2025-05-24
Lucio Malan: «In Costituzione va scritto: i genitori sono uomo e donna»
Lucio Malan (Imagoeconomica=
Il capogruppo di Fdi in Senato rivendica il primato della politica: «La Corte cambia le norme? Agisca a maggioranza qualificata». Lucio Malan, capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, si può dire che la Consulta, con la sentenza emanata due giorni fa, di fatto legittima le coppie lesbiche che aggirando la legge vanno all’estero per sottoporsi a pratiche vietate da leggi votate in Parlamento?«Sì, è così. Anche perché il tutto avviene non sulla base di qualcosa che c’è scritto in Costituzione. La Corte costituzionale dovrebbe intervenire per chiarire se una norma sia o meno in contrasto con la Costituzione. Non capisco in quale parte del testo si possa trovare il principio secondo il quale due madri debbano essere riconosciute non solo come madri di un bambino ma addirittura come madri naturali, quando invece un uomo che voglia adottare il figlio della moglie nei casi in cui il figlio non abbia più il padre o nel caso non ne abbia mai avuto uno registrato deve fare tutta la trafila, risultando alla fine, come è giusto, padre adottivo. Due donne, invece, in questo modo risulteranno come madri naturali senza distinzione tra l’una e l’altra. In nessuna parte della Costituzione c’è scritta questa cosa. La sentenza viene emessa sulla base della ragionevolezza: si definisce ragionevole che due donne possano essere madri di un bambino. È una cosa paradossale». Quindi, in sostanza, la Corte costituzionale si è espressa andando contro la Costituzione, che riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio?«Sì, perché la Costituzione, all’articolo 29, parla chiaramente di famiglia naturale fondata sul matrimonio. Questa sentenza si esprime invocando il principio di ragionevolezza, quando si tratta di un fatto del tutto irragionevole». La Consulta si contraddice ancora una volta quando vieta alle donne sole di ricorrere alla procreazione assistita. Una donna sola non può avere figli, ma due donne sì?«C’è una ragionevolezza in questo caso, perché la Costituzione appunto dice che la famiglia naturale è formata da due persone. Le due persone, a quanto pare, per la Corte possono essere anche due donne. Il punto è che con questa sentenza si aprono le porte all’ipotesi che ben presto qualcuno possa dire: se è consentito a due donne di essere madri entrambe di un bambino, cosa impossibile, perché non consentirlo a due uomini? Francamente non vedo grosse differenze. Se per il principio di ragionevolezza hanno consentito a due donne di essere ugualmente madri dello stesso figlio, per il principio di uguaglianza, quello sì, inserito in Costituzione, potrebbero consentirlo anche a due uomini. E forse il piano è proprio questo». Anche perché, a Pesaro, un giudice ha deciso di riconoscere l’adozione, da parte di una coppia gay, di un bimbo nato all’estero da utero in affitto. Questo apre la strada in qualche modo all’ipotesi di riconoscere anche due padri? «In tutto il mondo questo tipo di norme rarissimamente vengono approvate attraverso i meccanismi democratici. Si legifera attraverso incursioni della magistratura, che sia ordinaria o meno, e questo già la dice lunga. Capiscono bene che le persone non accettano questo tipo di norme e quindi intervengono con meccanismi che nulla hanno a che fare con la democrazia e con la Costituzione». L’ex giudice costituzionale Nicolò Zanon dice che esiste un’élite giudiziaria che lascia alla politica un ruolo da spettatrice. Come Fratelli d’Italia avete intenzione di intervenire in modo pratico? Esistono delle strade per correggere questa deriva?«Si possono studiare delle cose, ma naturalmente richiede tempo. In via ipotetica, perché per il momento non ci stiamo lavorando, il Parlamento potrebbe pensare di intervenire sulla Costituzione per chiarire che i genitori sono due e sono un maschio e una femmina e chiarire anche che l’adozione serve a sostituire qualcosa che per qualche ragione non c’è. Non per creare realtà di fantasia. Che poi è esattamente quello che intende la Costituzione, non credo che ci fosse alcuno che la pensasse in modo diverso da come si intende all’interno dell’Assemblea costituente. È un’osservazione oggettiva la mia, poi bisogna capire se si intende farlo o meno, al momento non ci stiamo lavorando, ma si tratta dell’unica via possibile. Un’altra ipotesi, ma sempre in astratto - si tratta sempre di una mia constatazione - potrebbe essere che quella di intervenire quando la Corte costituzionale si esprime per cancellare o modificare delle leggi e non per stabilirne la costituzionalità. Penso che in quel caso dovrebbe avere una maggioranza qualificata molto ampia, perché altrimenti finisce per avere gli stessi identici meccanismi del Parlamento, con la differenza che non c’è appello. E, piccolo dettaglio, la Corte costituzionale è eletta da una piccola minoranza di italiani, perché solo un terzo dei giudici della Corte è eletto dal Parlamento. Altre vie non ci sono, perché con le leggi che si approvano evidentemente fanno ciò che vogliono, invocando il principio di ragionevolezza, un principio simile a quello del marchese del Grillo. Se le parole precisissime della Costituzione diventano suscettibili di interpretazione, vuol dire che non c’è più Costituzione. Insomma, se tutto è soggetto a interpretazione e influenzato dalle mode ideologiche del momento, vale tutto».
Edoardo Raspelli (Getty Images)
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