2019-06-28
L’Onu parla di clima ma non fornisce neanche un dato utile. Fa solo profezie
Per risolvere un problema è necessario riconoscerne le vere cause. Invece su tre aspetti chiave ci si limita a fare allarmismo.L'Onu ci spiega che il cambiamento climatico minaccia di annullare mezzo secolo di progresso e di ridurre in povertà 120 milioni di persone entro il 2030. Vorrei fare una considerazione e una richiesta. La considerazione: Nell'ultimo mezzo secolo il mondo occidentale ha vissuto 50 anni di «illusorio progresso», grazie al consumismo esasperato generato per compensare il crollo delle nascite auspicato proprio dagli ambientalisti neomalthusiani. Illusorio progresso finito con il crollo dei sistemi finanziari nel 2008. Poi non direi affatto che ha generato maggior salute globale, ha invece solo trasformato il concetto di salute in benessere biopsicosociale (come fu definito dall'Oms) ed ha cancellato il valore del termine bioetica imponendo il biodiritto imposto dall'Oms. Poi ancora non direi che ha lottato come doveva contro la fame, si pensi solo agli impegni di aiuto economico presi nel G8 con l'Africa, completamente ignorati (come ben documentò Gian Antonio Stella sul Corriere nel 2016, illustrando la crescita dei dazi alle importazioni dai paesi africani). Persino il problema ambientale (anche se confutato da gran parte di scienziati con la petizione contro il catastrofismo ambientale) è attribuibile indirettamente alle politiche malthusiano-ambientaliste degli anni Settanta che fecero crollare le nascite compensandole con moltiplicazione del consumismo in occidente e delocalizzazione delle produzioni a basso costo in Asia. Persino la previsione di 120 milioni di nuovi poveri entro il 2030 ci ricorda la medesima profezia degli ambientalisti della università di Stanford che negli anni Settanta prevedevano centinaia di milioni di morti di fame in Cina grazia alla crescita della popolazione. E si è visto invece che la Cina è diventata oggi la maggior potenza mondiale. Eppure questi «soloni» continuano a profetizzare. Ora vediamo la richiesta. Per porre fine a questa confusione sulla realtà economico-climatica, a questo, vero o esagerato, allarmismo climatico e affrontare il tema con concretezza, è necessario riconoscere le vere cause del problema al fine di affrontarlo e risolverlo per il vero bene comune globale. Pertanto proporrei agli esperti dell'Onu di fornire dati ufficiali, riconoscibili e condivisi sui seguenti fenomeni, dal 1970 ad oggi: 1 l'andamento del Pil pro capite per nazioni (occidentali, orientali, nord e sud del pianeta); 2 l'andamento delle immissioni di CO2, sempre per nazioni; 3 l'analisi del processo di migrazione dagli anni Novanta ad oggi per nazione di provenienza e per cause stabilite quale origine del fenomeno ( guerre, povertà, clima …). È impensabile che questi dati non siano disponibili e non siano stati già condivisi e discussi all'interno della comunità scientifica ed economica che lavora nelle istituzioni che hanno lanciato questo allarme. I destinatari di queste considerazioni e di queste richieste riconosceranno che per risolvere un problema è necessario conoscerne le vere cause. Bene noi vorremmo con tutto il cuore e tutta la mente concorrere a risolvere le cause di questi problemi, per solidarietà, per amore cristiano e rispetto della dignità umana dei nostri simili. Lo vogliamo fare anche noi per il bene di chi soffre, dei più vulnerabili. Lo vorremmo fare per i nostri nipoti e pronipoti. Lo vorremmo fare per rispetto della Creazione e del Creatore. Ma auspicheremmo anche di poter capire. È possibile oppure l'apartheid è nei confronti di chi vorrebbe realmente risolvere i veri problemi e non solo vederli imporre in modo confondente e senza spiegazioni sufficienti?