2021-01-13
Ma che hanno fatto di male baristi e ristoratori al governo?
Ansa
Verso il divieto di asporto dalle 18. «Io apro» offre aiuto legale a chi alza la serranda.
Verso il divieto di asporto dalle 18. «Io apro» offre aiuto legale a chi alza la serranda.A occhio e croce - e per quanto ne sappiamo - quando Mosè parlava agli israeliti c'era meno attesa di quanta ce n'è tra gli italiani quando Giuseppe Conte annuncia, con l'aiuto dello scriba Rocco Casalino, un nuovo dpcm. Solo che, in questo caso, invece della manna tutte le volte dal cielo cade la mannaia.Ora è la volta dei ristoratori e dei baristi che attendono le rivelazioni del novello Mosè per quel che devono fare a partire dal 15 di gennaio. Siamo al 13 e ancora il tutto è avvolto in una nube oscura, solo che anche in questo caso con Mosè, quello vero, la nube velava Dio, qui la nube vela una fregatura. Sembra che addirittura abbiano in mente un provvedimento totalmente irragionevole, quello cioè di vietare anche l'asporto dopo le 18. Non abbiamo competenze psicoterapeutiche e di indagine psicanalitica e quindi non ci permettono di capire le ragioni che albergano nel cervello (chiamiamolo così) di chi ha pensato e partorito questa idea folle. Se l'asporto è stato pensato per mantenere il distanziamento sociale perché dopo le 18 quel distanziamento non sarebbe rispettato? Forse dopo le 18 cambia la natura dell'asporto? Quello che è sicuro è che se continuano così tra poco più che di asporto si parlerà di trasporto, ma funebre, e riguarderà appunto le attività economiche dei baristi e dei ristoratori.Dicevamo, ora è il turno dei baristi e dei ristoratori che non sanno cosa devono fare a due giorni dalla data quindi non sanno: cosa fare col personale: tenerlo, metterlo in cassaintegrazione, diminuirlo, aumentarlo; non sanno cosa fare con la merce: mantenere quella che hanno nel frigorifero e che non è andata a male, comprarne di nuova, quanta comprarne, quale comprare, comprarla per quanto tempo di possibile riapertura; non sanno cosa fare con le misure di distanziamento e di sanificazione rese obbligatorie dai precedenti dpcm: se varranno ancora quelle, se ce ne saranno di nuove, se dovranno acquistare altri strumenti di sanificazione, se dovranno mantenere o acquistare nuovi dispositivi per il distanziamento. Insomma, non sanno nulla e quindi non possono programmare nulla. Forse a Palazzo Chigi sfugge che l'attività economica richiede programmazione perché senza programmazione i ricavi non arrivano e le aziende vanno a ramengo. Intanto un ristoratore di Pesaro ha lanciato un'iniziativa #Io apro 1501# cui hanno aderito già decine di migliaia di bar e ristoranti, che offre supporto legale gratuito sia alle attività sia ai clienti in caso di sanzione. Questa gente sostiene che apre per non chiudere perché la verità è che con i ristori, quando è andata bene, questi signori hanno pagato parte dell'Inps. Il ristoratore che ha lanciato l'iniziativa, avendo sei locali, in tutto ha ottenuto 8.000 euro. Perché il governo non programma e tentenna continuamente? Semplice, perché al governo sanno benissimo che i soldi che hanno promesso, e in parte dato, rappresentano nulla a confronto di ciò che sarebbe stato necessario dare se la logica dei dpcm fosse stata la seguente. Ti faccio chiudere ma ti risarcisco. Invece, la realtà è stata: intanto ti faccio chiudere, poi ti do delle noccioline, poi ti tengo sospeso ai dpcm, tu obbedisci e aspetta. Per programmare bisogna assumersi delle responsabilità ma oramai è chiaro che la debolezza estrema di questo governo non consente scelte coraggiose. La conseguenza è che per l'economia lo stato di incertezza nella quale viene tenuta è semplicemente mortale.Diciamoci la verità fino in fondo, l'unica speranza è vaccino, vaccino, vaccino. Sembra che la nuova assessora alla Sanità della Regione Lombardia, Letizia Moratti, voglia accelerare dal punto di vista dei vaccini necessari. La signora, almeno sul piano internazionale, ha dimostrato notevoli capacità. Ha portato a casa l'Expo, chissà che non ce la faccia a portare anche il vaccino evitando gli acquisti centralizzati europei, che non funzionano, e andando a cercare il vaccino sul mercato libero. Speriamo.