
La Rackete potrebbe essere inviata all'Europarlamento su iniziativa dei progressisti. Intanto il Comune di Parigi, che già si schierò con Mimmo Lucano, le assegna una medaglia.La Carola Rackete italiana, Francesca Peirotti, l'hanno condannata a sei mesi di prigione dopo averla fermata a Mentone con dei migranti in macchina in procinto di attraversare la frontiera. Alla Carola Rackete originale, invece, daranno una medaglia. Dalla Francia non cessano di arrivare provocazioni contro l'Italia. L'ultima è l'assegnazione della medaglia Grand Vermeil, la massima onorificenza del Comune di Parigi, alla «capitana» e alla collega Pia Klemp, le due condottiere che, alla guida della Sea Watch, hanno sfidato l'Italia. L'annuncio arriva dall'amministrazione comunale parigina, guidata da Anne Hidalgo. Il municipio parigino, si legge nel comunicato, «vuole simboleggiare la solidarietà e l'impegno di Parigi per il rispetto dei diritti umani». Matteo Salvini, come prevedibile, non l'ha presa bene: «Il Comune di Parigi evidentemente non ha altro di meglio da fare che non premiare questi soggetti», ha scritto il vicepremier sui suoi social network. Non è la prima volta che l'assise parigina si occupa delle vicende italiane. Ad aprile, nel pieno della bufera giudiziaria su Mimmo Lucano, il consiglio comunale della capitale francese approvò una delibera in sostegno del sindaco di Riace. Nel documento si leggeva che «la decisione della giustizia italiana di sospendere il primo cittadino dal suo incarico di primo cittadino è una decisione politica inaccettabile». Ma gli attestati di solidarietà europei alle Ong che sfidano l'Italia non finiscono qui. Presto, infatti, la Rackete potrebbe fare i suoi comizi pro invasione persino nel Parlamento europeo. Durante la riunione dei coordinatori dei gruppi in commissione Libertà civili e giustizia, che si è tenuta giovedì, infatti, i rappresentanti del gruppo della Sinistra unitaria della Gue hanno avanzato la richiesta di audire la capitana della Sea Watch 3. A livello di coordinatori la richiesta sarebbe stata accolta, ma non ancora formalizzata dalla commissione, che dovrebbe prendere una decisione probabilmente l'ultima settimana di luglio dopo la seduta plenaria di Strasburgo. E già si levano, fortunatamente, le prime voci contrarie da parte di alcuni eurodeputati.«Se si dovesse confermare la proposta della Commissione Libe di invitare al Parlamento europeo la capitana della Sea Watch, Carola Rackete, saremmo in presenza di un gesto vergognoso», attacca Marco Zanni, presidente leghista del gruppo Identità e Democrazia. «La nostra eurodeputata che fa parte della commissione Libe, Annalisa Tardino, si è già opposta a questa strumentalizzazione che ha il sapore di una santificazione della Rackete».Anche l'europarlamentare di Forza Italia, Fulvio Martusciello, è stato molto critico con la decisione. «La decisione della commissione Libe di invitare come speaker in parlamento europeo Carola Rackete è profondamente sbagliata, abbiamo chiesto che a quella stessa commissione possa partecipare anche un rappresentante della guardia di finanza e del ministero dell'interno italiano per difendere l'onore del nostro paese. Spiace davvero che alcuni gruppi si prestino a queste iniziative che hanno come unico scopo quello di danneggiare l'immagine dell'Italia».
Zohran Mamdani (Ansa)
Dalle politiche sociali ai limiti dell’esproprio alla città come «santuario» per i gay Mamdani rappresenta la radicalizzazione dei dem. Ma anche una bella grana
Da più parti, la vittoria di Zohran Mamdani alle elezioni municipali di New York City è stata descritta (se non addirittura salutata) come uno «schiaffo» a Donald Trump. Ora, a prima vista, le cose sembrerebbero stare effettivamente così: il prossimo primo cittadino della Grande Mela, che entrerà in carica a gennaio, sembra quanto di più lontano possa esserci dal presidente americano. Tanto che, alla vigilia del voto, lo stesso Trump aveva dato il proprio endorsement al suo principale sfidante: il candidato indipendente, nonché ex governatore dem dello Stato di New York, Andrew Cuomo.
Rifugiati attraversano il confine dal Darfur, in Sudan, verso il Ciad (Getty Images)
Dopo 18 mesi d’assedio, i paramilitari di Hemeti hanno conquistato al Fasher, ultima roccaforte governativa del Darfur. Migliaia i civili uccisi e stupri di massa. L’Onu parla della peggior catastrofe umanitaria del pianeta.






