2020-08-29
Lotta all’aborto, lavoro e sicurezza. Così Trump ha iniziato la rimonta
Il presidente prova ad allargare la base elettorale ammiccando ai delusi tra i sostenitori del rivale dem Biden Show alla convention repubblicana: rinnova l'impegno pro vita e promette il pugno di ferro contro i rivoltosi.Allargare la propria base elettorale. Questo, in estrema sintesi, è stato l'obiettivo di Donald Trump nel corso della convention nazionale repubblicana, conclusasi giovedì scorso. Un obiettivo che il presidente ha perseguito su vari fronti. In primis, uno degli intenti principali è stato quello di presentare l'elefantino come un partito vicino alle esigenze delle classi lavoratrici, additando di contro i democratici come una forza elitaria (tutta Hollywood e Silicon Valley). Non a caso, nel corso delle varie serate, si sono tenuti interventi di piccoli imprenditori del Wisconsin e di un pescatore di aragoste del Maine. Senza dimenticare il discorso della senatrice Joni Ernst, che aveva l'obiettivo di parlare agli agricoltori dell'Iowa. Si tratta di una strategia che Trump ha già messo efficacemente in pratica nel 2016, ai tempi del duello con Hillary Clinton. In secondo luogo, un altro tema rivolto agli elettori indipendenti è stato quello dell'ordine pubblico: nel corso della Convention sono stati numerosi i riferimenti a istanze securitarie in puro stile «law and order» (si pensi ai discorsi dell'ex sindaco di New York, Rudy Giuliani, del vicepresidente, Mike Pence, e dello stesso Trump). Erroneamente si ripete spesso che quello dell'ordine pubblico sia un argomento utilizzato per serrare i ranghi esclusivamente tra gli elettori di destra. Ma non è così. Non dimentichiamo che, negli ultimi mesi, sono esplosi disordini in varie città amministrate dal Partito democratico (pensiamo solo a Chicago, Seattle e Portland). Una situazione che ha gettato nella preoccupazione molti cittadini che chiedono adesso sicurezza al di là di questioni politiche e partitiche. Cittadini che non sono certo unicamente elettori repubblicani. Puntare in modo ferreo sul mantenimento dell'ordine può quindi consentire a Trump di attrarre i voti di quegli indipendenti o di quei democratici che certo non hanno finora visto troppo di buon occhio i tentennamenti e le ambiguità di Joe Biden su questa questione. Un ulteriore elemento da sottolineare riguarda poi le minoranze etniche. Attraverso la convention, il presidente ha puntato a ribaltare la narrazione cucitagli addosso dai suoi avversari, che lo hanno costantemente definito razzista e divisivo. L'intervento del senatore afroamericano, Tim Scott, ha definito l'economia di Trump come «la più inclusiva di sempre», respingendo inoltre la tesi democratica di un'America «sistematicamente razzista» . Inoltre, pur ribadendo nel suo discorso di accettazione la stretta verso l'immigrazione clandestina, l'inquilino della Casa Bianca ha mostrato una forte apertura nei confronti di quella regolare: durante la seconda sera della convention è stata guarda caso mandata in onda una cerimonia di naturalizzazione di alcuni nuovi cittadini americani. Tutto questo, senza dimenticare il voto cattolico: voto, negli Stati Uniti, trasversale per eccellenza. A tal proposito ha tenuto un discorso la suora Deirdre Byrne, che ha elogiato il presidente per il suo impegno antiabortista. Un endorsement che rafforza Trump nel mondo pro vita e che insidia al contempo il cattolico Biden , soprattutto dopo la sua recente virata filoabortista. Quel Biden che ha spesso rivendicato in passato il sostegno delle suore. Altro elemento per attrarre il voto indipendente è stato poi quello della sanità: Trump ha ribadito la volontà di tutelare i pazienti con condizioni preesistenti e di tagliare i costi delle polizze sanitarie. Infine, non trascuriamo il discorso del senatore Rand Paul, che ha elogiato il presidente per non aver intrapreso nuovi conflitti nei quattro anni della sua presidenza: ricordiamo che la polemica contro le cosiddette «guerre senza fine» sia molto sentita anche tra gli elettori di sinistra. Tutto questo non vuol certo dire che il presidente non abbia parlato anche alla sua storica base: ha infatti tacciato i democratici di estremismo socialista (ricalcando le orme di Nixon contro McGovern nel 1972) e polemizzato con il professionismo politico (aiutato in questo anche dall'intervento della figlia Ivanka). Ma la sfida era proprio quella di coniugare il tono antisistema con quello istituzionale, per armonizzare la base con gli elettori indipendenti. Una sfida che, anche grazie agli interventi della first lady Melania Trump e dell'ex ambasciatrice Nikki Haley, questa Convention è probabilmente riuscita a vincere. Prova ne è il nervosismo che si respira nel campo democratico. Dopo mesi di ambiguità e condanne a mezza bocca, Biden mercoledì ha finalmente preso le distanze dai disordini e dalle violenze che si stanno verificando in varie città americane: si pensi che giovedì lo stesso senatore Paul è stato attaccato insieme a sua moglie da una folla di manifestanti, mentre usciva dalla Casa Bianca. Inoltre, dopo essersi rinserrato per mesi in un seminterrato in Delaware, l'ex vicepresidente ha fatto sapere nelle scorse ore che riprenderà gli eventi elettorali di persona. Tutto questo, mentre la speaker della Camera, Nancy Pelosi, ha apertamente suggerito al candidato democratico di non partecipare ai dibattiti televisivi con Trump. Se a tutto questo aggiungiamo che Rasmussen dia ormai avanti Biden di appena un punto a livello nazionale, si capiscono ancor di più le fibrillazioni dell'asinello. Un asinello che, alla sua Convention, ha puntato pressoché esclusivamente sull'anti-trumpismo. Ovviamente è troppo presto per parlare di una riscossa del presidente. Ma una cosa è sicura: Trump è tornato in pista. E una sua sconfitta, ad oggi, è tutt'altro che certa.
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