2018-10-30
Confindustria lancia l'Opa sui 30 milioni di Enit
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Da tre mesi l'ente che deve promuovere l'Italia all'estero ha un consiglio di amministrazione in scadenza. Scalpita Giorgio Palmucci, ma si fa anche il nome di Magda Antonioli, vicina a Forza Italia e Carlotta Ferrari, renziana di ferro. C'è una macchina statale di nome Enit, ente nazionale del turismo per promuovere l'Italia all'estero, con un budget annuale di almeno 30 milioni di euro, già di per se' lenta, ora è in attesa del rinnovo del consiglio di amministrazione, scaduto da tre mesi. Ma il governo gialloblu di Giuseppe Conte non sa come sostituire Evelina Christillin, Antonio Preiti e Fabio Lazzerini, espressione del vecchio governo di Matteo Renzi. L'unico punto fermo, secondo i ben informati, sembra essere la poltrona di presidente. Il nome con possibilità, da settimane, è quello di Giorgio Palmucci, attuale numero uno degli albergatori di Confindustria, un passato al Club Med dove è nata l'inossidabile amicizia con il ministro leghista del turismo Gian Marco Centinaio. Non solo. Palmucci è attualmente dg di TH Resort, azienda presieduta dal ciellino Graziano Debellini, dove però ormai brilla soprattutto la stella del manager Gaetano Casertano. Proprio Palmucci in un'intervista a L'Agenzia di Viaggi Magazine ha spiegato che accetterà di guidare Enit «solo se ci saranno i nomi giusti» .E di nomi da settimane ne circolano diversi.La legge, in fatto di designazione dei tre componenti del consiglio di amministrazione, parla chiaro: uno è scelto dal ministro competente, gli altri due dalle associazioni di categoria e dalle regioni.Si parla in queste ore di Magda Antonioli, professore associato alla Bocconi, esperta di turismo, da sempre nell'orbita di Confindustria, ora molto vicina al presidente dell'europarlamento Antonio Tajani dopo aver coltivato a lungo un proficuo rapporto con il Partito Democratico. A Antonioli, sponsorizzata da Palmucci, si muovono però due critiche: l'aver preannunciato in tante occasioni che con Expo 2015 sarebbero arrivati svariati milioni di turisti, ma soprattutto il fatto di aver presieduto la commissione che ha deliberato la designazione, finita nel mirino di decine di interrogazioni parlamentari targate M5S e Lega, di Giovanni Bastianelli a direttore esecutivo di Enit.Altri nomi che circolano sono quelli di Marina Lalli e di Carlotta Ferrari. Lalli è direttore generale delle Terme di Margherita di Savoia e vicepresidente vicario di Federturismo, il sindacato di Confindustria di cui lo stesso Palmucci è vicepresidente: difficile che Lalli passi considerando come la prassi consolidatasi non prevede che due dei tre consiglieri possano provenire dalla stessa Associazione.Ferrari è invece direttore di Convention Bureau a Firenze ed il suo nome è stato messo sul tavolo del ministro Centinaio, come nel caso Antonioli, dall'amico Palmucci. Ferrari è una renziana doc e ostenta da mesi una fiera opposizione al governo giallo-verde. Al punto che negli scorsi giorni ha condiviso sulla sua bacheca un post dell'ex ministro per lo Sviluppo Economico Carlo Calenda contro Luigi Di Maio.In corsa per una poltrona in Enit spicca poi il nome di Ignazio Abrignani, berlusconiano di ferro passato poi alla corte di Denis Verdini, legato all'Opus Dei e che, dopo essere stato escluso da qualsiasi collegio alle politiche dello scorso anno, sgomita per un posticino nel sottobosco della politica. A fianco di Abrignani, dal cilindro del presidente di Federalberghi Bernabò Bocca, è spuntato anche il nome di Gianluca Caramanna, coordinatore del turismo per Fratelli d'Italia. Le quotazioni di Abrignani e Caramanna, per il fatto di essere troppo targate politicamente, sono però in netto calo.Luca Patanè, presidente di Confturismo, la sigla sotto il cui cappello ci sono tutti i sindacati del turismo federati a Confcommercio compresa Federalberghi, ha buttato nello stagno il nome di Sandro Gargiulo, country manager per Italia e Malta di Travelport, portale che eroga servizi e piattaforme al mondo delle agenzie di viaggio e dunque in palese conflitto di interessi con la mission di Enit. Uno dei primissimi nomi a circolare è stato poi quello di Josep Ejarque, profondo conoscitore di Destination Management e Destination Marketing, già direttore di Turismo Torino, direttore generale dell'Agenzia Regionale per il Turismo del Friuli Venezia Giulia e poi di Explora, la società creata per la promozione dell'offerta turistica di Expo 2015: sul nome di Ejarque pare però ci sia il veto di Palmucci.C'è poi sempre aperta la partita per la successione al direttore esecutivo di Enit ed ai vari posti apicali: su tale fronte, chi è da mesi ai blocchi di partenza, è Antonio Barreca, direttore di Federturismo, che potrebbe lasciare il proprio posto a Francesco Palumbo, direttore generale del Turismo con l'ex ministro Dario Franceschini ed il cui contratto scade proprio alla fine di questa settimana.Un quadro, insomma, in grande evoluzione, che potrebbe riservare diverse sorprese. Quello che appare però chiaro è la presenza di tutte le premesse, di cencelliana memoria, per la creazione di un consiglio di amministrazione poco autorevole, con cui Centinaio potrebbe far fatica a fare la rivoluzione annunciata da mesi.
Beatrice Venezi (Imagoeconomica)