2024-01-25
L’Ue fa un assist alla Superlega contro la A
Gabriele Gravina (Imagoeconomica)
Un eurodeputato tedesco (vicino al ceo della nuova competizione) punta i fari sul requisito imposto da Gabriele Gravina ai nostri club: per iscriversi al campionato vanno rifiutati tornei extra Uefa. Ma secondo una interrogazione questo vincolo sarebbe illecito. «Criteri della Federcalcio italiana in violazione della sentenza della Corte di Giustizia Ue nella causa C-333/21». È stata registrata con questo titolo l’interrogazione presentata lo scorso 18 gennaio al Parlamento europeo dall’eurodeputato del Ppe, Toine Manders. La risposta deve ancora arrivare ma il tema è stato messo sul tavolo partendo dal verdetto del 21 dicembre 2023 con cui «la Corte ha stabilito che l’organizzazione di competizioni calcistiche interclub è un’attività economica che deve rispettare le regole della concorrenza e le libertà di circolazione. Le norme Fifa e Uefa che approvano, controllano o sanzionano i tesserati che partecipano ad altre competizioni, come la Super League, sono una restrizione illegittima alla libertà di fornire servizi». Nell’interrogazione Manders sottolinea che, «sebbene la sentenza sia molto chiara», la Federcalcio ha presentato dei criteri che richiedono un «impegno scritto a non partecipare a competizioni organizzate da associazioni private non riconosciute da Fifa, Uefa e Figc. Questi criteri sono contrari alla sentenza». Di qui, le tre domande del rappresentante del Ppe: «La Commissione concorda sul fatto che i criteri della Figc sono contrari al diritto della Ue? Intende prendere le misure necessarie per avvisare la Figc di questo comportamento illegale? Quali azioni intende intraprendere se la Figc, anche dopo essere stata allertata, non rispetta il diritto dell’Ue?». Vedremo cosa risponderanno da Bruxelles. In questa partita, il presidente della Figc, Gabriele Gravina, è schierato al fianco del capo della Uefa, Aleksander Ceferin. E alla vigilia del verdetto aveva lanciato un monito ai club italiani intenzionati a partecipare alla Superlega: «Esiste una norma federale per la quale chi aderisce a quel mondo esce dal sistema federale del calcio», erano state le sue parole. Poi era arrivata la nota ufficiale della Figc che già nel 2021 aveva inserito nel suo statuto una clausola per estromettere dai campionati nazionali i club che intendono partecipare al nuovo torneo. «Nel rispetto delle leggi nazionali e dei regolamenti internazionali», la Federcalcio «ritiene che la Superlega non sia un progetto compatibile con queste condizioni». Ma torniamo all’interrogazione. Facendo una rapida ricognizione sul profilo di X di Manders si nota una intensa attività sul fronte della governance dello sport europeo e nel novembre 2022 anche un post dopo un incontro con Bernd Reichart, ceo dell’agenzia A22 Sports Management che supporta la Superlega: «Contro una lega chiusa per ricchi, ma sostegno ad una lega europea aperta. I club europei devono giocare nelle rispettive competizioni nazionali durante i fine settimana; nel campionato europeo infrasettimanale», scriveva Manders. Che poi il 22 dicembre esultava per la sentenza: «Le nostre regole del calcio non sono in vendita e niente e nessuno è al di sopra della legge europea, nemmeno il mondo dello sport». Con quale maglia «gioca» l’europarlamentare, insomma, è chiaro. Ma quale è l’obiettivo delle domande poste alla Commissione? Il riferimento è all’articolo 16 delle norme organizzative interne della Figc che riguarda il tema della decadenza e revoca della affiliazione alla federazione. Secondo quanto prevede il secondo comma, «il consiglio federale su proposta del presidente delibera la decadenza delle società professionistiche dall’affiliazione alla Figc nelle seguenti ipotesi: se partecipano a competizioni organizzate da associazioni private non riconosciute dalla Fifa, dalla Uefa e dalla Figc; se disputano gare e tornei amichevoli senza l’autorizzazione della Figc». Il Consiglio federale, inoltre, «delibera altresì la decadenza delle società dalla affiliazione alla Figc». Ebbene, secondo il presidente Gravina, che è anche vicepresidente della Uefa (ricevendo un lauto stipendio da aggiungere a quello di capo della Federcalcio, aumentato di recente) la sentenza europea vieta di «imporre sanzioni ai club che partecipano a competizioni alternative», mentre la norma federale in questione prevede che la partecipazione a competizioni organizzate da associazioni private non riconosciute dalla Fifa, dalla Uefa e dalla Figc comporti la decadenza della affiliazione. La tesi di Gravina, insomma, è che la Figc non ha stabilito di sanzionare chi dovesse prendere parte alla Superlega, ma si è limitata ad aggiungere ai tanti già presenti un nuovo requisito per le iscrizioni ai campionati. E se un club italiano deciderà di aderire alla Superlega, la Federcalcio si appoggerà alla norma interna e non permetterà l’iscrizione, facendo decadere l’affiliazione. Dagli «spalti» opposti fanno però notare che se si toglie a una squadra l’affiliazione, questo rappresenta, di fatto, già una sanzione più che un requisito. Per far cadere l’appiglio di Gravina ecco quindi che Manders chiede alla Commissione di fare chiarezza. Anche per capire se sarà necessario cambiare le licenze nazionali dove c’è l’obbligo di non partecipare a competizioni extra Uefa/Fifa come condizione per iscriversi al campionato. Attendiamo la risposta di Bruxelles.
Charlie Kirk (Getty Images)