2020-08-31
L’ultimo disastro del ministro Azzolina. Altro che vittima, è solo una incapace
Nessuno dei suoi predecessori ha combinato tanti guai. Grazie a Domenico Arcuri che la aiuta. Era il 23 luglio scorso. Il ministro Azzolina si mostrava in tv sul banco a rotelle. Beata e felice nella sua inconsapevolezza. Pochi giorni dopo partiva la gara, voluta dal commissario Arcuri per ordinare oltre 400.000 di quegli aggeggi cosiddetti «innovativi». Ovviamente è diventato subito uno degli argomenti più discussi in famiglia e al bar. Per tutta l'estate non si è parlato d'altro. Sotto l'ombrellone era l'argomento top. Nelle cene in riva al mare pure. Appena citavi i problemi della scuola, c'era sempre qualcuno che scoppiava a ridere: «Perché ridi?». «Penso al banco con le rotelle…». Un mio amico un giorno ha avuto un'illuminazione: «Sai perché la Azzolina vuole quei banchi?», mi ha detto. «Perché così almeno al ministero vedono qualcosa con le rotelle a posto». Sui social, per settimane, i meme più divertenti e le discussioni più ironiche erano su questi nuovi oggetti del desiderio. Inadatti alla scuola. Più o meno dunque come il ministro Azzolina. E adesso, però, ecco la notizia. Si scopre non sarebbero a norma. Irregolari. Proprio così: i banchi a rotelle sarebbero fuori legge. A sollevare il problema è stato uno dei principali produttori italiani. Uno degli undici che partecipa alla gara (ancora misteriosa, per altro: i nomi degli altri vincitori e i risultati ufficiali infatti restano inspiegabilmente oscurati) indetta dal commissario dei nostri tamponi, al secolo Domenico Arcuri. Il produttore si chiama Emidio Salvatorelli. Sta consegnando almeno 350.000 banchi. Ma tutti di tipo tradizionale perché, dice, quelli con le rotelle «non sono a norma». E in effetti così risulterebbe: i banchi cosiddetti «innovativi», cioè quelli con le rotelle, in Italia pare non siano omologati. Dunque non esistono parametri ufficiali per valutarne resistenza, stabilità e sicurezza. Chi se la prende la responsabilità di metterli in uso? I singoli insegnanti? Il preside? Fra l'altro essi potrebbero essere pericolosi in caso di incendio. O ancor più in caso di terremoto. Per anni, per dire, in un territorio sismico come l'Italia si è insegnato ai ragazzi che bisogna mettersi sotto il banco. Ma se il banco ha le rotelle? Il ministro Azzolina continua a fare la vittima, a dire che ce l'hanno tutti con lei perché è donna. I giornali amici la definiscono come una specie di santa Sebastiana trafitta dalle frecce avvelenate di un mondo di cattivoni. Parlano di «volume di fuoco» e «tiro al piccione» senza precedenti. Ma, per dire, se un ministro si facesse vedere in tv su un banco a rotelle come se fosse una televendita; se poi di quei banchi a rotelle ne facesse comprare a centinaia di migliaia con i soldi dei contribuenti; e se poi si scoprisse che quei banchi a rotelle non sono a norma, noi che cosa dovremmo fare? Alzarci in piedi ad applaudire? Incoraggiare il ministro? Avanti così Azzolina: ora ordiniamo anche tende in tessuto altamente infiammabile e tappeti a buccia di banana per completare l'opera di messa a rischio delle scuole? E per i lampadari? Provvediamo ad attrezzarli con fili elettrici scoperti? E compriamo cestini della spazzatura in amianto purissimo?Senza contare che, anche se per caso fosse in regola, l'idea del banco che si muove va esattamente nella direzione opposta del tanto predicato distanziamento fra studenti. Abbiamo celebrato l'addio al compagno di banco: ma sarà sostituito dall'autoscontro? Anche i banchi normali, per altro, quelli senza rotelle sono stati contestati dagli ortopedici: «Faranno danni gravi ai ragazzi», hanno scritto in una lettera aperta al ministero. Mentre i produttori denunciano il caos totale nelle decisioni dello Stato acquirente. Qualcuno per questo si è ritirato. Qualcuno non ha partecipato alla gara. Qualcuno come Salvatorelli racconta una situazione imbarazzante: «Ogni giorno riceviamo telefonate frenetiche, cambiano sempre idea all'ultimo… ». Certo il Commissario Arcuri, l'uomo che nella sua vita ha azzeccato solo lo stipendio d'oro, non sta aiutando il ministro. Ma, signora Azzolina, mi creda: nessuno l'attacca perché è donna. La attaccano perché è incapace. Perché sta facendo disastri. E non è nemmeno vero che contro di lei c'è un «tiro al piccione» senza precedenti. Tutti i suoi predecessori sono stati nel mirino come e più di lei. E ne avevano combinate assai meno di lei, che per altro non è nemmeno un piccione. Al massimo, una piccina.