2024-02-05
L’asse Lula, Oms e Bruxelles contro gli agricoltori del tabacco
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Luiz Ignacio Lula Da Silva (Ansa)
A Panama, a due passi dal canale, si sta tenendo la decima riunione della Cop10, l’assemblea organizzata dall’Oms con l’obiettivo di regolamentare il tabacco. L’avvio dei lavori vede subito la formazione dell’asse Brasile, guidato dal socialista Luiz Ignacio Lula Da Silva, la stessa Oms e l’Unione europea che partecipa come delegata anche per conto dei Paesi membri. Il primo passo parte da Brasilia che spinge per il riconoscimento e l’obbligo di applicazione dell’articolo 18 del Framework convention on tobacco della stessa Oms. Articolo che a sua volta riporta direttamente all’agenda 2030 per la transizione green Per i non addetti ai lavori la ferrea applicazione dell’articolo impone il riconoscimento del tabacco come grande causa di danni per l’uomo e per l’ambiente con due risultati. Il primo è che si condannano gli agricoltori e le aziende connesse al settore a ridurre drasticamente la produzione e nel secondo caso – paradossalmente – condannare anche i prodotti sostitutivi del tabacco. Secondo il principio del danno zero. Se non si può garantire l’assenza del rischio per la salute anche la riduzione e gli impegni che ne derivano sono da abolire. Non a caso già ieri in totale evasione da quello che è il mandato Ue, Oms e Bruxelles hanno iniziato a discutere pure del divieto di immettere sul mercato tutti i prodotti con filtri. Una batosta per quei Paesi a vocazione agricola come l’Italia e numerose altre nazioni latino americane.
Eppure, l’orientamento manifestato dal Parlamento Europeo, e quindi dai rappresentanti eletti dalla popolazione votante degli Stati Membri, è sempre stato – e risulta tuttora – sostanzialmente in linea con un approccio di riduzione del rischio, che riconosce un ruolo importante per i prodotti senza combustione nelle strategie di contrasto al fumo convenzionale, a integrazione delle tradizionali politiche di prevenzione e cessazione. Ovvero: poiché i cittadini europei fumano e secondo le stime continueranno a fumare anche nei prossimi anni, è fondamentale fornire loro delle alternative meno dannose che consentano quantomeno di ridurre i rischi. In un rapporto del 2022 sulle attività della Beca - La Commissione Speciale che si occupa di individuare azioni e politiche per combattere il cancro – il Parlamento europeo sottolineava di credere «fermamente» che tutte le politiche e tutti i programmi di finanziamento europei dovessero attuare azioni preventive globali contro il cancro basate su misure di riduzione del danno, oltre che di eliminazione totale. Non solo, la Beca concludeva il report invitando formalmente la Commissione a dare seguito alle valutazioni scientifiche dei rischi per la salute derivanti da sigarette elettroniche, prodotti a tabacco riscaldato e nuovi prodotti del tabacco, anche in modo comparativo.
Non è un caso che sempre a Panama è partito il controcanto all’Oms. Come segnala il sito Sigamagazine, si chiama ironicamente Good Cop/Bad Cop l’iniziativa parallela alla decima Conferenza delle parti della Convenzione quadro per il controllo del tabacco dell’Oms, , organizzata dall’associazione americana Taxpayers Protection Alliance. Il gioco di parole, che si traduce con «poliziotto buono/poliziotto cattivo», sta a segnalare l’intenzione dell’associazione di mettersi dalla parte «giusta» della barricata, quella della riduzione del danno, dando voce agli esclusi dall’incontro dell’Organizzazione mondiale di sanità. L’iniziativa è stata battezzata come «conference of the people», perché vuole dare voce ai consumatori di sigarette elettroniche e altri strumenti di riduzione del danno fumo, proprio quelle persone che non sono ammesse alla Cop10, nonostante vi si deciderà il futuro della loro salute.
