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Londra in lockdown: come il Covid-19 ha cambiato la vita all'ombra del Big Ben

Londra in lockdown: come il Covid-19 ha cambiato la vita all'ombra del Big Ben
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Con 1.6 milioni di followers solo su Instagram, Xenia Tchoumi, è una delle voci dall'estero che stanno tenendo compagnia in questo periodo di quarantena. Svizzero-italiana, Xenia non è solo un'influencer di moda e un'imprenditrice digitale ma anche una public speaker. Oltre a essere stata ospitata alle Nazioni Unite e ad aver partecipato a molteplici TedxTalk, Xenia Tchoumi è una vera e propria paladina del self-empowerment, ovvero la capacità di credere in se stessi e potenziare al massimo le proprie abilità.

Abbiamo chiesto a Xenia, abituata a girare il mondo per il suo lavoro, come è cambiata la sua vita da quando anche a Londra è stato emanato lo stato di emergenza a causa del coronavirus.

Come è organizzata la tua giornata in questo periodo di quarantena?

«Ogni sera cerco di farmi una lista da seguire il giorno dopo. Si tratta di molto lavoro online, come le collaborazioni con i brand per i miei social, contenuto da scattare, ma anche di scrittura, perché sto finendo di redigere il mio primo libro sul self-empowerment».

Che tipo di contenuti stai producendo?

«A volte è semplice e da quarantena (workouts, cucina, pigiama), a volte mi trucco, mi sistemo i capelli e insceno un vero e proprio fashion shoot. Perché non farlo? Cerco anche di scandire la mia giornata con un po' di yoga, allenamenti e balli spontanei per migliorare l'umore. Lavoro ogni giorno sulla mia disciplina, ed ammetto che non è un'impresa facilissima stando sempre in casa».

Come è cambiato il lavoro?

«Il mio lavoro era già indipendente ed è completamente in linea. Sono più focalizzata a cercare di aiutare le piccole e medie imprese facendogli promozione digital, perché so che sono quelle che stanno soffrendo di più. Con il mio lavoro io ero sempre in una città diversa, fino a 5-6 volte al mese. È un ritmo sfrenante, però adrenalinico. Mi mancano tantissimo gli aerei ed gli aeroporti. Chi l'avrebbe mai detto».

Come sta affrontando l'emergenza la città di Londra?

«Tutto chiuso, tranne le attività essenziali. È surreale vedere il centro di una capitale come Londra completamente chiuso. Ma la NHS (National Health Service) sta davvero facendo miracoli».

-Le strade sono vuote o c'è ancora movimento?

«Molto piene di persone (da sole o in coppia) che non sanno dove andare e che fare. Le persone si sono date allo sport, i parchi sono pieni. C'è chi prende la situazione molto sul serio, e chi meno.. Ma con il sole fuori è molto difficile fermare i londinesi».

E le aziende?

«Tutto lento, tutto chiuso, tutti in uno stato di attesa. Siamo indietro rispetto all'Italia, ma sono sicura che arriveremo agli stessi livelli se non peggiori purtroppo».

Tu esci da casa? Quante volte a settimana e perché?

«Solo a prendere caffè accanto a casa, con mascherina e guanti, e una volta ogni dieci giorni per la spesa. A volte esco nel giardino privato del mio palazzo. In realtà non solo preferisco rispettare il social distancing, ma evito anche di vedere la mia città in ginocchio, mi deprime molto. Quindi preferisco dedicarmi alla casa».

Si parla già di riaperture?

«No qui no, siamo indietro. Con calma, passo a passo, si ripartirà un giorno»

Hai qualche progetto post quarantena?

«Viaggiare quando potrò, lancerò il mio libro self-help & business (almeno in e-book per ora!), ricominciare a scattare collaborazioni moda».


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  • Ancora tre settimane di chiusura delle attività. Mentre il primo ministro Boris Johnson è ancora convalescente, l'Inghilterra continua ad affrontare il coronavirus puntando più sulla persuasione verso i cittadini convincendoli a stare a casa piuttosto che su sanzioni penali e autocertificazioni.
  • Gli inglesi non rinunciano al cinema. Così Secret Cinema sposta i suoi eventi misteriosi (e interattivi) sul divano di casa. Gli incontri costano circa 5 euro e avvengono su Zoom.

La risposta alla scoppiettante Atreju è stata una grigia assemblea piddina

Xmas Comics & Games, il racconto pop che passa dal fumetto al palco

All’Oval del Lingotto due giorni dedicati alla cultura pop tra autori di fumetti, cosplay, musica e gioco. L’undicesima edizione di Xmas Comics & Games conferma Torino come spazio di incontro tra linguaggi, generazioni e immaginari diversi.

Torino si è trasformata per due giorni in un crocevia di creatività e passioni. L’undicesima edizione di Xmas Comics & Games, svoltasi il 13 e 14 dicembre all’Oval – Lingotto Fiere, ha confermato il suo ruolo di appuntamento culturale invernale per gli amanti del fumetto, dei videogiochi, del cosplay e della musica. Un festival che non si limita a intrattenere, ma racconta la cultura pop contemporanea attraverso molteplici linguaggi.

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Mogadiscio di nuovo nella morsa jihadista
i,Hamza Abdi Barre (Getty Images)
Dietro l’aumento delle violenze nei mari ci sono gli islamisti, che controllano la costa della nostra ex colonia.

Quando, nella primavera del 2025, una serie di assalti coordinati colpì la fascia costiera centrale della Somalia, nelle ambasciate affacciate sull’Oceano Indiano iniziò a serpeggiare un interrogativo inquietante: il crollo dell’ordine statale avrebbe ricordato di più la caduta di Kabul o l’implosione graduale di altri teatri dominati da milizie jihadiste? Le bande armate che oggi si muovono tra porti improvvisati e villaggi costieri hanno sottratto porzioni strategiche del litorale alle già fragili forze governative, spingendosi fino alle porte di Mogadiscio senza incontrare resistenza significativa. A luglio, gli equipaggi delle navi in transito segnalavano check point pirata a meno di 50 chilometri dalla capitale, mentre diverse missioni diplomatiche trasferivano il personale non essenziale in Kenya. Poi, quasi all’improvviso, l’avanzata si arrestò, lasciando il governo a celebrare una vittoria più propagandistica che reale, mentre gli osservatori più avvertiti attendevano solo il momento in cui i predoni del mare avrebbero ripreso il loro slancio.

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Il trionfo di Kast sposta il Cile a destra
Il presidente eletto del Cile José Antonio Kast e sua moglie Maria Pia Adriasola (Ansa)

Il Cile vira a destra. Il candidato presidenziale conservatore, José Antonio Kast, ha battuto al ballottaggio l’avversaria di sinistra, Jeannette Jara, ottenendo il 58% dei voti contro il 41% conseguito dalla rivale.

«Il Cile tornerà ad essere libero dalla criminalità, libero dall'angoscia, libero dalla paura», ha dichiarato il vincitore. «Criminali, delinquenti: le loro vite cambieranno. Li cercheremo, li troveremo, li giudicheremo e poi li rinchiuderemo», ha aggiunto. Sostenitore di Donald Trump, Kast, durante la campagna elettorale, ha promosso un programma politico securitario e all’insegna di una stretta contro l’immigrazione clandestina. Non solo. Ha anche promesso una politica economica liberista e improntata alla deregulation in determinati settori.

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