2022-06-29
L’ultima nomina di Chigi finisce al vaglio della Corte dei conti
Bruno Tabacci (Imagoeconomica)
«Mancanza di requisiti e incompatibilità»: la Francesca Macioce, fedelissima di Bruno Tabacci, aveva già delle cariche sindacali.Una nomina dirigenziale del Consiglio dei ministri finisce di fronte alla Corte dei conti. È quella portata avanti nelle scorse settimane dal sottosegretario all’Economia Bruno Tabacci tramite un interpello per scegliere il coordinatore dell’ufficio del dipartimento di politica economica. La vicenda sta creando non pochi malumori a Palazzo Chigi, alle prese anche con la nomina del responsabile dell’ufficio per il golden power. Ma se quest’ultima non è stata ancora assegnata, per quella che riguarda il Dipe c’è invece chi ha iniziato a smuovere la Corte dei Conti e con tutta probabilità l’Anac. In pratica tra magistratura contabile e Anticorruzione c’è il rischio che la situazione vada per le lunghe. A fine marzo è stato riorganizzato con un decreto il dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica prevedendo, tra l’altro, l’aumento degli uffici dirigenziali da cinque a sei. L’idea sarebbe nata proprio negli uffici del sottosegretario Tabacci. Così in aprile era stato pubblicato sul sito intranet l’interpello per l’incarico dirigenziale di prima fascia di coordinatore dell’ufficio. L’interpello prevedeva requisiti molto dettagliati e particolari richiesti, non proprio difformi al perimetro di conoscenze della dottoressa Francesca Macioce, dirigente di seconda fascia già in servizio, nello specifico con incarico dirigenziale di staff. A metà giugno la nomina è avvenuta, creando non poco malumore anche tra i sindacati. Qui serve un inciso. Macioce è già stata indicata come dirigente di prima fascia due anni fa, ma dovrà maturare i cinque anni di servizio per esserlo a tutti gli effetti. Non è questo l’unico dei problemi. Il nuovo coordinatore dell’ufficio, infatti, è un’importante dirigente sindacale dal momento che è «segretario nazionale responsabile della presidenza del Consiglio dei Ministri dell’O.S. Unadis (Unione nazionale dei dirigenti dello Stato) e secondo chi ha mosso l’esposto non potrebbe assumere l’incarico di prima fascia di coordinatore dell’ufficio coordinamento generale attività legislativa e contenzioso poiché - ai sensi dell’art. 53, comma 1-bis, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.165 e della circolare del Dipartimento della funzione pubblica n.11/2010 - «coloro che hanno rivestito negli ultimi due anni cariche in organizzazioni sindacali non possono assumere l’incarico di strutture che, come l’Ufficio più volte citato, sono deputate alla gestione del personale». In pratica, nonostante il fatto che all’interpello abbiano partecipato diversi titolati dirigenti dei ruoli della presidenza del consiglio il capo dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica, Marco Leonardi, professore di politica economica presso l’università di Milano a capo del Dipartimento economico, ha scelto Macioce. Il caso potrebbe diventare un precedente perché permetterebbe ai dirigenti sindacali di assumere altri incarichi di gestione del personale in futuro, in contrasto con il principio di imparzialità dell’azione amministrativa. Lo scorso anno il nome della Macioce era già comparso sui giornali. Era stata lei, a quanto risultava ad alcuni quotidiani, a firmare una convenzione per scambi di consulenze e attività di messa monitoraggio tra Tabacci e Invitalia, la società di cui Domenico Arcuri (ex commissario straordinario) è amministratore delegato da 12 anni. La firma dell’accordo risaliva all’11 marzo 2021. Avvenuta «undici giorni dopo la nomina di Tabacci a sottosegretario di Palazzo Chigi con delega alla programmazione e al coordinamento della politica economica».
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)