La conferenza è letteralmente parallela a quella dell’Oms. Anche questa, infatti si svolge a Panama e durerà l’intera settimana, dal 5 al 10 febbraio. E vedrà incontri e interventi da parte del mondo scientifico favorevole alla riduzione del danno da fumo, dei gruppi di advocacy e delle associazioni. Molti personaggi noti sono già arrivati a Panama da tutto il mondo. Solo per fare alcuni nomi, sono già sul posto gli scienziati Riccardo Polosa e Konstantinos Farsalinos e il commentatore britannico dell’Institute for Economic Affairs Cristopher Snowdon. L’idea è di fornire un commento continuo e attento a quello che accade alla Cop10, che vedremo cosa combinerà nelle prossime ore.
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A Panama, a due passi dal canale, si sta tenendo la decima riunione della Cop10, l’assemblea organizzata dall’Oms con l’obiettivo di regolamentare il tabacco. L’avvio dei lavori vede subito sintonia tra il Brasile, guidato dal socialista Luiz Ignacio Lula Da Silva, la stessa Oms e l’Unione europea che partecipa come delegata anche per conto dei Paesi membri, ma che ne scavalca le indicazioni e il mandato. La proposta è definire dannoso l’intero settore, vietando persino i prodotti con filtri. Pesa anche la scusa delle transizione green e l’impostazione ereditata dal Covid del rischio zero. Alla faccia dei posti di lavoro…A Panama, a due passi dal canale, si sta tenendo la decima riunione della Cop10, l’assemblea organizzata dall’Oms con l’obiettivo di regolamentare il tabacco. L’avvio dei lavori vede subito la formazione dell’asse Brasile, guidato dal socialista Luiz Ignacio Lula Da Silva, la stessa Oms e l’Unione europea che partecipa come delegata anche per conto dei Paesi membri. Il primo passo parte da Brasilia che spinge per il riconoscimento e l’obbligo di applicazione dell’articolo 18 del Framework convention on tobacco della stessa Oms. Articolo che a sua volta riporta direttamente all’agenda 2030 per la transizione green Per i non addetti ai lavori la ferrea applicazione dell’articolo impone il riconoscimento del tabacco come grande causa di danni per l’uomo e per l’ambiente con due risultati. Il primo è che si condannano gli agricoltori e le aziende connesse al settore a ridurre drasticamente la produzione e nel secondo caso – paradossalmente – condannare anche i prodotti sostitutivi del tabacco. Secondo il principio del danno zero. Se non si può garantire l’assenza del rischio per la salute anche la riduzione e gli impegni che ne derivano sono da abolire. Non a caso già ieri in totale evasione da quello che è il mandato Ue, Oms e Bruxelles hanno iniziato a discutere pure del divieto di immettere sul mercato tutti i prodotti con filtri. Una batosta per quei Paesi a vocazione agricola come l’Italia e numerose altre nazioni latino americane. Eppure, l’orientamento manifestato dal Parlamento Europeo, e quindi dai rappresentanti eletti dalla popolazione votante degli Stati Membri, è sempre stato – e risulta tuttora – sostanzialmente in linea con un approccio di riduzione del rischio, che riconosce un ruolo importante per i prodotti senza combustione nelle strategie di contrasto al fumo convenzionale, a integrazione delle tradizionali politiche di prevenzione e cessazione. Ovvero: poiché i cittadini europei fumano e secondo le stime continueranno a fumare anche nei prossimi anni, è fondamentale fornire loro delle alternative meno dannose che consentano quantomeno di ridurre i rischi. In un rapporto del 2022 sulle attività della Beca - La Commissione Speciale che si occupa di individuare azioni e politiche per combattere il cancro – il Parlamento europeo sottolineava di credere «fermamente» che tutte le politiche e tutti i programmi di finanziamento europei dovessero attuare azioni preventive globali contro il cancro basate su misure di riduzione del danno, oltre che di eliminazione totale. Non solo, la Beca concludeva il report invitando formalmente la Commissione a dare seguito alle valutazioni scientifiche dei rischi per la