2020-08-22
Lui incolpa i media. Ma è il vuoto politico a creare i Ricciardi
Il consulente che aveva parlato di slittare il voto si finge vittima. Però a dare spazio alle sue sparate è il silenzio dei ministri.Colpa dei giornalisti, ovvio. L'hanno frainteso. Povero Gualtiero detto Walter Ricciardi. Nessuno mai che lo capisca. Ce l'hanno tutti con lui. Ma insomma, Gualtiero detto Walter va in Tv (ad Agorà estate) a dire chiaro e tondo che, se la curva dei contagi non si abbassa, c'è il rischio che in Italia salti il voto del 20 settembre, e i giornalisti, questi maledetti, che fanno? Lo scrivono proprio così: se la curva dei contagi non si abbassa c'è il rischio che in Italia salti il voto del 20 settembre. Ma come si permettono? Non si rendono conto che diffondono fake news, e forse anche la peste bubbonica? Lui, ovviamente, «non voleva dire niente di tutto questo» Ma proprio niente. L'ha detto. Ma non voleva. Chiaro, no? E come si permettono, allora, i giornalisti, di dire invece esattamente quello che ha detto e che non voleva dire? E, peraltro, come si permettono di riportarlo, esattamente così, anche i video su Internet, le registrazioni Tv e gli archivi di Raiplay con gli spezzoni di Agorà estate? Come si permettono di riportare le sue frasi precise, senza nemmeno modificarle un po', come ha fatto lui appena si è accorto di aver detto una minchiata?Per ora Gualtiero detto Walter è consulente del ministero della Salute. Ma non è detto che possa anche diventare anche consulente della strega di Biancaneve. Specchio specchio delle mio brame, chi è il più figo del reame? Sarebbe perfetto nel ruolo. Il giorno dopo aver pestato la pupù (e presumibilmente essersi preso una bella lavata di capo dal suo datore di lavoro, ministro Speranza), infatti, il professor Ricciardi anziché andare a nascondersi, come sarebbe d'uopo, si mette ancora più in mostra. Va all'attacco. S'inorgoglisce. E si espone. La giornata inizia con un editoriale sull'Avvenire dal titolo appena un po' autoreferenziale «Io, frainteso». Poi continua con un'intervista al Sussidiario in cui si autoproclama vittima di un «tipico caso di infodemia». E alle 14 compare di nuovo a pontificare dagli schermi di SkyTg24. Non male per uno che ritiene di essere stato maltrattato dai giornalisti, no? Io mi sono fermato e non ho seguito le ulteriori apparizioni, ma confesso che sono preoccupato: se Ricciardi attenua il suo giudizio negativo sul mondo dell'informazione, che fa? Si proclama direttore editoriale? S'incatena negli studi televisivi? Sostituisce Giorgino al Tg1? O la Buonamici al Tg5? O si trasforma direttamente in tubo catodico?I colleghi, peraltro, per quanto da lui maltrattati, fanno di tutto per riverirlo. Avvenire dà al pezzo autobiografico («Io, frainteso») l'onore della prima pagina, come se fosse vero. I colleghi di SkyTg24 si guardano bene dal fargli domande sulle sue parole avventate riguardo il voto. E quelli del Sussidiario si premurano di giustificarlo, ancor prima di cominciare a fare le domande: «Ricciardi ha parlato di uno scenario che non è quello attuale». In effetti: lui ha parlato di uno scenario che non è quello attuale ma che potrebbe essere attuale il 20 settembre. Non accade oggi, ma non è detto che non possa accadere. Anzi, dice Ricciardi che se non si cambiano i comportamenti accadrà. Non è una certezza, ma una possibilità. Chiunque abbia rimirato il video non ha dubbi. La domanda del conduttore è esplicita: riguarda il voto del 20 settembre in Italia. E la risposta testuale è: «Dobbiamo mettere sotto controllo questa curva epidemica. Se questo non succede e la circolazione del virus aumenta ci troveremo nelle condizioni di altri Paesi. E quindi queste attività (scuola e voto, ndr) sarebbero a rischio». Come la interpretate voi? Ecco: come tutti. Ma sappiate che per Gualtiero-Calimero è un'«interpretazione malevola». Anzi, peggio: «infodemia».Quello che stupisce è la faccia di bronzo del consulente del ministero. Palesemente colto in fallo, costretto alla retromarcia, obbligato a smentire le sue parole, reagisce rimettendosi in cattedra. E impartendo pure lezioni di giornalismo. Chiaro, no? Lui è un genio, infallibile. E nessuno è alla sua altezza. Del resto non è la prima volta che gli capita: nessuno ha mai capito le sue straordinarie doti d'attore quando vestiva i panni dell'«ultimo guappo» con Mario Merola: nemmeno un Oscar. Nessuno ha capito le sue straordinarie doti politiche quando si è candidato con Scelta civica in quota Luca Cordero di Montezemolo: nemmeno un seggio. E nessuno ha capito le sue straordinarie doti scientifiche quando andava in giro a dire che «le mascherine non servono a niente» e che «i tamponi agli asintomatici sono un errore»: nemmeno un Nobel. Un talento incompreso. Ora però, incomprensione dopo incomprensione, siamo al limite. Nessuno, secondo Ricciardi, riesce più a capire quel che Ricciardi dice. Lui dice bianco: e scrivono bianco. Senza rendersi conto, razza di sciagurati, che voleva dire nero. Considerati questi enormi problemi di comprensione, io non vorrei fare passi avventati. Per cui mi astengo dal giudizio. Non so dire, insomma, perché l'ultimo guappo si sia infilato nell'ultimo guaio. Non so se davvero volesse fare un test per il rinvio delle elezioni o se quella frase gli sia scappata. Non so se abbia fatto retromarcia perché spaventato o perché strapazzato dal ministro Speranza. E soprattutto non so se davvero Gualtiero pensi che l'abolizione del voto in un Paese democratico possa essere annunciata da un consulente del ministero della Salute in diretta Tv ad Agorà estate. Quello che so per certo è che se siamo arrivati a questo punto di arroganza e di impunità da parte degli ultimi guappi in veste di scienziati è perché la politica si è consegnata loro. Completamente. E il silenzio di queste ore sull'argomento da parte del ministro dell'Interno e del presidente del Consiglio la dice lunga: nessuno di loro ha spazzato via in modo definitivo i dubbi. Conte negli ultimi giorni si è fatto sentire soltanto per sponsorizzare l'alleanza elettorale tra Pd e M5s: intervento improvvido e sconclusionato, peraltro. Possibile che non senta il dovere di rassicurare gli italiani sul fatto che potranno andare alle urne? Si dice che il sonno della ragione genera mostri. Ebbene: il sonno della politica genera i Ricciardi. E genera le sue esternazioni che, per quanto rimangiate, restano un colpo al cuore alla democrazia. Niente da dire, presidente Mattarella?
Ecco #DimmiLaVerità dell'11 settembre 2025. Il deputato di Azione Ettore Rosato ci parla della dine del bipolarismo italiano e del destino del centrosinistra. Per lui, «il leader è Conte, non la Schlein».