2019-05-27
«L’Unità»? L’hanno uccisa i compagni
Pubblichiamo un post che Andrea Scanzi ha pubblicato su Facebook: il noto opinionista del Fatto Quotidiano contesta duramente chi si è scagliato contro Maurizio Belpietro, direttore per un giorno del quotidiano comunista L'Unità.Cari lettori/elettori/eletti/simpatizzanti del Pd, questa levata di scudi per Maurizio Belpietro direttore dell'Unità, per dirla con un eufemismo, fa ridere le palle. Suona fuori tempo massimo ed è pure patetica. In termini prettamente professionali e commerciali, Belpietro è un ottimo direttore. Infatti, a destra, La Verità mangia in testa con agio a Libero e Il Giornale. Belpietro è stato «direttore per un giorno» per mantenere viva la testata. Da un paio d'anni L'Unità va in edicola solo un giorno su 365 per evitare la decadenza della testata e cercare di salvare le tante brave persone che sperano di tornare a lavorare in quel giornale. Facciamola poco lunga. L'Unità è morta da anni (decenni) e il «vilipendio di Gramsci» ha radici ben più antiche di Belpietro. Prima dove cazzo eravate?Da Antonio Padellaro (ovviamente escluso) in poi, e parlo quindi dal 25 agosto 2008 in poi, L'Unità ha lottato per divenire sempre più il peggior quotidiano del mondo. Riuscendoci al punto tale che, negli ultimi anni, non si leggeva neanche da sola. Belpietro ha accettato la trovata degli editori, cioè i Pessina. Chi li ha messi lì? Matteo Renzi (ops) nel 2015, quando il giornale era in liquidazione e faceva già orrore anche a sé stesso.Per la cronaca, i Pessina non stanno prendendo in considerazione da mesi la proposta di Michele Santoro, che vorrebbe rilevare e far rinascere L'Unità.Si dice: è una provocazione al Pd dell'ineffabile Zinga a un giorno dal voto europeo. Può essere, ma la provocazione arriva dai Pessina e dunque forse da chi ce li ha messi quattro anni fa. Ops.Prima di Belpietro, gli ultimi direttori della povera Unità sono stati Concita De Gregorio, Claudio Sardo (?), Luca Landò (??), Erasmo D'Angelis (ci rendiamo conto?), Sergio Staino (daje), Andrea Romano (porannoi) e Marco Bucciantini (l'ultimo mese e mezzo, lui di colpe non ne ha). Ecco: un Andrea Romano è 9.876 volte più grave di un Belpietro, anche perché entrambi non hanno nulla di sinistra ma almeno il secondo sa fare il suo mestiere. Eppure tutta questa indignazione, al tempo, mica l'ho vista.Ciò detto e ribadito, giungo ora al termine dell'amena intemerata. Esimi compagne e compagni: dopo tutta 'sta robaccia qua, vi ricordate solo adesso del «vilipendio dell'Unità»? Davvero credete di poterci prendere così facilmente in giro? Via, su. Il problema non è certo Belpietro, che peraltro si starà divertendo come un matto. Il problema è che gli stessi che ora gridano al «sacrilegio» sono (spesso) anche gli stessi che hanno accettato supinamente i D'Angelis, gli Staino, gli Andrea Romano e i cortigiani della Diversamente lince di Rignano, tipo le «prime firme» dell'Unità come Fabrizio Rondolino o i corsivi di quel tale che si firmava con il nome di un singhiozzo inglese. Dopo avere ingoiato una tale rumenta, ora è un po' tardi per indignarsi. Ed è pure troppo facile. Provate a chiedere scusa per avere contribuito in silenzio (o addirittura in prima fila) all'inesorabile sputtanamento della sinistra italiana, accettando quello lì, la sua linea politica degenere e i suoi servi tordi. Chiedete scusa. Poi - forse - ne riparliamo.
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