2018-09-11
L’Onu è ricolma di impresentabili ma ci manda i caschi blu antirazzisti
L'alto commissario per i diritti umani vuole inviare gli osservatori per vedere come trattiamo i profughi. Michelle Bachelet, così attenta alle fake news pro immigrati, avvalora i giudizi di Oriana Fallaci e Donald Trump sul suo baraccone.Provate a digitare sul vostro computer due parole: Onu e fallimento. Troverete 326.000 risultati. Gli articoli vanno dalla fame nel mondo che è aumentata al disastro di quelle che vengono chiamate missioni di pace e spesso si risolvono solo in missioni di spesa, quando non di vergogna come in Rwanda e a Srebrenica. Se poi invece digitate Onu e scandalo, i risultati supereranno il milione. Si comincia da quegli operatori delle Nazioni unite che portavano gli aiuti in Siria in cambio di sesso per finire con la corruzione del programma Oil for food, operazione che doveva servire a dare da mangiare alla popolazione irachena e che invece servì arricchire burocrati e politici, una vicenda diventata anche un film con Ben Kingsley nei panni del grande corruttore.E però, di fronte a tutto ciò che non funziona nell'Organizzazione delle Nazioni Unite («una banda di mangia-a-ufo, una mafia di imbroglioni che ci menano per il naso», la definì Oriana Fallaci), Michelle Bachelet, per due volte presidente del Cile e ora parcheggiata all'Alto commissariato per i diritti umani, si preoccupa di ciò che accade in Italia. Scontato a dirsi, nel mirino c'è il razzismo di cui sarebbe affetta la maggioranza degli italiani, in particolar modo da quando al ministero dell'Interno c'è un tipaccio malintenzionato come Matteo Salvini. Proprio per questo motivo l'ex presidenta minaccia di mandare i caschi blu a controllare come dalle nostre parti siano trattati i profughi, perché le risulta che siano in forte aumento gli atti di violenza e di razzismo contro i migranti. La Bachelet vuole inviare i suoi osservatori per conoscere il trattamento riservato alle persone «di discendenza africana» (sì, ha detto proprio così,) «e Rom». Non conosco quali siano le fonti d'informazione della signora, immagino però che si abbeveri come la maggior parte degli stranieri ad alcune fonti della stampa nazionale, tipo Repubblica e testate compagne. Nel qual caso posso ritenere che sia stata impressionata dal lancio di uova contro Daisy, una ragazza di colore eletta a simbolo del razzismo italiano prima di scoprire come i «razzisti» fossero una banda di balordi di cui faceva parte il figlio di un dirigente del Pd, un gruppo che aveva già colpito una giovane italiana e un certo numero di pensionati torinesi senza fare notizia. O forse a impressionare l'Alto commissario è stata la scacciacani impugnata da minorenne o i pallini sparati da uno straniero contro un altro straniero? Si dà il caso che tutte queste faccende sano andate ad ingrossare il dossier di fake news che si potrebbe dedicare al razzismo.Alla Bachelet devono però essere stati tenuti nascosti altri dati, certo più rilevanti di quelli appena descritti. I numeri in questione sono quelli che alcuni tra i più noti istituti di sociologia raccolgono periodicamente e che riguardano i reati consumati nel nostro Paese. Per alcune tipologie di delitti, tipo gli stupri, le rapine, i furti in casa, la percentuale di stranieri responsabile è in vertiginoso aumento. Per le violenze sessuali siamo al circa il 40 per cento, nonostante la popolazione d'importazione rappresenti appena l'8 per cento. Non va meglio con il resto. Scippi e furti in alcune città italiane ormai sono appannaggio di cittadini extracomunitari. Per non dire poi dello spaccio di droga, che nei principali centri è gestito da alcune comunità, le quali non hanno saputo far di meglio che trasformare i centri di accoglienza in punti di vendita e di stoccaggio degli stupefacenti. L'Onu ovviamente di tutto ciò non ha contezza. Presa com'è a sprecare soldi e a mantenere decine di migliaia di burocrati pagandoli a peso d'oro (i costi del personale rappresentano più dei due terzi delle uscite), l'Organizzazione delle nazioni unite ha perso ogni contatto con la realtà. Al punto che mentre l'Alto commissariato per i diritti umani si preoccupa di ciò che accade in Italia non si accorge di che cosa capita dentro il Palazzo di vetro. Il risultato è che nella Commissione che si occupa dell'emancipazione delle donne figura l'Arabia saudita, mentre Cina e Iran si dedicano alla libertà di stampa. Per non parlare poi dei premi elargiti a vari dittatori o il riconoscimento per il servizio pubblico svolto dai terroristi di Hezbollah in Libano. Roba di cui andare fieri. Insomma, aveva ragione quel tale che scrisse che il baraccone delle Nazioni Unite altro non era che un jet set umanitario. Comunque, non disperatevi: dopo l'annuncio di Michelle Bachelet c'è un motivo in più per seguire l'esempio di Donald Trump. Il quale, appena messo piede alla Casa Bianca, annunciò che avrebbe tagliato i fondi per l'Onu. Forse, con meno soldi da sprecare, anche all'Alto commissariato per i diritti umani ne avranno meno da buttare in missioni in cui si rischia solo di essere ridicoli.