il 29 settembre 2018 ha preso il via nel Lazio «un percorso di formazione modulare rivolto a operatori psico-socio-sanitari che analizzi la tematica Lgbt» denominato Liberi di essere, sostenuto dall'Ordine degli assistenti sociali del Lazio, dalla Regione Lazio e dall'Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani, per il costo di 75.000 euro, erogati dall'Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali). Segnali di disallineamento, arrivano invece dalla Toscana, dalla città di Pisa dove, lo scorso luglio, la giunta di Michele Conti (Lega), ha restituito la somma di 2.800 euro stanziata dalla Regione per ogni Comune aderente alla rete Ready che, solo in Toscana, complessivamente costa all'anno almeno 80.000 euro per attività di orientamento sessuale.«L'educazione dei minori», ha spiegato il vicesindaco di Pisa, Raffaella Bonsangue, «deve restare di competenza delle famiglie. La fragilità dell'infanzia e dell'adolescenza non può e non dev'essere turbata da pregiudiziali ideologiche da cui i bambini devono rimanere immuni per crescere sereni e conquistare la maturità nella piena e libera contezza di sé. Gli orientamenti e le condotte sessuali sono e devono rimanere un fatto privato e il frutto di una scelta adulta».
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