2023-08-23
Lotta in Nicaragua, silenzio in Cina. La libertà manda in tilt i gesuiti
Daniel Ortega (Getty Images)
Davanti alla persecuzione anti cristiana voluta da Daniel Ortega la Compagnia alza la voce. Ma resta a favore dell’intesa con il Dragone, che del regime sandinista è un alleato. Una contraddizione che pagano i fedeli.Nuova stretta anti cattolica in Nicaragua. La scorsa settimana, il regime sandinista di Daniel Ortega ha confiscato i beni dell’università centroamericana del Nicaragua (Uca), che è affiliata ai gesuiti. In particolare, il giudice che ha decretato il sequestro ha tacciato l’ateneo di essere «un centro di terrorismo». Un’accusa che è stata respinta dal preposito generale della Compagnia di Gesù, Arturo Sosa. «Sappiamo che tutte le accuse rivolte all’Uca sono totalmente false e infondate. Inoltre all’Uca è stato negato il diritto a una legittima difesa», ha dichiarato in una lettera. «Mi unisco alla richiesta di revocare e correggere questo provvedimento giudiziario contro l’Uca, di far cessare l’aggressione del governo contro l’Uca e i suoi membri e di aprire vie di dialogo sulla base della verità, della libertà e del diritto a un’educazione di qualità per i giovani e per tutto il popolo del Nicaragua», ha aggiunto. Non è la prima volta che Ortega mette nel mirino istituzioni ed esponenti della Chiesa cattolica. A febbraio, il Nicaragua ha condannato a 26 anni di carcere il vescovo Rolando Alvarez, reo di essersi opposto all’autoritarismo del regime sandinista. Era invece maggio quando la polizia nicaraguense ha annunciato un’indagine su varie diocesi cattoliche per riciclaggio di denaro. Insomma, Ortega sta portando avanti una vera e propria persecuzione della Chiesa cattolica. E quanto accaduto all’Uca si inserisce in queste preoccupanti dinamiche. Sosa ha quindi tutte le ragioni per appellarsi alla «verità» e alla «libertà» contro l’«aggressione del governo» sandinista. Del resto, quella in Nicaragua è una situazione drammatica, che ci ricorda quanto sia importante il valore della libertà religiosa. Ed è proprio qui che purtroppo emerge un paradosso. I gesuiti hanno ragione a difendere la libertà contro la confisca dell’ateneo. Però tale libertà dovrebbero difenderla in ogni circostanza. E questo sfortunatamente non sempre accade. La Compagnia di Gesù figura infatti tra i principali sostenitori del controverso accordo sino-vaticano sulla nomina dei vescovi che, siglato nel 2018, è stato finora rinnovato nel 2020 e nel 2022. Ora, quell’intesa non solo è stata più volte violata dalle autorità di Pechino ma non ha migliorato neppure le condizioni dei cattolici in loco. Come raccontato a più riprese da Asia News e dalla Catholic News Agency, il Partito comunista cinese sta infatti attuando politiche di «sinicizzazione», volte a indottrinare i fedeli sulla base dei principi del socialismo. Forse non aveva tutti i torti l’allora segretario di Stato americano Mike Pompeo, quando nel 2020 cercò di evitare che l’intesa sino-vaticana fosse rinnovata. Un’intesa che è stata criticata anche da vari porporati di area «ratzingeriana», come Joseph Zen, Timothy Dolan, Raymond Burke e Gerhard Müller.Eppure, nonostante l’inaffidabilità del governo cinese e le sue sistematiche violazioni della libertà religiosa, la Compagnia di Gesù, spesso in nome del terzomondismo, ha continuato a difendere quell’accordo. Il vescovo di Hong Kong e cardinale in pectore, il gesuita Stephen Chow, si è recato in visita a Pechino in aprile e, il mese dopo, ha rilasciato un’intervista alla rivista della Compagnia, La Civiltà Cattolica, in cui ha detto: «A mio parere l’accordo non è morto come alcuni sembrano aver suggerito». Il vescovo ha anche auspicato «colloqui più regolari e approfonditi», aggiungendo che «quanti sono contrari all’accordo provvisorio sembrano piuttosto prevenuti nei confronti di papa Francesco». A difendere l’accordo sono stati anche due accademici gesuiti come Benoît Vermander, sinologo presso l’università Fudan di Shanghai, e Stephan Rothlin, direttore dell’Istituto Matteo Ricci di Macao. D’altronde, tra i propugnatori dell’avvicinamento alla Cina figura proprio il direttore della Civiltà Cattolica, il gesuita Antonio Spadaro, che lo scorso autunno si schierò a favore del rinnovo dell’intesa sino-vaticana. Era inoltre il 25 marzo 2019 quando si tenne la presentazione del libro, curato dallo stesso Spadaro, La Chiesa in Cina. Un futuro da scrivere. All’evento, moderato sempre da Spadaro, presero parte come relatori Sosa, l’allora premier, Giuseppe Conte , e uno tra i principali negoziatori dell’accordo sino-vaticano, monsignor Claudio Celli. Appena pochi giorni prima, il governo italiano aveva siglato il discutibile memorandum sulla Nuova via della Seta. Nel corso della conferenza, si promosse l’avvicinamento dell’Occidente e della Santa Sede alla Cina, mentre Conte spiegò e difese la firma del memorandum. Insomma, i gesuiti sono sempre stati e continuano a essere favorevoli all’accordo sino-vaticano, nonostante tale intesa non stia di fatto migliorando la situazione dei cattolici cinesi e rischi di compromettere la Santa Sede sul fronte diplomatico, allontanandola dagli Usa. Inoltre, paradosso dei paradossi, proprio il regime di Ortega si è ultimamente avvicinato a quello del Pcc. A dicembre 2021, il Nicaragua ha rotto le relazioni diplomatiche con Taiwan, mentre a luglio Pechino e Managua hanno rafforzato la cooperazione commerciale. La linea filocinese dei gesuiti è quindi problematica sul piano valoriale e, su quello geopolitico, comporta un evidente cortocircuito. Si tratta di un fattore preoccupante, vista la significativa influenza esercitata oggi dalla Compagnia di Gesù nei sacri palazzi. La libertà religiosa è un principio da tutelare sempre. Biasimare l’autoritarismo di Ortega è doveroso. Ma non serve a nulla, se poi si chiude strumentalmente un occhio verso quello di Xi Jinping.
Leonardo Apache La Russa (Ansa)
Nessuna violenza sessuale, ma un rapporto consenziente». È stata archiviata l’indagine a carico di Leonardo Apache La Russa e l’amico Tommaso Gilardoni, entrambi 24enni, accusati di violenza sessuale da una di ventiduenne (ex compagna di scuola di La Russa jr e che si era risvegliata a casa sua).
Nel riquadro, Howard Thomas Brady (IStock)