salute derivanti da sigarette elettroniche, prodotti a tabacco riscaldato e nuovi prodotti del tabacco, anche in modo comparativo. Non è un caso che sempre a Panama è partito il controcanto all’Oms. Come segnala il sito Sigamagazine, si chiama ironicamente Good Cop/Bad Cop l’iniziativa parallela alla decima Conferenza delle parti della Convenzione quadro per il controllo del tabacco dell’Oms, , organizzata dall’associazione americana Taxpayers Protection Alliance. Il gioco di parole, che si traduce con «poliziotto buono/poliziotto cattivo», sta a segnalare l’intenzione dell’associazione di mettersi dalla parte «giusta» della barricata, quella della riduzione del danno, dando voce agli esclusi dall’incontro dell’Organizzazione mondiale di sanità. L’iniziativa è stata battezzata come «conference of the people», perché vuole dare voce ai consumatori di sigarette elettroniche e altri strumenti di riduzione del danno fumo, proprio quelle persone che non sono ammesse alla Cop10, nonostante vi si deciderà il futuro della loro salute.La conferenza è letteralmente parallela a quella dell’Oms. Anche questa, infatti si svolge a Panama e durerà l’intera settimana, dal 5 al 10 febbraio. E vedrà incontri e interventi da parte del mondo scientifico favorevole alla riduzione del danno da fumo, dei gruppi di advocacy e delle associazioni. Molti personaggi noti sono già arrivati a Panama da tutto il mondo. Solo per fare alcuni nomi, sono già sul posto gli scienziati Riccardo Polosa e Konstantinos Farsalinos e il commentatore britannico dell’Institute for Economic Affairs Cristopher Snowdon. L’idea è di fornire un commento continuo e attento a quello che accade alla Cop10, che vedremo cosa combinerà nelle prossime ore.
Container in arrivo al Port Jersey Container Terminal di New York (Getty Images)
La maxi operazione nella favela di Rio de Janeiro. Nel riquadro, Gaetano Trivelli (Ansa)
Nicolas Maduro e Hugo Chavez nel 2012. Maduro è stato ministro degli Esteri dal 2006 al 2013 (Ansa)
Un disegno che ricostruisce i 16 mulini in serie del sito industriale di Barbegal, nel Sud della Francia (Getty Images)
Situato a circa 8 km a nord di Arelate (odierna Arles), il sito archeologico di Barbegal ha riportato alla luce una fabbrica per la macinazione del grano che, secondo gli studiosi, era in grado di servire una popolazione di circa 25.000 persone. Ma la vera meraviglia è la tecnica applicata allo stabilimento, dove le macine erano mosse da 16 mulini ad acqua in serie. Il sito di Barbegal, costruito si ritiene attorno al 2° secolo dC, si trova ai piedi di una collina rocciosa piuttosto ripida, con un gradiente del 30% circa. Le grandi ruote erano disposte all’esterno degli edifici di fabbrica centrali, 8 per lato. Erano alimentate da due acquedotti che convergevano in un canale la cui portata era regolata da chiuse che permettevano di controllare il flusso idraulico.
Gli studi sui resti degli edifici, i cui muri perimetrali sono oggi ben visibili, hanno stabilito che l’impianto ha funzionato per almeno un secolo. La datazione è stata resa possibile dall’analisi dei resti delle ruote e dei canali di legno che portavano l’acqua alle pale. Anche questi ultimi erano stati perfettamente studiati, con la possibilità di regolarne l’inclinazione per ottimizzare la forza idraulica sulle ruote. La fabbrica era lunga 61 metri e larga 20, con una scala di passaggio tra un mulino e l’altro che la attraversava nel mezzo. Secondo le ipotesi a cui gli archeologi sono giunti studiando i resti dei mulini, il complesso di Barbegal avrebbe funzionato ciclicamente, con un’interruzione tra la fine dell’estate e l’autunno. Il fatto che questo periodo coincidesse con le partenze delle navi mercantili, ha fatto ritenere possibile che la produzione dei 16 mulini fosse dedicata alle derrate alimentari per i naviganti, che in quel periodo rifornivano le navi con scorte di pane a lunga conservazione per affrontare i lunghi mesi della navigazione commerciale.
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