2018-12-21
L’Oms s’inventa il global compact sulla salute
Una regia sovranazionale sta cercando disperatamente di fare lobby perché si arrivi comunque alla firma dell'accordo per l'assistenza ai migranti. E i bambini, ancora una volta, vengono usati come efficace strumento per muovere a compassione. Quel che suona meno giustificato, e di certo più problematico soprattutto per gli anni a venire, è il capitolo dedicato dall'Oms agli anziani, finora una minoranza nei flussi migratori approdati in Europa.A una settimana esatta dal vertice di Marrakech e dalla firma del Global migration compact, il progetto internazionale per l'assistenza ai migranti proposto dalle Nazioni Unite e che l'Italia per ora non ha sottoscritto temendo di infilarsi in un cappio d'impegni insostenibili (la spesa del nostro Paese per la sola accoglienza, negli ultimi tempi, ha superato a volte i 5 miliardi di euro l'anno), continua l'azione delle istituzioni sovranazionali che fiancheggiano il varo globale dell'accordo. Ora anche l'Organizzazione mondiale della sanità è entrata nella partita, e ha deciso d'indirizzare a tutti i governi del globo cinque «lettere di orientamento a tutela della salute dei migranti e dei richiedenti asilo», elaborate in collaborazione con la Commissione europea. Le lettere, spiega l'Oms, «affrontano specifici aspetti della salute dei rifugiati e dei migranti, fornendo strumenti, casi di studio e prove per informare pratiche e politiche per migliorare la loro salute».È come se, di fronte alle resistenze opposte al Global migration compact non soltanto in Italia, ma anche negli Stati Uniti, in Ungheria, in Israele e nella Repubblica Ceca (i quattro Paesi che hanno votato contro l'accordo), oltre che in Austria, Australia, Svizzera e Bulgaria (che come noi si sono astenuti) e comunque contro gli Stati europei dove la teoria dell'accoglienza indiscriminata sta perdendo la presa, una regia sovranazionale stesse cercando disperatamente di fare lobby perché si arrivi comunque alla firma. Questa lobby, in Italia, può contare non soltanto sulla sinistra parlamentare e su certi ambienti clericali, da sempre favorevoli all'ingresso senza limiti di chiunque voglia entrare in Italia, spesso solo per interessi di bottega visti i profitti incassati da cooperative e strutture dell'accoglienza. Ma la lobby gode anche dell'appoggio di parte importante delle istituzioni, se è vero che il presidente della Camera, il grillino Roberto Fico, due giorni fa ha ribadito il suo impegno a far sì che «l'Italia si sieda al tavolo con tutti i Paesi del mondo, specie quelli da cui partono i migranti, per affrontare la problematica», contraddicendo il voto stesso del Parlamento italiano, che aveva appena deciso di non sedersi al tavolo predisposto dalle Nazioni Unite. La mozione approvata dalla Camera impegna il governo a decidere sulla firma dell'accordo proposto dall'Onu soltanto «dopo aver riferito all'assemblea e dopo un approfondito dibattito parlamentare». Com'è giusto che sia per un documento, il Global migration compact, che non è affatto una superficiale lettera d'intenti, ma un trattato che impegnerebbe l'Italia in una serie di compiti gravosi e perenni.Per questo le cinque lettere dell'Oms oggi sembrano una tempestiva azione di sostegno a chi preme perché si firmi comunque e presto il Global compact: inviate a tutti i governi in occasione della Giornata internazionale dei migranti del 18 dicembre, le lettere si occupano della salute fisica e mentale di immigrati e di richiedenti asilo adulti, vecchi e bambini, ma anche di madri e neonati. I bambini, ancora una volta, vengono usati come inevitabile, efficace strumento per muovere a compassione: «Tra il 2015 e il 2017», ricorda l'Oms, «quasi un milione di minori richiedenti asilo si sono registrati nell'Unione europea, e 200.000 di questi sono arrivati non accompagnati da un caregiver (ovverossia da un adulto che si prendesse cura di loro, ndr)». In effetti, questa è una vera emergenza alla quale l'Europa deve dare una risposta concreta: anche perché sul fenomeno da troppo tempo si allunga l'ombra di vergognosi traffici economici, legati al mercato dello sfruttamento lavorativo e sessuale dei bambini.Quel che suona meno giustificato, e di certo più problematico soprattutto per gli anni a venire, è il capitolo dedicato dall'Oms agli anziani, finora una minoranza nei flussi migratori approdati in Europa, e quello che tratta della salute mentale dei migranti. L'idea di accrescere l'attenzione agli immigrati vecchi e ai disturbati mentali fa ipotizzare, nel primo caso, che i Paesi europei debbano allungare di molto la gittata temporale dell'assistenza fornita a chi arriva. Nel secondo caso, l'Oms sottolinea, ricorrendo a una serie di tautologiche banalità, che «il processo di migrazione può essere complesso e stressante poiché comporta l'uscita dal Paese di origine e l'adattamento a un ambiente, una cultura e una situazione di vita diversi (...): tutto ciò può portare a disturbi della salute mentale, sebbene la prevalenza sia molto variabile tra studi e gruppi di popolazione».Ma le banalità sono evidentemente la regola, nei documenti dell'Oms. Nelle sue nuove linee guida, l'Organizzazione chiede per esempio ai governi di «evitare i servizi paralleli per i migranti e di rafforzare invece i sistemi sanitari sia per le comunità ospitanti sia per i migranti» ma suggerisce di «tenere conto delle diversità culturali e delle specifiche esigenze sanitarie dei migranti, in particolare donne e bambini». Complimenti per il saggio avviso.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)