2023-03-15
L’Ue voleva rifilarci l’utero in affitto. Il Senato dice «no» e la sinistra frigna
Bocciato il certificato di filiazione, grimaldello di Bruxelles per sdoganare la maternità surrogata. Lacrime dem, Fdi esulta.Il centrodestra boccia il Certificato europeo di filiazione, regolamento Ue che prevede il riconoscimento dei propri diritti ai figli «comunque concepiti» in tutta Europa, e che avrebbe potuto costituire un modo per aggirare il divieto vigente in Italia della maternità surrogata, il cosiddetto «utero in affitto». Ieri, in commissione Politiche Ue del Senato, la maggioranza ha approvato la risoluzione contraria al regolamento Ue, firmata dal presidente Giulio Terzi di Sant’Agata di Fdi, che impegna il governo a chiedere modifiche consistenti al regolamento europeo, per evitare che la sua approvazione possa comportare surrettiziamente la possibilità di aggirare le norme italiane.La seduta è stata caratterizzata da un dibattito serrato, che ha visto protagonisti Massimiliano Romeo e Claudio Borghi della Lega e Marco Scurria di Fdi da un lato e Simona Malpezzi del Pd e Dolores Bevilacqua del M5s dall’altro. I dem hanno chiesto un rinvio del voto per poter concordare una risoluzione congiunta delle opposizioni, ma il centrodestra ha tirato dritto per la sua strada e alla fine la risoluzione Terzi è stata messa ai voti e approvata con 10 voti a favore e 7 contrari. «Si ritiene di esprimere un parere motivato», recita la risoluzione approvata dal centrodestra, «poiché alcune disposizioni contenute nella proposta, in particolare l’obbligo di riconoscimento (e di conseguente trascrizione) di una decisione giudiziaria o di un atto pubblico, emessi da un altro Stato membro, che attestano la filiazione, e l’obbligo di riconoscimento del certificato europeo di filiazione, non rispettano i principi di sussidiarietà e di proporzionalità».«Il Certificato europeo di filiazione», precisa la risoluzione, «ha efficacia probatoria in tutti gli Stati membri senza che sia necessario ricorrere a procedimenti particolari e costituisce titolo idoneo per l’iscrizione della filiazione nel pertinente registro di uno Stato membro, al pari delle decisioni giudiziarie o atti pubblici di accertamento della filiazione. Tuttavia, a differenza di questi, non si riscontra alcuna disposizione nella proposta che consenta il diniego degli effetti del Certificato europeo di filiazione mediante l’invocazione della clausola dell’ordine pubblico. Sembrerebbe», si legge ancora nel testo approvato dalla maggioranza, «esservi pertanto un’incongruenza interna al testo normativo che, qualora non sanata, impedirebbe di invocare il motivo dell’ordine pubblico al fine di negare il riconoscimento di un Certificato europeo di filiazione qualora tale filiazione sia manifestamente contraria all’ordine pubblico». In sostanza, il centrodestra ritiene che il Certificato europeo di filiazione, così come è stato pensato dall’Unione europea, sarebbe praticamente impossibile da annullare in Italia: «Appare quindi condizione essenziale», suggerisce la risoluzione approvata ieri, «che la proposta preveda esplicitamente la possibilità di invocare la clausola dell’ordine pubblico in via generale su tutti i casi di filiazione per maternità surrogata, a condizione di assicurare una tutela alternativa ed equivalente, quale quella del citato istituto dell’adozione in casi particolari, e che ciò valga esplicitamente anche con riguardo al certificato europeo di filiazione».Il documento fa anche riferimento a quanto stabilito dalla Corte di cassazione sull’«utero in affitto»: «Quanto al riconoscimento di sentenze straniere sul tema della maternità surrogata», si legge ancora nella risoluzione del centrodestra, «la Corte ha sottolineato che non può esservi “arretramento del controllo sui principi essenziali della lex fori in materie che sono presidiate da un insieme di norme di sistema che attuano il fondamento della Repubblica”. È stata così ribadita la necessità di un divieto assoluto di tale pratica, sottolineando, tra l’altro, come una valutazione caso per caso farebbe ricadere sull’ufficiale di stato civile la scelta relativa al riconoscimento della genitorialità intenzionale». Polemica la capogruppo del Pd al Senato, Simona Malpezzi: «La maggioranza», commenta, «bocciando la proposta di regolamento Ue sul Certificato di filiazione, si è assunta la responsabilità di far sedere l’Italia con Polonia e Ungheria. Un attacco ai diritti dei minori inaudito. La destra, con una forzatura inaccettabile e agitando un falso problema, vota contro un regolamento che aiuta tutti i bambini, mettendo al centro, come abbiamo ribadito più volte l’interesse del minore. Per noi è prioritario, per loro evidentemente no». Soddisfatto il senatore di Fdi Marco Scurria: «È inammissibile», sottolinea, «che il Certificato potesse diventare automaticamente valido e quindi accettato anche in Italia. Ciò sarebbe andato a ledere i principi di sussidiarietà e proporzionalità. La risoluzione contro il Certificato europeo è, inoltre, necessaria affinché non venga bypassato, pur nella dovuta tutela dei diritti fondamentali dei figli e dei minori in genere, il divieto di maternità surrogata vigente in Italia».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)